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Messina, saluti al veleno

Formalizzato l'addio alla Virtus: «Non vi dimenticherò»

Adesso che Ettore Messina le sue dimissioni da allenatore della Virtus le ha spedite per lettera e diffuse per agenzia di stampa, non resta che continuare a porsi la domanda: chi sarà il suo successore? Sarebbe il caso di chiedersi anche se davvero sia finita qui la cestonovela dell'estate, ma la risposta c'è già: no, perchè Madrigali, con un altro comunicato, ha già fatto sapere che «i contenuti e le motivazioni addotte dal signor Messina saranno oggetto di attenta e approfondita analisi da parte della società, che si riserva pertanto ogni eventuale azione». Come dire: prossima puntata, in tribunale.
Cominciamo dalla fine: il nuovo allenatore. Che a Lombardi piaccia Dusan Ivkovic, già ct slavo nonchè tecnico di successo ad Atene con Aek e Olympiakos, lo sanno anche i sassi. Così come è arcinoto che l'alternativa sia Bogdan Tanjevic, e qui non c'è bisogno di presentazioni: basti dire che ha appena vinto il titolo di Francia col Villeurbanne pur sapendo di restare, ma ciò non deve sorprendere, gli era già capitato a Milano. Sia il primo che l'altro hanno parecchio in comune: intanto l'agente, poi il fatto di non costare poco. Un po' meno dei due Tanjevic, che ha il vero vantaggio di non esser tentato da sirene generose come invece Ivkovic, nel mirino del Cska Mosca che di soldi da spendere ne ha parecchi. Comunque sia, via Messina è ora di procedere. Previsioni, nessuna: come andrà a finire è soltanto nella testa del Dadone e di Madrigali.
Nella testa di Ettore Messina l'idea di andarsene è maturata non appena si è reso conto che il clima era cambiato: che sia stato il giorno del sorprendente ingaggio di Lombardi come direttore generale o, ancora prima, l'11 marzo, giorno dell'ancora più sorprendente esonero dello stesso Messina, cambia poco. Non è cambiata la scelta del coach che su questa panchina ha vinto di tutto e di più ma non solo: perchè dietro tre scudetti, due Eurolega, una coppa delle Coppe e quattro coppe Italia non c'è stata soltanto l'organizzazione societaria o la forza dei giocatori. Di tutto ciò rimane memoria nei tifosi, di Messina resta una lettera d'addio. Questa: «Ho ritenuto opportuno formalizzare le mie dimissioni di allenatore della Virtus Kinder. Desidero salutare, con affetto, i miei più stretti collaboratori e, nello stesso tempo, mi è difficile trovare parole adatte ad esprimere appieno la gratitudine che provo per tutti coloro che mi hanno sostenuto con incredibile calore in questa bellissima avventura, al di là dell' abituale rapporto tra chi tifa e chi fa sport. Ho potuto avvertire, nei miei confronti, un sentimento di affetto, di stima e di rispetto, indipendentemente dai risultati sportivi, semmai più forte nei momenti difficili. Tutto questo renderà per me indimenticabili gli anni passati alla guida delle V nere. Ve ne sarò per sempre grato». Per chiudere definitivamente una storia iniziata nell'84 e interrotta solo dalla parentesi sulla panchina azzurra, non resta che attendere: il comunicato con cui la Benetton Treviso annuncerà il suo ingaggio per le prossime quattro stagioni.
In tema di comunicati: l'ultimo fornito dalla Virtus agli organi di stampa non si limita solo a preannunciare azioni nei confronti di Messina. «Nel prendere atto, con rammarico, di una volontà del signor Messina che è evidentemente inconciliabile con i progetti ed i pubblici e ripetuti attestati di stima e fiducia che ancora pochi giorni fa la società aveva rinnovato (evidentemente invano) al suo allenatore la Virtus ed in particolare il suo presidente si asterranno da ogni commento e dichiarazione onde non alimentare ulteriormente l' ondata di speculazioni, ipotesi, faziose e fantasiose ricostruzioni giornalistiche sulla vicenda, preferendo invece concentrarsi esclusivamente e con ancora maggiore impegno sulle strategie future della società e della squadra».
Detto che le ricostruzioni giornalistiche sono così 'faziose e fantasiose' da aver sempre parlato di divorzio di Messina dalla Virtus, il comunicato chiude così: «Mai come in questo momento la società è fermamente determinata a far partire un nuovo e vincente ciclo per dimostrare con i fatti che la Virtus, a prescindere dalle singole individualità tecniche che ne compongono l' organico in via contingente, è e resterà il più prestigioso club cestistico italiano degli ultimi anni per storia, successi e serietà». Ai poster (della prossima stagione) l'ardua sentenza.
Angelo Costa
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