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Fortitudo resa dei conti

Quel che resta del derby: la coppa lo chiarirà già questo giovedì

A DAR retta all´ultima settimana, e non solo all´ultimo derby, colossalmente dispari, si beatifica una squadra e se ne butta un´altra, per intero. Poi, gli alti e bassi sono ormai un´abitudine, nel basket e a Basket City, e così la Virtus del +59 tra Madrid e il derby ha festeggiato il minimo, godendosi solo le sue ritrovate certezze. Viceversa, la Fortitudo del -44 globale, fra Pesaro e Kinder, ci farà capire a Barcellona quante ferite la batosta cittadina le abbia lasciato addosso.
Si cambia terreno, campionato e coppa si rincorrono e si specchiano, raddoppiando le impellenze: neanche la Nba ha ritmi così stressanti. L´esame Fortitudo è giovedì in Catalogna, in condizioni non facili (trasferta, uomini ed energie di incerto recupero, tarli in testa che lavorano), però col Barca la Skipper ci può giocare: Aito non arma difese mozzafiato e dentro partite a punteggio alto la Fortitudo c´è stata bene (vedi anzitutto l´andata). Preoccupa una flessione di Fucka, che non risale a ieri, ma già a diverse partite: le latitanze di Gregor si notano meno quando si vince, e risaltano nei giorni neri, ma è un fatto che, tirata a lungo la carretta, oggi il migliore lo sia un po´ di meno. Infine, l´altro fronte su cui osservare la Fortitudo sarà quello delle tentazioni di mercato: si riparla di arrivi e partenze, magari sono i soliti spifferi di Basket City, che riesumano Lakovic e spazzano l´intera prateria Nba, ma di certo c´è che, in faccia a discutibili benefici tecnici per colpi di bacchetta magica, i riassetti agitino sempre le acque interne.
La ruota gira e adesso è casa Kinder quella rilassata, dopo le immonde sceneggiate dell´ultimo periodo. E´ a sua volta decisiva la partita che la Virtus sostiene giovedì a Casalecchio contro l´Efes Pilsen: ma è pure meno aspra, perché il gruppo Messina gioca per staccare il biglietto delle finali e non per garantirsi la sopravvivenza. Le spalle al muro le avranno i turchi. Questi erano partiti malissimo nel Top 16, con due sconfitte interne, ma vantano una solidità espressa, paradossalmente, proprio nei ko (ultimo minuto sia con Kinder che con Real Madrid). L´Efes non ha molti punti nelle mani, ma ha quel gioco rallentato che può inceppare la macchina bianconera. La Kinder è due piste meglio, ma sarà doverosa la massima attenzione.
L´impressione è dunque che giovedì ci saranno svolte forti, non solo in coppa, ma per tutta la stagione, e intanto va detto che il derby ha rilanciato una Kinder che, per cifra tecnica e qualità di gioco, è stata dalle parti di quella d´un anno fa. E ancora non può contare su Griffith, ectoplasma vistoso ma non meno trasparente. S´è ancor più rafforzata la coppia Ginobili-Jaric e non è un caso che Marko abbia toccato domenica, con 29 punti che potevano anche essere di più, il suo massimo nella carriera italiana, in quella che è stata forse la più efficace prestazione bianconera. Jaric era già stato il migliore in campo a Madrid, e prima aveva risolto la complicata partita di Avellino: insomma, ha messo molte firme e svolazzi nelle ultime vittorie bianconere, anche toppando qualche incrocio importante (Roma e Pesaro, come tutti, però). Che questa maturità accoppiata all´esplosivo talento fisico lo lustri bene in prospettiva Nba accrescerà semmai le ansie della Kinder, che già perderà, novanta su cento, Griffith e Ginobili. Scelto dai Clippers, Jaric potrebbe entrare in altri giri di scambio, rappresentato com´è da una delle agenzie più robuste anche sul terreno yankee.
D´altra parte la Virtus ha un obbligo di convivenza con queste leggi di mercato. Ha scelto due anni fa di varare una squadra giovane e 'affamata´, ne ha accettato i rischi e ora vorrebbe rifare la stessa cosa l´anno prossimo, qualora la spoliazione dell´attuale quintetto la costringesse a una rifondazione radicale. Si potrebbe ripartire da quel Becirovic che a giorni dovrebbe testare il ginocchio a pieno regime, dopo buoni allenamenti atletici, ma chi ripartirà, fra squadra e società, allenatore e presidente, resta il nodo più grosso.
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica
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