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Fabriano, iscrizione al sicuro

Biondi: "Ci iscriviamo comunque al campionato e quello che finanziariamente manca lo copro io"

FABRIANO — «Io ho sbagliato e io pago: se mancano ancora all'appello gli sponsor sperati, la responsabilità è del sottoscritto. Per cui ci iscriviamo comunque al campionato e, quello che finanziariamente manca, lo devo 'coprire' io». Claudio Biondi, in nome della sopravvivenza della pallacanestro fabrianese, fa il presidente a tutti gli effetti. Apre i cordoni della borsa, mette la firma sulla fidejussione da 150 mila euro e garantisce la permanenza del Fabriano Basket nella prossima serie A, presentando entro il tempo limite del mezzogiorno odierno tutta la documentazione per aderire al torneo. Farlo passare da eroe dopo tanti (troppi) affanni, sinceramente, non è proprio il caso, ma in tempi in cui Verona scompare e perfino Scavolini medita l'uscita di scena, un «grazie» piccolo piccolo (a lui e chi sta lavorando al suo fianco) la città glielo deve comunque. Banca Marche (in qualità di conferma del ruolo di secondo sponsor) e Antonio Merloni hanno rinnovato il loro sostegno economico, Vittorio Merloni non ancora. «Spero unicamente che la città non mi lasci solo nelle prossime, durissime battaglie», dice Biondi. «Per il momento, la 'tempesta' è passata, ma il prossimo torneo costerà più di due milioni di euro, troppi per le mie tasche. Ecco perché sarebbe un enorme sollievo economico se già questa mattina qualcuno chiedesse il mio posto: io, lo ripeto per la milionesima volta, lascerei molto volentieri. Ma adesso non potevo certo abbandonare, adesso non potevo certo far morire la pallacanestro. Così pago di tasca mia, perché non sono così vigliacco da fuggire nel momento del bisogno. In fondo mi sento di aver sempre fatto la mia parte, da quando è stata 'rifondata' la società portata in due anni dalla quasi scomparsa ai play-off scudetto, sempre con grande attenzione verso una tifoseria cresciuta assieme alla squadra».
Ma il futuro? Dato a Biondi quel che è di Biondi e del resto della truppa dirigenziale chiamata a fronteggiare la dura (ma importantissima) protesta dei tifosi, resta un'incognita enorme per un'
altra stagione da vivere sul filo di bilanci terribilmente incerti. Si cercherà il primo sponsor (Gatto cucine non ha più fatto sapere niente…), si punterà a confermare i duemila abbonamenti e le tremila presenze di media al palas, si farà di nuovo la corte spietata all'imprenditoria locale e non, sempre e comunque, però, con il rischio di un nuovo, pesante indebitamento. Ecco perché, dopo quest'ultimo gesto d'onore dell'iscrizione, non sarebbe più così impensabile, passare la mano. Qualcuno, dicono i beneinformati, ci starebbe pensando, ma se, invece, lo facessero tutti? Se, una volta tanto, con un gesto forte e deciso si potesse lasciare l'intera «spa» in mano al sindaco? Tanto si è detto di «gelosie» interne ed esterne, di figure poco amate, di dirigenti con portafogli limitati e da troppo tempo legati alla pallacanestro: credeteci, andarsene in blocco e mettere in condizioni le forze economiche del posto di uscire finalmente allo scoperto, è forse l'unico modo per capire dove sta l'errore. E magari mettere fine a un'interminabile agonìa, dalla stucchevole ripetitività ad ogni mese di giugno.
Alessandro Di Marco
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