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L´ultimo saluto a Calebotta

Si sono svolti ieri a Bologna i funerali del primo due metri italiano

Nino Calebotta, indimenticato gigante di due scudetti virtussini, datati anni Cinquanta e conquistati nella gloriosa Sala Borsa, è stato sepolto ieri pomeriggio alla Certosa, da una piccola folla di familiari, ex compagni, simpatizzanti bianconeri. Era morto sabato, a 72 anni, in una clinica di Bentivoglio: un male inesorabile se l´era portato via in pochi mesi.
C´erano molte facce del basket di ieri e di oggi, ieri al cimitero bolognese, per l´ultimo saluto al primo 'duemetri´ della pallacanestro italiana, e per ascoltare la funzione officiata da don Francesco Cuppini, parroco di Calderara. Si riconoscevano Brunamonti e Messina, Canna e Lombardi (che di Calebotta furono compagni di squadra e di Nazionale), Sardagna e Rundo, Serafini e Valenti, Negroni e Dondi Dell´Orologio. L´assessore allo sport Foschini rappresentava il Comune, per la federbasket c´era il dirigente regionale Galimberti. Un breve e commosso ricordo del padre è stato pronunciato dalle tre figlie, Consuelo, Dolores e Manuela.
Calebotta era nato a Spalato nel 1930, figlio di addetti d´ambasciata, per cui si spostò, nell´infanzia, tra molte capitali. La Virtus lo acquistò dal Cus Milano nell´estate del ´53: dopo un terzo posto, vennero i due scudetti del ´56 e del ´56. Lasciato il basket sulla soglia dei quarant´anni, Calebotta, che aveva intanto sposato la signora Laura, s´era sistemato a Bologna, dove fino a poco tempo fa aveva lavorato nel ramo farmaceutico.
(f.fo.)
Fonte: La Repubblica
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