PESARO – «Stiamo cominciando a muoverci». E finalmente! Lucio Zanca, vice-presidente della Scavolini, le... vele le ha alzate ma è come un marinaio senza la bussola («Il budget per l’anno prossimo non lo conosciamo ancora») e per giunta non c’è un filo di vento e il mare è piatto come una tavola («Il mercato è fermo, e prima della riunione di Lega della prossima settimana non succederà niente. Tra l’altro stiamo chiudendo in questi giorni il bilancio della scorsa stagione»). Intanto si naviga a vista, tra i tuoni inquietanti del “vendo tutto" pronunciato da Scavolini il quale però, stando ai segnali dell’ultima ora, sembrerebbe intenzionato ad andare avanti, fermo restando il netto ridimensionamento degli investimenti. Che dovrebbero passare (anche se la società giudica prematuro ogni “preventivo") dai 5 milioni di euro lordi della scorsa stagione ai 2,5 della prossima, centesimo in più, centesimo in meno: un dimezzamento.
«Noi comunque andiamo avanti lo stesso – dice Zanca – con il medesimo impegno, fermamente intenzionati a far bene, come del resto ci sembra di aver fatto anche lo scorso anno: sfido chiunque a dire che quella squadra, sulla carta, non fosse competitiva!». Gli “operativi" della Vuelle non si sentono chiamati in causa dalla delusione del presidente: «A parte il fatto che nello sport i risultati non sono mai matematici (un Moratti ne sa qualcosa...), la decisione di tagliare i costi (oppure di vendere) non ha nulla a che vedere con i risultati sportivi. E’ una sacrosanta necessità economica. Anzi forse doveva essere presa anche prima, così certe illusioni non sarebbero nate... Dobbiamo solo alla generosità e alla passione di Scavolini se negli ultimi tre anni abbiamo avuto a disposizione grandi cifre». E cosa cambia con un budget dimezzato? «Dovremo agire in modo completamente diverso, prendendoci più rischi, ricercando giocatori buoni ma non campioni affermati. L’idea di andare a scovare in giro per il mondo atleti poco conosciuti che possano esplodere qui da noi è senz’altro bellissima e suggestiva, ma bisogna essere consapevoli che ci vuole anche molta fortuna, e che potrebbero capitarci persone che per un qualunque motivo non si ambientano e non ripetono gli exploit realizzati altrove. Diventa difficile programmare e c’è il rischio di dover cambiare squadra ogni anno».
Quel “cominciamo a muoverci" detto all’inizio si riferisce alla ricerca di questi giocatori? «Non ancora – precisa il vicepresidente – In questa prima fase stiamo vagliando la situazione di chi è sotto contratto, aperti ad ogni eventuale soluzione che il mercato possa offrire»: ci sembra trasparente il riferimento a Beric, col suo faraonico contratto che, unito al taglio del budget, rischia di strangolare nella culla la prossima Scavolini. Sembra evidente che solo liberandosi di questo capestro Pesaro può sperare di trattenere Booker, come supplicano i tifosi. Zanca, che ovviamente questa interpretazione non può confermarla, ai tanti fans del capitano si sente di dire solo questo: «Melvin l’ho portato io a Pesaro: per me è come un fratello!». Come dire: figuriamoci se non vorrei tenerlo, ma la “dura lex" del bilancio è una spada di Damocle sulla testa di tutti, dirigenti e tifosi, che forse dovrebbero trovare canali per parlarsi ed essere più uniti («Il prossimo anno ce ne sarà bisogno...», ammette Zanca).
Giancarlo Iacchini
«Noi comunque andiamo avanti lo stesso – dice Zanca – con il medesimo impegno, fermamente intenzionati a far bene, come del resto ci sembra di aver fatto anche lo scorso anno: sfido chiunque a dire che quella squadra, sulla carta, non fosse competitiva!». Gli “operativi" della Vuelle non si sentono chiamati in causa dalla delusione del presidente: «A parte il fatto che nello sport i risultati non sono mai matematici (un Moratti ne sa qualcosa...), la decisione di tagliare i costi (oppure di vendere) non ha nulla a che vedere con i risultati sportivi. E’ una sacrosanta necessità economica. Anzi forse doveva essere presa anche prima, così certe illusioni non sarebbero nate... Dobbiamo solo alla generosità e alla passione di Scavolini se negli ultimi tre anni abbiamo avuto a disposizione grandi cifre». E cosa cambia con un budget dimezzato? «Dovremo agire in modo completamente diverso, prendendoci più rischi, ricercando giocatori buoni ma non campioni affermati. L’idea di andare a scovare in giro per il mondo atleti poco conosciuti che possano esplodere qui da noi è senz’altro bellissima e suggestiva, ma bisogna essere consapevoli che ci vuole anche molta fortuna, e che potrebbero capitarci persone che per un qualunque motivo non si ambientano e non ripetono gli exploit realizzati altrove. Diventa difficile programmare e c’è il rischio di dover cambiare squadra ogni anno».
Quel “cominciamo a muoverci" detto all’inizio si riferisce alla ricerca di questi giocatori? «Non ancora – precisa il vicepresidente – In questa prima fase stiamo vagliando la situazione di chi è sotto contratto, aperti ad ogni eventuale soluzione che il mercato possa offrire»: ci sembra trasparente il riferimento a Beric, col suo faraonico contratto che, unito al taglio del budget, rischia di strangolare nella culla la prossima Scavolini. Sembra evidente che solo liberandosi di questo capestro Pesaro può sperare di trattenere Booker, come supplicano i tifosi. Zanca, che ovviamente questa interpretazione non può confermarla, ai tanti fans del capitano si sente di dire solo questo: «Melvin l’ho portato io a Pesaro: per me è come un fratello!». Come dire: figuriamoci se non vorrei tenerlo, ma la “dura lex" del bilancio è una spada di Damocle sulla testa di tutti, dirigenti e tifosi, che forse dovrebbero trovare canali per parlarsi ed essere più uniti («Il prossimo anno ce ne sarà bisogno...», ammette Zanca).
Giancarlo Iacchini