Prima di trasferirsi a Taiyuan, capitale della provincia Shanxi, la nazionale azzurra ha trascorso le ultime ore a Pechino, visitando la Muraglia cinese. Qualche ora di vacanza per poi concentrarsi sugli impegni agonistici di questa tourneé che vedrà l'Italia affrontare oggi (alle 16.30 italiane) la Cina e poi la Jugoslavia e l'Australia.
Dopo l'ultimo allenamento, nella palestra dell'Università diEducazione fisica di Pechino, il ct Carlo Recalcati è apparso abbastanza soddisfatto: «Gli ultimi arrivati, Galanda, Marconato e Bulleri, si sono subito inseriti anche perché i nostri giochi già li avevano imparati durante le qualificazioni europee di novembre. Stiamo bene, tocchiamo scaramanticamente ferro, e siamo competitivi. I frutti del lavoro svolto in un mese si vedono. Lunedì mattina, a Taiyuan, dopo l'allenamento, decideremo i dodici che affronteranno la Cina».
Parlando di Cina l'argomento del giorno è ovviamente Yao Ming, lo spilungone di 2.25, prima scelta assoluta ai draft Nba degli Houston Rockets. Dire che lo conoscono bene è esagerato, però Yao Ming attirò l'attenzione alle Olimpiadi di Sydney quando gli azzurri, già qualificati, affrontarono i cinesi e persero (85-76). Di quella squadra, oggi sono in Cina Denis Marconato, Giacomo Galanda e Michele Mian. «Ovviamente la sua altezza attirò l'attenzione ma contro di noi non fu determinante» ricorda Marconato. Yao Ming segnò 6 punti e catturò 6 rimbalzi durante i suoi 30'in campo.
«La sua scelta è stata chiaramente politica - suggerisce Giacomo Galanda -, Il basket Nba cerca nuovi mercati e contemporaneamente cerca didare un motivo di identificazione alle comunità cinesi negli USA. Yao Ming è comunque un giocatore con buone mani e piedi veloci per la sua altezza. Da rispettare».
Della squadra olimpica ci sono Li Nan, un'ala che a Sydney segnò 25 punti all'Italia, la guardia Guo Shiqiang e l'ala Hu Weidong, oltre a Mengke Ba Téer, centro di 2,10, mvp all'AllStar Game del 2002 della Chinese Basketball Association e giocatore Nba con i Denver Nuggets. Manca, perché ancora negli Stati Uniti, Zhizhi Wang, centro di 2,16, il vero idolo perchè il primo giocatore cinese a giocare nella Nba, scelta dai Dallas Mavericks. «Sicuramente una squadra forte e in crescita - sottolinea Galanda - che sta cominciando a credere nel proprio potenziale a livello internazionale e quindi un brutto cliente per tutti ai mondiali di settembre». Mondiali ai quali, a differenza delle altre partecipanti al torneo cinese, l'Italia farà solo da lontana spettatrice.
Dopo l'ultimo allenamento, nella palestra dell'Università diEducazione fisica di Pechino, il ct Carlo Recalcati è apparso abbastanza soddisfatto: «Gli ultimi arrivati, Galanda, Marconato e Bulleri, si sono subito inseriti anche perché i nostri giochi già li avevano imparati durante le qualificazioni europee di novembre. Stiamo bene, tocchiamo scaramanticamente ferro, e siamo competitivi. I frutti del lavoro svolto in un mese si vedono. Lunedì mattina, a Taiyuan, dopo l'allenamento, decideremo i dodici che affronteranno la Cina».
Parlando di Cina l'argomento del giorno è ovviamente Yao Ming, lo spilungone di 2.25, prima scelta assoluta ai draft Nba degli Houston Rockets. Dire che lo conoscono bene è esagerato, però Yao Ming attirò l'attenzione alle Olimpiadi di Sydney quando gli azzurri, già qualificati, affrontarono i cinesi e persero (85-76). Di quella squadra, oggi sono in Cina Denis Marconato, Giacomo Galanda e Michele Mian. «Ovviamente la sua altezza attirò l'attenzione ma contro di noi non fu determinante» ricorda Marconato. Yao Ming segnò 6 punti e catturò 6 rimbalzi durante i suoi 30'in campo.
«La sua scelta è stata chiaramente politica - suggerisce Giacomo Galanda -, Il basket Nba cerca nuovi mercati e contemporaneamente cerca didare un motivo di identificazione alle comunità cinesi negli USA. Yao Ming è comunque un giocatore con buone mani e piedi veloci per la sua altezza. Da rispettare».
Della squadra olimpica ci sono Li Nan, un'ala che a Sydney segnò 25 punti all'Italia, la guardia Guo Shiqiang e l'ala Hu Weidong, oltre a Mengke Ba Téer, centro di 2,10, mvp all'AllStar Game del 2002 della Chinese Basketball Association e giocatore Nba con i Denver Nuggets. Manca, perché ancora negli Stati Uniti, Zhizhi Wang, centro di 2,16, il vero idolo perchè il primo giocatore cinese a giocare nella Nba, scelta dai Dallas Mavericks. «Sicuramente una squadra forte e in crescita - sottolinea Galanda - che sta cominciando a credere nel proprio potenziale a livello internazionale e quindi un brutto cliente per tutti ai mondiali di settembre». Mondiali ai quali, a differenza delle altre partecipanti al torneo cinese, l'Italia farà solo da lontana spettatrice.
Fonte: Il Gazzettino