La Benetton ha trascorso una settimana da record, in linea diretta con l'Nba: i Draft, la lotteria delle scelte delle franchigie americane, vedeva infatti coinvolti nel ruolo di attori protagonisti ben due atleti biancoverdi, Nickoloz Tskitishvili e Bostjan Nachbar, trasformati in una notte da promesse a realtà del basket che conta.
La Benetton è stata perciò la prima squadra europea a piazzare ben due nomi nel primo giro delle scelte, con l'attenzione dei media e degli addetti ai lavori Nba che già s'era concentrata da tempo sull'ala 19enne georgiana, alla fine n.5 assoluto e preda dei Denver Nuggets.
«Il mio cuore stava esplodendo nel momento in cui iniziavano i Draft - spiega Nickoloz Tskitishvili, rientrato a Treviso per fare armi e bagagli in vista del trasloco oltreoceano - e non capivo davvero nulla dall'emozione. Giocare nella Nba era il mio sogno fin dal primo giorno in cui ho tirato a canestro: adesso ci sono, mi sento pronto, altrimenti non sarei venuto fino a qui, a New York, per essere scelto».
Cosa ti fa pensare di poter fare il grande salto?
«Intanto l'esser stato preso da una compagine al primo giro ed entro i primi dieci; poi il fatto di essermi sempre allenato bene, da settembre ininterrottamente sino a settimana scorsa».
Quanto ha pesato, ad inizio stagione, il non aver potuto giocare?
«Tantissimo. Ero sconfortato, però continuavo ad allenarmi ed alla fine i frutti di tutto quel lavoro si sarebbero visti. Colgo l'occasione per ringraziare lo staff tecnico Benetton, da Mike D'Antoni a Renato Pasquali, il vice allenatore che ha trascorso con me mattine su mattine per sedute individuali. Credo che se sono arrivato alla Nba lo devo un po' anche a loro».
Cosa ti aspetti dalla nuova squadra?
«L'idea di giocare a Denver mi stuzzica molto, conosco Kiki Vandeweghe il general manager - dai tempi dell'Euro Big Man Camp della scorsa stagione in Ghirada, ndr - ancora non so chi sarà il coach ma resto positivamente fiducioso».
Altro pezzo pregiato dei Draft Nba 2002 è stato Bostjan Nachbar, per il quale il mondo dei professionisti si era mosso anni addietro: "Boki" aveva già partecipato per due anni consecutivi all'Hoop Summit, la manifestazione che racchiude ogni anno tutti i migliori Under 20 del mondo, ed era nel mirino di agenti e scout Nba. La chiamata è scattata al n.15, scelto (via Toronto) dagli Houston Rockets, che erano venuti più volte a visionarlo durante la stagione: tra i tanti osservatori, lo stesso tecnico della franchigia texana, Rudy Tomjanovich, a Treviso lo scorso maggio.
«Avessi dovuto scegliere la squadra in cui andare - le prime parole da Rocket di Bostjan Nachbar - avrei detto Houston, quindi chi può essere più felice di me adesso?».
Il grande salto in Nba sembra finalmente concretizzarsi, anche se appena un anno or sono giocavi poco e venivi utilizzato con un ruolo da comprimario.
«Adesso tutti a New York conoscono la Benetton e sono molto contento per Treviso, una città che mi ha dato tantissimo e porterò con me nella Nba. Altro non voglio dire, anche perché devo moltissimo a questa società, squadra e pubblico».
Cosa ti aspetterà in Texas?
«Conosco Rudy Tomjanovich, ho visto giocare Francis e come tipo di impostazione mi pare molto simile a quella che imprime Tyus Edney, di conseguenza quello praticato da Houston è un basket che mi si addice. Tra l'altro i Rockets hanno preso anche Yao Ming, penso che ci stiamo rafforzando e tra qualche anno saremo competitivi».
All'interno delle scelte è rientrato anche Peter Fehse, l'ala forte tedesca di 18 anni (2.11) che attualmente è sotto il controllo della Benetton: Fehse, che proviene dallo Halle (3° divisione tedesca), dove quest'anno ha realizzato una media di 17 punti per partita, è stato scelto al secondo giro, con il numero 49 dai Seattle Supersonics. Segno che in Ghirada è sempre in movimento ed al passo coi tempi.
F.M.
La Benetton è stata perciò la prima squadra europea a piazzare ben due nomi nel primo giro delle scelte, con l'attenzione dei media e degli addetti ai lavori Nba che già s'era concentrata da tempo sull'ala 19enne georgiana, alla fine n.5 assoluto e preda dei Denver Nuggets.
«Il mio cuore stava esplodendo nel momento in cui iniziavano i Draft - spiega Nickoloz Tskitishvili, rientrato a Treviso per fare armi e bagagli in vista del trasloco oltreoceano - e non capivo davvero nulla dall'emozione. Giocare nella Nba era il mio sogno fin dal primo giorno in cui ho tirato a canestro: adesso ci sono, mi sento pronto, altrimenti non sarei venuto fino a qui, a New York, per essere scelto».
Cosa ti fa pensare di poter fare il grande salto?
«Intanto l'esser stato preso da una compagine al primo giro ed entro i primi dieci; poi il fatto di essermi sempre allenato bene, da settembre ininterrottamente sino a settimana scorsa».
Quanto ha pesato, ad inizio stagione, il non aver potuto giocare?
«Tantissimo. Ero sconfortato, però continuavo ad allenarmi ed alla fine i frutti di tutto quel lavoro si sarebbero visti. Colgo l'occasione per ringraziare lo staff tecnico Benetton, da Mike D'Antoni a Renato Pasquali, il vice allenatore che ha trascorso con me mattine su mattine per sedute individuali. Credo che se sono arrivato alla Nba lo devo un po' anche a loro».
Cosa ti aspetti dalla nuova squadra?
«L'idea di giocare a Denver mi stuzzica molto, conosco Kiki Vandeweghe il general manager - dai tempi dell'Euro Big Man Camp della scorsa stagione in Ghirada, ndr - ancora non so chi sarà il coach ma resto positivamente fiducioso».
Altro pezzo pregiato dei Draft Nba 2002 è stato Bostjan Nachbar, per il quale il mondo dei professionisti si era mosso anni addietro: "Boki" aveva già partecipato per due anni consecutivi all'Hoop Summit, la manifestazione che racchiude ogni anno tutti i migliori Under 20 del mondo, ed era nel mirino di agenti e scout Nba. La chiamata è scattata al n.15, scelto (via Toronto) dagli Houston Rockets, che erano venuti più volte a visionarlo durante la stagione: tra i tanti osservatori, lo stesso tecnico della franchigia texana, Rudy Tomjanovich, a Treviso lo scorso maggio.
«Avessi dovuto scegliere la squadra in cui andare - le prime parole da Rocket di Bostjan Nachbar - avrei detto Houston, quindi chi può essere più felice di me adesso?».
Il grande salto in Nba sembra finalmente concretizzarsi, anche se appena un anno or sono giocavi poco e venivi utilizzato con un ruolo da comprimario.
«Adesso tutti a New York conoscono la Benetton e sono molto contento per Treviso, una città che mi ha dato tantissimo e porterò con me nella Nba. Altro non voglio dire, anche perché devo moltissimo a questa società, squadra e pubblico».
Cosa ti aspetterà in Texas?
«Conosco Rudy Tomjanovich, ho visto giocare Francis e come tipo di impostazione mi pare molto simile a quella che imprime Tyus Edney, di conseguenza quello praticato da Houston è un basket che mi si addice. Tra l'altro i Rockets hanno preso anche Yao Ming, penso che ci stiamo rafforzando e tra qualche anno saremo competitivi».
All'interno delle scelte è rientrato anche Peter Fehse, l'ala forte tedesca di 18 anni (2.11) che attualmente è sotto il controllo della Benetton: Fehse, che proviene dallo Halle (3° divisione tedesca), dove quest'anno ha realizzato una media di 17 punti per partita, è stato scelto al secondo giro, con il numero 49 dai Seattle Supersonics. Segno che in Ghirada è sempre in movimento ed al passo coi tempi.
F.M.
Fonte: Il Gazzettino