Sconochini, come va?
«Va bene. Sono campione di Spagna. Una bella soddisfazione considerando che la mia ex squadra pensava fossi un giocatore finito».
E adesso, cosa farà?
«Non lo so ancora. Piuttosto, è vero quello che si dice in giro?».
Se ne dicono tante da queste parti, sia più preciso.
«Che il mio vecchio amico Savic è diventato un pezzo grosso della Fortitudo».
Potrebbe. Lo sapremo presto. Magari potrebbe anche chiamarla.
«Non credo che mi vogliano».
E si dice che Zoran potrebbe anche portare Ivanovic da queste parti.
«Ancora Dusko? No, mi è bastato un anno».
E' così cattivo?
«No, ma fa lavorare parecchio. Anche se poi raccoglie risultati importanti. Questo è il suo metodo, ma quelli sono anche i suoi meriti, visti i risultati che ottiene».
Ma della Virtus cosa pensa?
«L'ho già detto, mi sembra chiaro».
Ce l'ha con i suoi ex compagni?
«Assolutamente no. Ce l'ho con chi, un anno fa, aveva la possibilità di decidere. E mi ha scaricato».
E intanto cosa fa?
«Sono a Milano, il contratto con il Tau mi è scaduto domenica, e faccio il papà a tempo pieno con Matilda, che ha 13 mesi».
Ma il Tau la vorrebbe ancora?
«Credo che stiano parlando con Toto Ricciotti, il mio procuratore».
E lei?
«Aspetto. Non mi dispiacerebbe rientrare in Italia».
Per dimostrare...
«Per dimostrare un bel niente. Quello che ho fatto parla per me. Non ho più vent'anni, ma so giocare a basket».
Se la chiamasse la Fortitudo?
«Perché no? Ma non credo. E' una grande squadra che deve vincere subito».
Beh, anche lei sa vincere. L'ha fatto con la Virtus, l'ha fatto con il Tau. E poi c'è Savic.
«Con Zoran siamo amici a prescindere. Ci sentiamo spesso, ma non necessariamente parliamo di basket».
Ha sentito anche Ginobili?
«Sì, è in Argentina. Credo che alla fine andrà nella Nba».
Torniamo alla Virtus.
«Prima o poi doveva accadere: non si può vincere sempre».
Ma il quesito è un altro. Ed è legato a quello che è accaduto durante l'anno. Abbio degradato, Messina sollevato. E ancora Abbio in Spagna...
«Sono cose che riguardano la società, preferisco non parlarne».
Ma è più bello vincere uno scudetto a Bologna o in Spagna?
«Con il Tau è stato molto bello. Straordinario perché era il primo. Un po' come è successo con la Virtus. Quando abbiamo vinto la Coppa dei Campioni a Barcellona. Era la prima volta. A Vitoria è stata una stagione speciale, perché oltre al titolo abbiamo portato a casa la Coppa del Re». Alessandro Gallo
«Va bene. Sono campione di Spagna. Una bella soddisfazione considerando che la mia ex squadra pensava fossi un giocatore finito».
E adesso, cosa farà?
«Non lo so ancora. Piuttosto, è vero quello che si dice in giro?».
Se ne dicono tante da queste parti, sia più preciso.
«Che il mio vecchio amico Savic è diventato un pezzo grosso della Fortitudo».
Potrebbe. Lo sapremo presto. Magari potrebbe anche chiamarla.
«Non credo che mi vogliano».
E si dice che Zoran potrebbe anche portare Ivanovic da queste parti.
«Ancora Dusko? No, mi è bastato un anno».
E' così cattivo?
«No, ma fa lavorare parecchio. Anche se poi raccoglie risultati importanti. Questo è il suo metodo, ma quelli sono anche i suoi meriti, visti i risultati che ottiene».
Ma della Virtus cosa pensa?
«L'ho già detto, mi sembra chiaro».
Ce l'ha con i suoi ex compagni?
«Assolutamente no. Ce l'ho con chi, un anno fa, aveva la possibilità di decidere. E mi ha scaricato».
E intanto cosa fa?
«Sono a Milano, il contratto con il Tau mi è scaduto domenica, e faccio il papà a tempo pieno con Matilda, che ha 13 mesi».
Ma il Tau la vorrebbe ancora?
«Credo che stiano parlando con Toto Ricciotti, il mio procuratore».
E lei?
«Aspetto. Non mi dispiacerebbe rientrare in Italia».
Per dimostrare...
«Per dimostrare un bel niente. Quello che ho fatto parla per me. Non ho più vent'anni, ma so giocare a basket».
Se la chiamasse la Fortitudo?
«Perché no? Ma non credo. E' una grande squadra che deve vincere subito».
Beh, anche lei sa vincere. L'ha fatto con la Virtus, l'ha fatto con il Tau. E poi c'è Savic.
«Con Zoran siamo amici a prescindere. Ci sentiamo spesso, ma non necessariamente parliamo di basket».
Ha sentito anche Ginobili?
«Sì, è in Argentina. Credo che alla fine andrà nella Nba».
Torniamo alla Virtus.
«Prima o poi doveva accadere: non si può vincere sempre».
Ma il quesito è un altro. Ed è legato a quello che è accaduto durante l'anno. Abbio degradato, Messina sollevato. E ancora Abbio in Spagna...
«Sono cose che riguardano la società, preferisco non parlarne».
Ma è più bello vincere uno scudetto a Bologna o in Spagna?
«Con il Tau è stato molto bello. Straordinario perché era il primo. Un po' come è successo con la Virtus. Quando abbiamo vinto la Coppa dei Campioni a Barcellona. Era la prima volta. A Vitoria è stata una stagione speciale, perché oltre al titolo abbiamo portato a casa la Coppa del Re». Alessandro Gallo
Fonte: Il Resto del Carlino