L´ANNUNCIO tarderà qualche giorno, ma da ieri Zoran Savic è il nuovo manager della Fortitudo. Investitura diretta di Giorgio Seragnoli, tre anni di contratto: così tambureggiava mondo basket, riunito al sorteggio di Barcellona. Benvenuto all´inferno a Zoran non si può dire: l´ha già vissuto su entrambe le sponde, Virtus e Fortitudo. Benvenuto e basta, allora. Muto re Giorgio, pure Savic, al cronista che ieri l´avesse incrociato, poteva al più squadernare vita e opere fino ad ora. Dopo la cena della nomina, nulla di nulla. Anche perché il mandato si apre con un caso impervio: convincere a venir qui Dusko Ivanovic, suo ex compagno di Jugoplastika e attuale coach del Tau.
Giornata gonfia a Basket City, pure ieri. Conficcati sulla carta d´Europa come le bandierine del generale Rommel, i nostri eroi erano così seminati. Un folto gruppo vacanze a Barcellona, decollato all´alba dal Marconi, per il sorteggio. Nel gruppo: Ettore Messina, ex tecnico della Virtus, in volo come mano fatata dell´urna (prima pallina estratta, Benetton: la forza del destino); Dado Lombardi, plenipotenziario Virtus, all´esordio europeo; Enzo Lefebre e Santi Puglisi, ministri con chissà quale portafoglio, presente e futuro, della Skipper. Sulla spiaggia di Trieste, intanto, stava al sole Matteo Boniciolli: è in attesa di colloqui, ma ogni giorno che passa gioca contro di lui.
Pure la bandierina di Ivanovic sventolava al Liceu: era una delle quattro mani fatate del sorteggio. Dusko era uno e trino. «Ho contratto col Tau e vado avanti col Tau», a un´agenzia spagnola. «Tutto si può fare», ai viandanti italiani: compreso lasciare Vitoria. Ieri mattina l´allarme echeggiava pure sui giornali baschi. «La obsesión del Skipper Bolonia con Dusko Ivanovic no tiene fin», e non c´è bisogno di tradurre. E l´allarme ribaltava la quiete di poche ore prima. «Il secondo assalto per Ivanovic, un anno dopo, da parte della Skipper, diventata pazza per lui, finirà come il primo: Dusko dirà di no». Tirarlo via costa poi un paio di vecchi miliardi: e allora si sta parlando di giocatori, a conguaglio, ossia di Meneghin o di Fucka (tutt´e due paiono, francamente, troppi). Meneghin a Vitoria Savic e Seragnoli glielo porterebbero sul cannone della bici. Resta che Andrea può dire sì o no. E a Siena ha già detto no.
A casa Virtus, calma apparente. Si aspetta il sì di Tanjevic, e si sogna che, sul carro di Boscia, possa arrivare pure Bodiroga. Che vorrebbe lasciare Atene, ha la finestra contrattuale per farlo ed è già sotto il tiro del Barcellona. Bodiroga costa due milioni di dollari l´anno, un´enormità: ma per quella cifra, benchè non tutta corrisposta, l´ultimo anno Griffith ha molto più guardato che giocato. In serata poi, Madrigali s´è occupato di un altro contrattone da smaltire: quello di Becirovic, che potrebbe partire (Efes Pilsen per Kambala?). Tra le voci di radiomercato, anche un Pecile in zona Virtus. Ufficiale, invece: giovedì Roma presenta Brunamonti e Bucchi.
Walter Fuochi
Giornata gonfia a Basket City, pure ieri. Conficcati sulla carta d´Europa come le bandierine del generale Rommel, i nostri eroi erano così seminati. Un folto gruppo vacanze a Barcellona, decollato all´alba dal Marconi, per il sorteggio. Nel gruppo: Ettore Messina, ex tecnico della Virtus, in volo come mano fatata dell´urna (prima pallina estratta, Benetton: la forza del destino); Dado Lombardi, plenipotenziario Virtus, all´esordio europeo; Enzo Lefebre e Santi Puglisi, ministri con chissà quale portafoglio, presente e futuro, della Skipper. Sulla spiaggia di Trieste, intanto, stava al sole Matteo Boniciolli: è in attesa di colloqui, ma ogni giorno che passa gioca contro di lui.
Pure la bandierina di Ivanovic sventolava al Liceu: era una delle quattro mani fatate del sorteggio. Dusko era uno e trino. «Ho contratto col Tau e vado avanti col Tau», a un´agenzia spagnola. «Tutto si può fare», ai viandanti italiani: compreso lasciare Vitoria. Ieri mattina l´allarme echeggiava pure sui giornali baschi. «La obsesión del Skipper Bolonia con Dusko Ivanovic no tiene fin», e non c´è bisogno di tradurre. E l´allarme ribaltava la quiete di poche ore prima. «Il secondo assalto per Ivanovic, un anno dopo, da parte della Skipper, diventata pazza per lui, finirà come il primo: Dusko dirà di no». Tirarlo via costa poi un paio di vecchi miliardi: e allora si sta parlando di giocatori, a conguaglio, ossia di Meneghin o di Fucka (tutt´e due paiono, francamente, troppi). Meneghin a Vitoria Savic e Seragnoli glielo porterebbero sul cannone della bici. Resta che Andrea può dire sì o no. E a Siena ha già detto no.
A casa Virtus, calma apparente. Si aspetta il sì di Tanjevic, e si sogna che, sul carro di Boscia, possa arrivare pure Bodiroga. Che vorrebbe lasciare Atene, ha la finestra contrattuale per farlo ed è già sotto il tiro del Barcellona. Bodiroga costa due milioni di dollari l´anno, un´enormità: ma per quella cifra, benchè non tutta corrisposta, l´ultimo anno Griffith ha molto più guardato che giocato. In serata poi, Madrigali s´è occupato di un altro contrattone da smaltire: quello di Becirovic, che potrebbe partire (Efes Pilsen per Kambala?). Tra le voci di radiomercato, anche un Pecile in zona Virtus. Ufficiale, invece: giovedì Roma presenta Brunamonti e Bucchi.
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica