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Gli obiettivi della Mabo

La società livornese vuole i play-off e fare nuovi proseliti

LIVORNO — Che il basket di casa nostra sia in crisi è ormai certo. Una crisi di identità, tecnica, ma soprattutto economica. Che ha radici lontane e non accenna a risolversi. Due squadre cancellate in due anni, un campionato che doveva essere a 20 unità che si è trascinato monco (a 19) la scorsa stagione e ne vedrà al via solo 18 in questa dopo la scomparsa di Verona. E non è che tra le altre tutte godano di buona salute. Milano è stata salvata in extremis, moltre altre si dibattono tra mille problemi e non possono essere competitive. Il campionato insomma è diviso in due tronconi. Le squadre che «possono» e quelle che si... arrangiano. La Mabo fa parte del secondo gruppo, quello che deve fare i conti in economia, ma anche quello dove si possono ricavare maggiori soddisfazioni. Dove insomma il lavoro ben fatto, sia a livello manageriale che tecnico, paga. E può portare ai play-off e magari anche in Europa. Lo scorso anno le cose sono andate benino se si considera che la squadra era una neopromossa. Quest'anno si spera che l'esperienza fatta possa portare a risultati migliori. Perchè la Mabo ha una base di potenzialità alta. Che deriva da un gruppo di «indigeni» da far invidia a quasi tutte le società non di vertice e potenziato dalla norma che limita il numero degli extracomunitari. Partire da Giachetti, Parente, Santarossa, Garri, Sambugaro e Cotani vuol dir partire con un buon vantaggio. Il resto lo devono fare le capacità di general manager e coach. E, ovviamente, il budget a disposizione. Che deve essere sfruttato nel modo migliore. Facendo meno errori possibile, trovando i giocatori adatti al campionato italiano ed alle caratteristiche della squadra. Ovviamente ci vuole fiuto e... fortuna. Senza la quale non è che si possa andare lontano. L'altro obbiettivo della Mabo per questa stagione che dovrebbe essere l'ultima al PalaMacchia prima che apra il nuovo Palasport dovrà essere quello di portare spettatori al basket. E lo si può fare con i risultati, il bel gioco, ma anche con i prezzi dei biglietti bassi. Ciò che viene ricavato dagli incassi non incide più di tanto nella gestione di una società di A1. Tanto vale contenere i prezzi e invogliare la gente ad andare al Palasport. Una volta acquisita la massa si potrà sempre operare con gli aumenti.
Lorenzo Gremigni
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