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Soragna, cuore di capitano

Il giocatore resterà ancora a Biella

'Il cuore si misura da quanto tu ami, non da quanto tu sei amato dagli altri' dice il Mago di Oz all'uomo di latta. E anche in questo caso, meno romantico, per carità, se il capitano ha scelto di restare c'entra il suo affetto per la Pallacanestro Biella e anche quello che i tifosi provano per lui. In maglia rossoblu Matteo Soragna (mantovano, classe 1975) si è scoperto giocatore da serie A, poi da nazionale e da qualche settimana anche da mercato estivo. Siena, Milano, Pesaro e Cantù: tutte avrebbero fatto un'offerta seria nel caso Matteo avesse deciso di lasciare Biella per tentare il grande salto.
E invece il gm Marco Atripaldi, dopo l'ingaggio di Fabio Di Bella, ha messo a segno un altro colpo importante tenendosi stretto per altri due anni il giocatore, smentendo la regola che voleva tutti gli ultimi capitani rossoblu lasciare Biella a fine stagione. Soragna, carattere timido e pacato, alle prese con la rieducazione della spalla sinistra operata a fine stagione, commenta così la firma su un contratto nuovo fiammante, ritoccato all'insù, ma non certo di prima fascia come avrebbe potuto esserlo altrove: "Non è più tempo da contratti folli - dice -, ma ci tengo a sottolineare che la società mi ha accontentato in tutto, dimostrando una volta di più la sua grande serietà". - In teoria si possono fare squadre di dieci stranieri e una squadra piccola si svena per un italiano. Solo strano o cos'altro?
"Semplicemente serio. Il fatto che il primo acquisto sia stato Di Bella, poi la firma di Maiocco e quindi la mia riconferma, è il frutto di strategie e progetti a lungo termine che per fortuna puntano su giocatori italiani in un momento non proprio felice".
- Il suo pensiero in merito?
"Il fatto di aver limitato il numero di extracomunitari è positivo, ma dall'altro abbiamo perso il numero minimo di italiani e alla fine non so se c'è stato un guadagno per il movimento. Il Coni però sembra aver dato parere negativo, vedremo gli sviluppi".
- Chi o che cosa l'ha convinta a rimanere a Biella, malgrado ci fossero altre opportunità?
"Ammetto che qualche alternativa c'era, ma con i dirigenti sono sempre stato in contatto e ci siamo sempre parlati con franchezza. Ripeto, la loro determinazione e la loro serietà non poteva essere ripagata in altro modo, senza contare che io sono molto felice di rimanere".
- Ma sia sincero, se la spalla fosse stata a posto sarebbe rimasto lo stesso?
"Dico la verità, la spalla ha contato poco o nulla. Ho il tempo necessario per riprendermi".
- A proposito, come va?
"Bene direi, continuo ad allenarmi e il primo giorno di preparazione sarò già in grado di seguire la parte atletica col gruppo. Con calma tornerò quello di prima, anzi, spero meglio!".
- Potrebbe ritrovare Cookie Belcher, magari anche Bougaieff, oppure essere l'unica riconferma. Ramagli dice che lei è un punto fermo. Troppa responsabilità sulle spalle del capitano?
"Direi di no. Sarebbe bello che Cookie tornasse, l'intesa tra guardie sarebbe più facile da trovare. Per il resto, Biella farà il suo campionato".
Gabriele Pinna
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