Sta entrando rapidamente in sintonia con la sua nuova realtà, Andrea Mazzon. Al punto tale che, non appena gli si chiede delle difficoltà che una neopromossa come Napoli potrà incontrare in serie A, lui risponde spostando immediatamente l'interesse su uno degli argomenti che sta più a cuore al presidente Maione. «Gli ostacoli da superare - spiega il tecnico della Di Nola - saranno quelli tipici di una squadra che dovrà misurarsi con le grandi senza poter disporre di un palazzetto al centro della città. E per sopperire a questa mancanza, dovremo sottoporci ad un lavoro molto duro. Un po' come accadde all'inizio a Verona. Dopo cinque anni, però, finimmo per giocare in Eurolega».
Un traguardo, quello della principale manifestazione continentale, che l'avvocato Maione conta di tagliare con Napoli nel giro di tre anni. Prima, però, c'è da coprire quel percorso d'avvicinamento che, più realisticamente, passa indiscutibilmente da quella salvezza che dev'essere considerato il primo obiettivo da centrare per la formazione azzurra.
«La permanenza in serie A - conviene Mazzon - è quello che Andrea Fadini m'ha chiesto di raggiungere quanto prima. Il presidente, per la verità, vorrebbe qualcosa di più. Ma di tutto questo, comunque, potremo parlare più in là. Adesso, prima d'ogni altra cosa, bisogna costruire una buona squadra». Un argomento, quello dei giocatori da confermare e da acquistare, che da giorni i due Andrea della Di Nola (Fadini e Mazzon) stanno affrontando con grande attenzione. Peccato, però, che a mettere in discussione una Napoli composta da cinque extracomunitari, cinque italiani e due giovani, siano recentemente arrivati i segnali poco incoraggianti provenienti dal Coni a proposito del numero di stranieri da poter eventualmente tesserare nel prossimo campionato.
«Se queste regole dovessero passare - dice il coach senza usare troppi giri di parole - per noi sarebbe un disastro cosmico. Chi resterà rispetto al gruppo dello scorso anno? Ci sono dei giocatori ancora sotto contratto. I nomi? Ve li dirà Fadini».
È scaramantico, Andrea Mazzon. Al punto tale d'aver fatto subito i debiti scongiuri quando ha pensato che lo scorso anno, più o meno di questi tempi, la Nuova Pallacanestro Napoli presentava quel Dado Lombardo che all'ombra del Vesuvio non sarebbe riuscito a gustare il panettone. Ma con la buona sorte si sente assolutamente in debito, il coach veneziano che lo scorso anno è stato esonerato da Jesi e, successivamente, non è riuscito ad evitare la retrocessione ad Imola: «Dopo tutta la sfiga avuta nella passata stagione, sono a posto per i prossimi dieci anni. Un episodio su tutti: alla guida di Jesi ho dovuto fare a meno di un giocatore americano (Bakari Hendrix, ndr.) che una sera ha pensato bene di gettare dell'acqua su una padella piena di patate fritte. La conseguenza? Una bella ustione che me lo ha tolto di squadra per alcune settimane».
Carlo Carione
Un traguardo, quello della principale manifestazione continentale, che l'avvocato Maione conta di tagliare con Napoli nel giro di tre anni. Prima, però, c'è da coprire quel percorso d'avvicinamento che, più realisticamente, passa indiscutibilmente da quella salvezza che dev'essere considerato il primo obiettivo da centrare per la formazione azzurra.
«La permanenza in serie A - conviene Mazzon - è quello che Andrea Fadini m'ha chiesto di raggiungere quanto prima. Il presidente, per la verità, vorrebbe qualcosa di più. Ma di tutto questo, comunque, potremo parlare più in là. Adesso, prima d'ogni altra cosa, bisogna costruire una buona squadra». Un argomento, quello dei giocatori da confermare e da acquistare, che da giorni i due Andrea della Di Nola (Fadini e Mazzon) stanno affrontando con grande attenzione. Peccato, però, che a mettere in discussione una Napoli composta da cinque extracomunitari, cinque italiani e due giovani, siano recentemente arrivati i segnali poco incoraggianti provenienti dal Coni a proposito del numero di stranieri da poter eventualmente tesserare nel prossimo campionato.
«Se queste regole dovessero passare - dice il coach senza usare troppi giri di parole - per noi sarebbe un disastro cosmico. Chi resterà rispetto al gruppo dello scorso anno? Ci sono dei giocatori ancora sotto contratto. I nomi? Ve li dirà Fadini».
È scaramantico, Andrea Mazzon. Al punto tale d'aver fatto subito i debiti scongiuri quando ha pensato che lo scorso anno, più o meno di questi tempi, la Nuova Pallacanestro Napoli presentava quel Dado Lombardo che all'ombra del Vesuvio non sarebbe riuscito a gustare il panettone. Ma con la buona sorte si sente assolutamente in debito, il coach veneziano che lo scorso anno è stato esonerato da Jesi e, successivamente, non è riuscito ad evitare la retrocessione ad Imola: «Dopo tutta la sfiga avuta nella passata stagione, sono a posto per i prossimi dieci anni. Un episodio su tutti: alla guida di Jesi ho dovuto fare a meno di un giocatore americano (Bakari Hendrix, ndr.) che una sera ha pensato bene di gettare dell'acqua su una padella piena di patate fritte. La conseguenza? Una bella ustione che me lo ha tolto di squadra per alcune settimane».
Carlo Carione