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Virtus, operazione Bodiroga

Con Tanjevic e 1,5 milioni di dollari il colpo si può fare

SE le abitudini della casa sono ancora quelle di due estati fa, quando fu calato, lo stesso giorno, il tris d´assi Jaric-Ginobili-Griffith (toh, i tre partenti d´adesso), avremo dalla Virtus, la settimana prossima, molti annunci in un colpo solo. Tanjevic allenatore non è più, oramai, nemmeno una notizia. Lo sta diventando invece Dejan Bodiroga: è lui il grande obiettivo della Virtus, e già in questo week-end potrebbe venir messo sotto chiave. L´offerta è arrivata, il tam tam batte forte in tutta Europa, anche se ieri Dejan ha opposto una (debole) smentita. «Non sto trattando niente con nessuno. Sto aspettando le mosse del Panathinaikos». Per la Virtus, si parla ancora di due play, McDonald e Pecile, del Parker che furoreggiava al Maccabi (se fallirà l´assalto a Bodiroga), di Darryl Middleton, ala-pivot del Panathinaikos, e infine di un armadio grande, grosso e stoppatore, che resta per ora solo un identikit.
«Prima di settembre avremo un allenatore», ha detto ieri Dado Lombardi ai cronisti genovesi, laddove si presentava la Supercoppa. Scherzando, sviava un tema che, di questi tempi, scotta ancora, e fa chiedere ad esempio, in parallelo, in quale giorno la Benetton annuncerà Messina, prima mossa d´un domino di esiti impronosticabili. Le ultime parole famose, alle dimissioni del coach, furono che la Virtus si riservava qualsiasi tutela legale. Che Benetton-Virtus del 14 settembre, per la citata Supercoppa, non sia la prima sfida tra ex pare molto presumibile.
Prende forma, almeno in progetto, la nuova Virtus. Il reparto più nuovo sarà il centrocampo, dove, rispetto a un´estate fa, tre pezzi su sei non ci sono già più: Jaric, Ginobili, Abbio. Becirovic e Rigaudeau hanno contratto, ma potrebbe restarne uno solo: a occhio, più il francese, se con l´agente dello sloveno si tratta per rivedere il contratto qui, o sistemarlo altrove. Come regista titolare, viene seguito da mesi Arriel McDonald, americano di passaporto sloveno, pilota del Maccabi. E come suo cambio si punta su Pecile, che però ha un altro anno di contratto a Pesaro e va negoziato con la Scavolini. Antonio Granger è in portafoglio fino a domenica: c´è un´idea di tenerlo, ma contrattando sul prezzo. A Bonora infine è scaduto il contratto: può restare o no, dipende pure da chi, dei pesci cercati, resterà nella rete.
La storia di ieri sono i tam tam su Bodiroga, quando la notizia d´una sua uscita dal Panathinaikos, dove gli è scaduto il contratto, è rimbalzata fra Belgrado, Atene e Barcellona. A Belgrado si sa tutto degli eroi della patria, e lì si diceva che Dejan diverrà bianconero, ovviamente in accoppiata con Tanjevic, il suo scopritore. Ad Atene si raccontava che il Panathinaikos era sotto ultimatum: o in 48 ore pareggiava l´offerta della Virtus, o Bodiroga cambiava casa. A Barcellona infine si registrava un sorpasso: su Dejan il Barca è pronto a investire tantissimo, ma il tantissimo della Virtus pareva di più, un biennale da un milione e 800 mila dollari a stagione. In verità, si tratta sul milione e mezzo, e il Pana ha fatto sapere al ragazzo che pareggerà qualsiasi proposta. Resta da capire se ne ha ancora voglia lui: fuori dalla porta gli bussano Virtus, Real e Barcellona, anche se la tentazione più grossa sarebbe la Nba, ossia quella Houston dove Tomjanovich lo stima tanto. Darryl Middleton, in scadenza al Pana, veniva dato in Spagna, al Girona, dopodichè sarebbe entrata la Virtus. Mah. Middleton ha passaporto spagnolo, che non guasta, ma ha pure 36 anni e non è proprio un 5. Magari è un diversivo per battere altre piste.
In Fortitudo resta aperta la caccia a Ivanovic, che costa tanto, forse troppo, e allora per questo è stato sondato Sakota, nocchiero dell´Aek. Ma il vero obiettivo resta Dusko e il venditore, il presidente del Tau Querejeta, ne ha fatto il prezzo. 700 mila dollari per rilevarne il contratto, poi quasi altrettanti ne vorrà di stipendio il coach. Non è un´operazione da due lire, da varare a cuor leggero, e in Fortitudo stanno decidendo se andare o lasciare. A Vitoria aspettano. Se resta Dusko, evviva. Se restano orfani, chiamano Scariolo.
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica
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