— Coach Finelli: con l'Orlandina per tre quarti si è vista una gran bella Sinteco.
«E' vero, ma in termini di approccio e di intensità, anche dopo Rimini ero rimasto soddisfatto. La differenza notevole è stata nelle percentuali di tiro e nella fluidità in attacco. La prova di Mack è un esempio di ciò. Insomma, il tiro può andare e venire, ma la coesione e l'identità ci sono».
— C'è un dato positivo ricorrente: la squadra viene rimontata ma vince sempre i finali punto a punto.
«E' vero, ci è successo spesso, e le ragioni possono essere molteplici. In generale dico che questa squadra ha nel suo Dna degli alti e dei bassi di rendimento, perchè è un gruppo giovane, ma è solo vincendo che si diventa vincenti ed un calo è fisiologico. Poi, entrando nel dettaglio della gara di domenica, ci sono chiavi anche tecniche».
— Ad esempio la zona chiamata da Lambruschi?
«Si, ed ha coinciso in un calo delle percentuali. Poi loro, con Mescheriakov in ala piccola, hanno alzato l'intensità difensiva e limitato le giocate dentro l'area di Freeman e Black».
— E' stata la giornata di Mack, soprattutto nei momenti chiave. Da un po' di tempo non lo si vedeva nel ruolo di risolutore.
«Era in giornata e lui è uno che ha grande fiducia nei propri mezzi. D'altronde, essendo uno dei nostri leader offensivi, è giusto che si prenda delle responsabilità».
— Ora si va a Messina per provare a inseguire il quinto posto...
«L'ultima volta a Messina abbiamo giocato talmente male che ora sarà doveroso far dimenticare quella figuraccia e giocarcela punto a punto, come a Napoli. Se vogliamo alzare il tiro e pensare in grande, dobbiamo provare a vincere in trasferta, per farci trovare pronti nei play-off».
— L'unica nota stonata è quella di un Hamilton lontano parente, anche come atteggiamento, di quello visto fino a dicembre.
«E' in un momento di forma non positivo, per lui è come se fosse ancora precampionato, per questo non gli riesce nulla. Ma vi assicuro che sta lavorando molto e che può tornare ad essere lui già nei play-off».
Mauro Paterlini
«E' vero, ma in termini di approccio e di intensità, anche dopo Rimini ero rimasto soddisfatto. La differenza notevole è stata nelle percentuali di tiro e nella fluidità in attacco. La prova di Mack è un esempio di ciò. Insomma, il tiro può andare e venire, ma la coesione e l'identità ci sono».
— C'è un dato positivo ricorrente: la squadra viene rimontata ma vince sempre i finali punto a punto.
«E' vero, ci è successo spesso, e le ragioni possono essere molteplici. In generale dico che questa squadra ha nel suo Dna degli alti e dei bassi di rendimento, perchè è un gruppo giovane, ma è solo vincendo che si diventa vincenti ed un calo è fisiologico. Poi, entrando nel dettaglio della gara di domenica, ci sono chiavi anche tecniche».
— Ad esempio la zona chiamata da Lambruschi?
«Si, ed ha coinciso in un calo delle percentuali. Poi loro, con Mescheriakov in ala piccola, hanno alzato l'intensità difensiva e limitato le giocate dentro l'area di Freeman e Black».
— E' stata la giornata di Mack, soprattutto nei momenti chiave. Da un po' di tempo non lo si vedeva nel ruolo di risolutore.
«Era in giornata e lui è uno che ha grande fiducia nei propri mezzi. D'altronde, essendo uno dei nostri leader offensivi, è giusto che si prenda delle responsabilità».
— Ora si va a Messina per provare a inseguire il quinto posto...
«L'ultima volta a Messina abbiamo giocato talmente male che ora sarà doveroso far dimenticare quella figuraccia e giocarcela punto a punto, come a Napoli. Se vogliamo alzare il tiro e pensare in grande, dobbiamo provare a vincere in trasferta, per farci trovare pronti nei play-off».
— L'unica nota stonata è quella di un Hamilton lontano parente, anche come atteggiamento, di quello visto fino a dicembre.
«E' in un momento di forma non positivo, per lui è come se fosse ancora precampionato, per questo non gli riesce nulla. Ma vi assicuro che sta lavorando molto e che può tornare ad essere lui già nei play-off».
Mauro Paterlini
Fonte: Il Resto del Carlino