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Il sigaro di Boscia su Casalecchio

D´Antoni verso i Suns grazie a una storia di corna

LETTORE: Allora, vogliamo fare la conta di chi se n´è andato? Uno sponsor, la Kinder. Due allenatori, Messina e Molin, più il preparatore Sepulcri. Tre giocatori del primo quintetto, Jaric, Ginobili e Griffith. Un Brunamonti, perché c´è solo un Brunamonti. Altri ne seguiranno. E, dica, io dovrei correre ad abbonarmi?
GIORNALISTA: Beh, abbia pazienza, qualcuno arriverà pure. Il Dado sta lavorando sodo, non deve aver mai fatto tanti chilometri come l´ultimo mese, in vita sua. E se il naso non mi tradisce, il sigaro del vecchio Tanjevic ammorbava il cielo sopra Casalecchio, sabato pomeriggio. Poi dicono anche che Scariolo libero sia una suggestione forte ma Boscia rimane in prima fila. Diversi giocatori paiono all´orizzonte. Se tra questi c´è davvero Bodiroga, non le farà schifo.
LETTORE: Io ho sentito parlare di Komazec.
GIORNALISTA: Ma non ripeta tutte le sciocchezze che sente. Poi, col suo abbonamento, faccia quel che crede. Prima però, soprattutto, aspettiamo che ci siano in fila dieci ragazzi alti e grossi per capire come sono stati messi insieme.
LETTORE: Guardando dall´altra parte, mi sa tanto che la storia si ripete. Bianchini fu licenziato dall´amministratore…
GIORNALISTA: … che dovette andargli a suonare a casa, in via dei Mille, perché Valerio in quei giorni era malato. E forse è l´unico caso al mondo di allenatore esonerato in vestaglia.
LETTORE: Skansi.
GIORNALISTA: Skansi è un signore, ha una splendida barca e quando capì che stare a casa ad aspettare una convocazione a Bologna era inutile, decise che era più sano veleggiare tra le isole dalmate. Con Seragnoli non riusciva più a parlare, ma una volta capitò che il capo prese su il telefonino. Buongiorno, fece lui, si ricorda di me? Sono Pero Skansi, il suo allenatore.
LETTORE: Recalcati.
GIORNALISTA: Mollato, ripreso, rimollato. Roba di un anno fa. Conferenze stampa, comunicati, controcomunicati, si ricorda? Poi tutto si quietò perché Charly andò a Reggio Calabria, con Myers, da Mimmetto Barbaro. Poi lì saltò tutto, in Turchia andarono male gli Europei di Tanjevic e Charly fu fatto papa in azzurro. Ma ha ragione lei, la memoria appiattisce. Quest´anno ne abbiamo viste tante che quelle di dieci mesi fa sembrano storie del Medioevo.
LETTORE: E adesso Boniciolli.
GIORNALISTA: Ecco, qui però forse la storia si potrebbe interrompere. Non lo dia per morto. Magari la sorpresa è che torna fuori proprio lui. Il campionato è finito il 15 giugno, da allora è a bagnomaria, ed è quasi un mese, ma alla fine diranno che si sono inventati tutto i giornalisti.
LETTORE: Beh, dovrebbe conoscerla, ormai, Basket City.
GIORNALISTA: Vero, batto questo marciapiede da vent´anni ma son sicuro di non averle ancora viste tutte. La prima Virtus che seguii fu una Sinudyne di Porelli, Bisacca, Villalta e del giovane Brunamonti, appena arrivato da Rieti. La prima Fortitudo era Latte Sole: Biagi presidente, Angori manager, Dodo Rusconi allenatore. Ho visto passare, tra l´una e l´altra, 13 presidenti, altrettanti general manager, 21 allenatori, 15 sponsor.
LETTORE: Le è scesa la lacrima?
GIORNALISTA: No, tutto passa. Ho visto le foto di Brunamonti a Roma. Vedremo presto quelle di Messina a Treviso, dove esibirà le sue «richiestissime e invidiatissime prestazioni»: e dove, detto tra noi, saranno cavoli amari, perché là se fai meno dell´adorato D´Antoni sei un coglione, e da coglione è già passato uno come Obradovic, triturato proprio dopo il divino Mike. Piuttosto, la sa la storia della Rana?
LETTORE: E che è diventato lei, Esopo?
GIORNALISTA: Macchè, la Rana è il soprannome di Frank Johnson, il coach dei Suns. O il capo di D´Antoni, se preferisce. Ma la storia finisce in tribunale, dove pare si giochi a basket ormai più che sui parquet. Un giornale di Phoenix ha scritto che uno degli sponsor del club vuole tirar via tre milioni di dollari, già firmati per i prossimi 5 anni, per «motivi di dignità personale». O per banali fatti di corna, diremmo qui. Sostiene infatti il riccone che la sua signora, la bella Linda, se la fa da un po´ con Frank, ai suoi dì da giocatore (anche a Varese), detto la Rana. E che lui, a fare il becco che paga pure, non ci sta. Johnson ha replicato che sono tutte scuse per non tirar fuori i soldi e l´avvocato della sora Linda, spiegando che c´è già in piedi una causa di divorzio, ha fatto capire che ognuno sta tirando la coperta.
LETTORE: Morale della favola?
GIORNALISTA: Morale della favola: la Rana scoppia e D´Antoni, col culo che ha, diventa capo allenatore dei Suns.
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica
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