Ora è proprio fatta: a raccogliere la difficile eredità di Mike D'Antoni sarà il coach più bravo e dunque più adatto. Ettore Messina ieri ha messo la sua firma sul contratto che lo legherà alla Benetton per i prossimi quattro anni. La presentazione questa mattina alle 11,30. La scelta della Ghirada peraltro è in piena coerenza con il passato: cinque anni fa, quando Mike se ne andò per la prima volta, fu chiamato l'altro «santone», Zelimir Obradovic. Da queste parti si può dire che ormai sia passato il meglio dei cervelloni del basket. Il matrimonio tra Messina e la Benetton era praticamente... inevitabile.
La società aveva bisogno di un grosso nome per mantenersi ad alto livello, il coach aveva capito, dopo il licenziamento-choc e l'arrivo di Dado Lombardi, che la sua storia con la Virtus era finita con due anni di anticipo. La Benetton e Messina si sono incontrati, piaciuti, fidanzati ed infine sposati.
«Sì, direi che è stata la naturale conclusione di tutta la trattativa - commenta Ettore - Ora che è ufficiale dico solo che sono estremamente contento perché vado a lavorare, senza nulla togliere a nessuno, nella società più organizzata d'Italia, a fianco di persone veramente capaci. Se Gilberto Benetton, Buzzavo e Gherardini hanno scelto me non può che farmi molto piacere: spero solamente di poter ricambiare tutta questa fiducia».
Una volta si diceva che il modello da seguire era la Virtus.
«Quella è una organizzazione diversa, a Treviso esiste una struttura avanzatissima soprattutto nella ricerca di giocatori in tutta Europa. Ed in un momento in cui tutti i club dovranno adeguarsi in tal senso, la Benetton è senz'altro all'avanguardia».
Tu sei nato cestisticamente e cresciuto a Bologna: la Benetton è il tuo secondo club in 11 anni. Un po' di timore non ce l'hai?
«Se devo essere sincero ce l'ho, sì. Sono io che dovrò imparare rapidamente a conoscere una nuova realtà, però spero anche che alla fine riuscirò a farmi apprezzare».
Le tue linee tecniche per completare la squadra?
«Mi fido ciecamente di Gherardini e Buzzavo: chiaro che lavoreremo fianco a fianco, ma loro sono personaggi esperti ed affidabilissimi. A parte quelli che già conosco, Nemeth l'ho visto in cassetta e mi ha fatto un'ottima impressione».
Tu fino all'altro giorno eri uno dei nemici storici dei tifosi biancoverdi...
«Vorrei riuscire a fargli cambiare idea in fretta: spero che mi concedano un bonus di pazienza e disponibilità».
Alla Benetton c'è una certa euforia: dopo lo scudetto e le scelte Nba, ecco il terzo colpo di cui parla tutta l'Europa. «Siamo molto soddisfatti - commenta il pigì Maurizio Gherardini - Avevamo sempre ammirato un avversario di grande qualità, averlo qui è il modo migliore per riproporci sulla scena nazionale ed estera con lo scudetto sulla maglia. Credo veramente che negli ultimi anni a Treviso abbiamo visto alcuni dei più grandi allenatori in circolazione, personaggi per i quali qualsiasi club farebbe carte false».
Fa un certo effetto pensare a Messina coach della Benetton.
«Beh, per i primi giorni non sarà facile, ci vorrà tempo per abituarci all'idea di vederlo con colori diversi dal bianconero. In ogni caso Ettore è una grandissima "addiction", un arrivo importantissimo, un uomo di grande carisma e leadership».
Con cui andare all'assalto dell'Eurolega...
«Tutto a suo tempo. Ora ci metteremo a discutere e valutare con calma».
La società aveva bisogno di un grosso nome per mantenersi ad alto livello, il coach aveva capito, dopo il licenziamento-choc e l'arrivo di Dado Lombardi, che la sua storia con la Virtus era finita con due anni di anticipo. La Benetton e Messina si sono incontrati, piaciuti, fidanzati ed infine sposati.
«Sì, direi che è stata la naturale conclusione di tutta la trattativa - commenta Ettore - Ora che è ufficiale dico solo che sono estremamente contento perché vado a lavorare, senza nulla togliere a nessuno, nella società più organizzata d'Italia, a fianco di persone veramente capaci. Se Gilberto Benetton, Buzzavo e Gherardini hanno scelto me non può che farmi molto piacere: spero solamente di poter ricambiare tutta questa fiducia».
Una volta si diceva che il modello da seguire era la Virtus.
«Quella è una organizzazione diversa, a Treviso esiste una struttura avanzatissima soprattutto nella ricerca di giocatori in tutta Europa. Ed in un momento in cui tutti i club dovranno adeguarsi in tal senso, la Benetton è senz'altro all'avanguardia».
Tu sei nato cestisticamente e cresciuto a Bologna: la Benetton è il tuo secondo club in 11 anni. Un po' di timore non ce l'hai?
«Se devo essere sincero ce l'ho, sì. Sono io che dovrò imparare rapidamente a conoscere una nuova realtà, però spero anche che alla fine riuscirò a farmi apprezzare».
Le tue linee tecniche per completare la squadra?
«Mi fido ciecamente di Gherardini e Buzzavo: chiaro che lavoreremo fianco a fianco, ma loro sono personaggi esperti ed affidabilissimi. A parte quelli che già conosco, Nemeth l'ho visto in cassetta e mi ha fatto un'ottima impressione».
Tu fino all'altro giorno eri uno dei nemici storici dei tifosi biancoverdi...
«Vorrei riuscire a fargli cambiare idea in fretta: spero che mi concedano un bonus di pazienza e disponibilità».
Alla Benetton c'è una certa euforia: dopo lo scudetto e le scelte Nba, ecco il terzo colpo di cui parla tutta l'Europa. «Siamo molto soddisfatti - commenta il pigì Maurizio Gherardini - Avevamo sempre ammirato un avversario di grande qualità, averlo qui è il modo migliore per riproporci sulla scena nazionale ed estera con lo scudetto sulla maglia. Credo veramente che negli ultimi anni a Treviso abbiamo visto alcuni dei più grandi allenatori in circolazione, personaggi per i quali qualsiasi club farebbe carte false».
Fa un certo effetto pensare a Messina coach della Benetton.
«Beh, per i primi giorni non sarà facile, ci vorrà tempo per abituarci all'idea di vederlo con colori diversi dal bianconero. In ogni caso Ettore è una grandissima "addiction", un arrivo importantissimo, un uomo di grande carisma e leadership».
Con cui andare all'assalto dell'Eurolega...
«Tutto a suo tempo. Ora ci metteremo a discutere e valutare con calma».