PESARO — A Milano e Biella, dove ha lavorato, lo definiscono un allenatore coraggioso: come accoglie questo giudizio Marco Crespi?
«Mi fa piacere perché arriva da persone che hanno vissuto quotidianamente con me. Il mio coraggio — spiega Crespi — nasce dall'entusiasmo: la pallacanestro è qualcosa che fa parte di me, che mi dà motivazioni ogni giorno, un'occasione per conquistarsi qualcosa. Il coraggio passa attraverso i dubbi, io ne ho ogni giorno: mettersi in discussione e risolverli è la cosa più appassionante della vita».
A proposito di passione: una piazza passionale e un allenatore vulcanico andranno d'accordo?
«In teoria l'unione può funzionare, anche se alla fine questi rapporti sono dettati dai risultati. Per me fare risultati non vuol dire solo vincere o perdere una partita, ma significa anche vedere che ogni giocatore riesce a rendere al suo massimo livello. Io sono uno che vive la partita in modo coinvolgente, quindi mi fa certamente piacere avere il sostegno di un pubblico vero alle spalle».
Crespi allievo di Tanjevic: si riconosce in questa definizione?
«Non mi piacciono molto le etichette. Diciamo che ho avuto la fortuna di vivere esperienze profonde e di avere completezza nella mia formazione: ho lavorato quattro anni con D'Antoni che certamente ha un marchio americano, e poi a lungo con Tanjevic, grande rappresentante della scuola slava. Sono legatissimo ad entrambe, a Boscia in modo particolare per l'esperienza che abbiamo condiviso in Nazionale e anche perché è una persona meravigliosa».
Società in vendita, budget dimezzato: era proprio l'anno migliore per accettare l'offerta di Pesaro?
«Il budget è un aspetto relativo, dipende dal punto di partenza precedente. Per me è importante lavorare dove c'è un'idea — sottolinea il nuovo coach — e la Scavolini ce l'ha. La società ha deciso di cambiare direzione ai suoi programmi e io mi sento pronto a lavorarci dentro».
Pare di capire che Pecile avrà un ruolo importante nella nuova squadra: sbagliamo?
«E' ancora presto per esprimersi ma non mi nascondo. Pecile è pronto? si chiedono tutti. Io dico che dev'essere pronto a doversi assumere responsabilità: non è più una giovane promessa, adesso tocca a lui».
L'obiettivo di questa stagione, visto che lei ha firmato un contratto annuale?
«In un basket che manca d'identità, esprimerne una. Far sì che Pesaro possa scrivere altre belle pagine di basket».
Elisabetta Ferri
PESARO — E adesso si parte. Ieri giornata piena per Crespi, a colloquio con la dirigenza per decidere le prime operazioni di mercato, oggi un breve blitz a Milano per prendere un po' di roba, domani sarà di nuovo in via Paterni per «tuffarsi» e vedere cosa c'è da pescare per costruire la nuova Scavolini. Al momento ci sono un paio di nodi da sciogliere con due giocatori che sono rimasti in sospeso in attesa di una risposta: Tusek, per il quale era pronto un biennale e Maggioli che senza Pillastrini potrebbe essere più sereno nel rimanere in biancorosso. E comunque il pacchetto lunghi è tutto da fare e forse il nome di Lacey non è del tutto campato per aria: l'americano di passaporto irlandese, scaduto il contratto con Biella, è il classico «fighter» che potrebbe andar bene per uscire dalla panchina. Ma allora Tusek sarà titolare o per lui non c'è più posto alla Vuelle? La risposta a breve.
Intanto, si è saputo chi c'era dietro l'affare saltato fra Booker e Milano, che erano a un passo dalla firma: un'offertona da parte dell'Ulker Istanbul (600.000 dollari) che partecipa all'Eurolega ha messo in crisi Melvin. Di certo c'è che il suo procuratore e Zanca si sono sentiti dopo la presentazione ufficiale di Crespi ma le cifre richieste per trattenerlo non sono disponibili in via Paterni. Pecile è sempre più in rampa di lancio: domani rientra dalla tournée cinese con la Nazionale e prima di andare a passare le vacanze a casa di Blair ci sarà probabilmente il tempo per una chiacchierata con Crespi. Infine c'è da chiarire la posizione di Traina: pareva sul piede di partenza, e il suo pesante contratto è un indizio in più, ma le sue caratteristiche non dispiacciono al nuovo allenatore e forse può aprirsi uno spiraglio.
e.f.
«Mi fa piacere perché arriva da persone che hanno vissuto quotidianamente con me. Il mio coraggio — spiega Crespi — nasce dall'entusiasmo: la pallacanestro è qualcosa che fa parte di me, che mi dà motivazioni ogni giorno, un'occasione per conquistarsi qualcosa. Il coraggio passa attraverso i dubbi, io ne ho ogni giorno: mettersi in discussione e risolverli è la cosa più appassionante della vita».
A proposito di passione: una piazza passionale e un allenatore vulcanico andranno d'accordo?
«In teoria l'unione può funzionare, anche se alla fine questi rapporti sono dettati dai risultati. Per me fare risultati non vuol dire solo vincere o perdere una partita, ma significa anche vedere che ogni giocatore riesce a rendere al suo massimo livello. Io sono uno che vive la partita in modo coinvolgente, quindi mi fa certamente piacere avere il sostegno di un pubblico vero alle spalle».
Crespi allievo di Tanjevic: si riconosce in questa definizione?
«Non mi piacciono molto le etichette. Diciamo che ho avuto la fortuna di vivere esperienze profonde e di avere completezza nella mia formazione: ho lavorato quattro anni con D'Antoni che certamente ha un marchio americano, e poi a lungo con Tanjevic, grande rappresentante della scuola slava. Sono legatissimo ad entrambe, a Boscia in modo particolare per l'esperienza che abbiamo condiviso in Nazionale e anche perché è una persona meravigliosa».
Società in vendita, budget dimezzato: era proprio l'anno migliore per accettare l'offerta di Pesaro?
«Il budget è un aspetto relativo, dipende dal punto di partenza precedente. Per me è importante lavorare dove c'è un'idea — sottolinea il nuovo coach — e la Scavolini ce l'ha. La società ha deciso di cambiare direzione ai suoi programmi e io mi sento pronto a lavorarci dentro».
Pare di capire che Pecile avrà un ruolo importante nella nuova squadra: sbagliamo?
«E' ancora presto per esprimersi ma non mi nascondo. Pecile è pronto? si chiedono tutti. Io dico che dev'essere pronto a doversi assumere responsabilità: non è più una giovane promessa, adesso tocca a lui».
L'obiettivo di questa stagione, visto che lei ha firmato un contratto annuale?
«In un basket che manca d'identità, esprimerne una. Far sì che Pesaro possa scrivere altre belle pagine di basket».
Elisabetta Ferri
PESARO — E adesso si parte. Ieri giornata piena per Crespi, a colloquio con la dirigenza per decidere le prime operazioni di mercato, oggi un breve blitz a Milano per prendere un po' di roba, domani sarà di nuovo in via Paterni per «tuffarsi» e vedere cosa c'è da pescare per costruire la nuova Scavolini. Al momento ci sono un paio di nodi da sciogliere con due giocatori che sono rimasti in sospeso in attesa di una risposta: Tusek, per il quale era pronto un biennale e Maggioli che senza Pillastrini potrebbe essere più sereno nel rimanere in biancorosso. E comunque il pacchetto lunghi è tutto da fare e forse il nome di Lacey non è del tutto campato per aria: l'americano di passaporto irlandese, scaduto il contratto con Biella, è il classico «fighter» che potrebbe andar bene per uscire dalla panchina. Ma allora Tusek sarà titolare o per lui non c'è più posto alla Vuelle? La risposta a breve.
Intanto, si è saputo chi c'era dietro l'affare saltato fra Booker e Milano, che erano a un passo dalla firma: un'offertona da parte dell'Ulker Istanbul (600.000 dollari) che partecipa all'Eurolega ha messo in crisi Melvin. Di certo c'è che il suo procuratore e Zanca si sono sentiti dopo la presentazione ufficiale di Crespi ma le cifre richieste per trattenerlo non sono disponibili in via Paterni. Pecile è sempre più in rampa di lancio: domani rientra dalla tournée cinese con la Nazionale e prima di andare a passare le vacanze a casa di Blair ci sarà probabilmente il tempo per una chiacchierata con Crespi. Infine c'è da chiarire la posizione di Traina: pareva sul piede di partenza, e il suo pesante contratto è un indizio in più, ma le sue caratteristiche non dispiacciono al nuovo allenatore e forse può aprirsi uno spiraglio.
e.f.
Fonte: Il Resto del Carlino