ROSETO — Dopo l’annuncio dell’acquisto di Monroe, Fajardo e Moltedo, i nuovi dirigenti del Roseto Basket sono tornati a lavorare a fari spenti per completare prima dell’11 agosto, giorno dell’adunata della comitiva, il rosters con tutti i nomi dei giocatori che dovranno affrontare il prossimo campionato di basket di serie A1.
Valerio Bianchini, già in posizione di comando nello staff dirigenziale, si muove sul mercato senza assillo ma tenendo presente alcune regole, molte delle quali interne alla società. «Innanzitutto — ha detto il "Vate" —noi come regole vorremmo calcare le orme della Spagna che secondo me è il top dell’organizzazione europea di basket, cioè disconoscendo la sentenza Sheppard, perché ha dato già un colpo mortale ai vivai delle società, mantenendo presente un certo numero di italiani in squadra, europei con libera circolazione, ma non più di due extraeuropei. Ci muoveremo sul mercato tenendo presente che il "faro" della squadra sarà Rodney Monroe, il resto sarà formato da giocatori che sono arrivati alla maturità ma giovani, e che abbiamo una certa esperienza sul parquet».
Nei giorni scorsi si era parlato di un interessamento per il finlandese Rannikko. «E’ uno dei nostri obiettivi — ha aggiunto Valerio Bianchini — anche se le conclusioni delle trattative devono ancora arrivare».
Il Roseto Basket dopo il raduno a Roseto previsto per l’11 agosto, si trasferirà a Norcia, in Umbria, per un periodo di preparazione fino al 23 agosto. Nel frattempo, il 18 agosto, all’Arena Quattro Palme ci sarà la prima presentazione dell’intera comitiva mentre il 24 agosto la prima amichevole casalinga contro una formazione universitaria americana.
«A proposito di stranieri — ha concluso Bianchini — a presto io e Phil Melillo partiremo per gli Stati Uniti per visionare alcuni giocatori per trovare il secondo americano che potrebbe affrontare la stagione del Roseto Basket. Non vorremmo fare le schegge impazzite ma darci delle regole che valgono possibilmente per tutte le società. Ma se questo non fosse possibile noi adotteremo delle nostre per far sì, soprattutto, che la squadra non diventi una "stazione ferroviaria", dove c’è chi arriva e chi parte ad una velocità da passeggero». In pratica, non più lo sconcertante andirivieni di giocatori che caratterizzò la scorsa stagione.
Lino Faraone
Valerio Bianchini, già in posizione di comando nello staff dirigenziale, si muove sul mercato senza assillo ma tenendo presente alcune regole, molte delle quali interne alla società. «Innanzitutto — ha detto il "Vate" —noi come regole vorremmo calcare le orme della Spagna che secondo me è il top dell’organizzazione europea di basket, cioè disconoscendo la sentenza Sheppard, perché ha dato già un colpo mortale ai vivai delle società, mantenendo presente un certo numero di italiani in squadra, europei con libera circolazione, ma non più di due extraeuropei. Ci muoveremo sul mercato tenendo presente che il "faro" della squadra sarà Rodney Monroe, il resto sarà formato da giocatori che sono arrivati alla maturità ma giovani, e che abbiamo una certa esperienza sul parquet».
Nei giorni scorsi si era parlato di un interessamento per il finlandese Rannikko. «E’ uno dei nostri obiettivi — ha aggiunto Valerio Bianchini — anche se le conclusioni delle trattative devono ancora arrivare».
Il Roseto Basket dopo il raduno a Roseto previsto per l’11 agosto, si trasferirà a Norcia, in Umbria, per un periodo di preparazione fino al 23 agosto. Nel frattempo, il 18 agosto, all’Arena Quattro Palme ci sarà la prima presentazione dell’intera comitiva mentre il 24 agosto la prima amichevole casalinga contro una formazione universitaria americana.
«A proposito di stranieri — ha concluso Bianchini — a presto io e Phil Melillo partiremo per gli Stati Uniti per visionare alcuni giocatori per trovare il secondo americano che potrebbe affrontare la stagione del Roseto Basket. Non vorremmo fare le schegge impazzite ma darci delle regole che valgono possibilmente per tutte le società. Ma se questo non fosse possibile noi adotteremo delle nostre per far sì, soprattutto, che la squadra non diventi una "stazione ferroviaria", dove c’è chi arriva e chi parte ad una velocità da passeggero». In pratica, non più lo sconcertante andirivieni di giocatori che caratterizzò la scorsa stagione.
Lino Faraone