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Costa carica Pesaro

Il dg biancorosso: «Sarà un progetto coinvolgente»

PESARO — In via Paterni hanno aperto la finestra ed è entrata aria fresca: l'atmosfera stagnante dei giorni scorsi è scomparsa e c'è voglia di ripartire, di costruire, di comunicare. Il famoso progetto di cui si parla viene ben illustrato dalle parole di Ario Costa e Lucio Zanca.
«Io credo che dovendo mantenere la gestione in certi costi si può fare un lavoro molto interessante, coinvolgente e stimolante — dice il dg biancorosso —. Anzi, in una piazza come Pesaro, questa tipologia di giocatore a caccia di una reputazione potrebbe entusiasmare più dei nomi. Giovane non è sinonimo di sfigato». E' carico Ario e disegna paragoni che scaldano il cuore: «La realtà cestistica a Pesaro continuerà ad esistere anche se non si parlerà di scudetto per un po'. Eravamo ruspanti, eravamo i pescatori d'Italia, che quando andavano giù sapevano però dove andare. Ritorniamo ai tavoloni di viale dei Partigiani: quella mentalità ci farà bene e ci ridarà una gran voglia di venire a vedere le partite».
Zanca è in scia con Ario: «Cerchiamo giocatori che devono ancora esprimere qualcosa, che devono conquistarsi un nome e una carriera. Non necessariamente giovani anagraficamente — spiega Zanca —, tipi alla Granger partito da Biella e approdato alla Virtus. Non mi piace la parola ridimensionamento perchè è deprimente, invece il basket italiano deve dimensionarsi alla realtà e questo è un concetto positivo: se va bene, sarà la svolta della nostra pallacanestro».
Intanto, però, il mercato stagna: perché le regole non sono ancora certe. Ed è vergognoso il 10 luglio non aver ancora dato certezze ai club su come possono muoversi: l'uscita di Petrucci, qualche giorno fa, ha mandato in crisi il mercato. Chi pensava di potersi muovere per prendere 6 extra-comunitari adesso deve stare attento, salvo doverli rispedire al mittente in caso di diminuzione della quota da parte del Coni. La faccenda ha complicato anche la situazione di Tusek, parificato di nuovo agli stranieri perché Bosman-B: ora, purtroppo, prima di confermarlo, bisogna vederci chiaro.
Oggi sarà una giornata chiave anche per il discorso Coppe: a Bologna si tiene un'assemblea di Lega che minaccia di essere infuocata. Perché i diritti di Virtus, Fortitudo e Benetton di partecipare d'ufficio all'Eurolega sarebbero stati estesi dall'Uleb fino al 2006 e gli altri club sono in rivolta. La protesta parte soprattutto da Pesaro, Roma e Siena, ma anche Milano e Udine vogliono vederci chiaro: sarebbe un grave errore lasciare i diritti nelle mani delle stesse società per un nuovo triennio. Chi avrebbe voglia di investire sapendo che c'è solo un posto per l'Eurolega? O che per entrarci bisogna vincere per forza lo scudetto? Nel frattempo queste tre società potrebbero avere un ridimensionamento (per esempio la Fortitudo) o essere cedute (per esempio la Virtus): sarebbe giusto continuare a disputare l'Eurolega, in quel caso? Meglio un ranking annuale, con quattro posti e una bella battaglia che magari accenda la stagione regolare.
Elisabetta Ferri
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