Mano al passaporto, la Snaidero è di nuovo in Europa. La squadra di Frates si iscriverà all’Uleb cup e sarà la quarta squadra italiana a partecipare alla seconda manifestazione continentale per importanza dietro all’Eurolega. La scelta della squadra arancione dipendeva dalla rinuncia di Scavolini Pesaro e Virtus Roma: marchigiani e capitolini hanno passato la mano, adducendo motivazioni economiche e dando pertanto via libera ai friulani e alla Metis Varese che ne prendono il posto. Udine e Varese raggiungono così Coop Nordest Trieste e Roseto basket che avevano già aderito nei giorni scorsi all’Uleb cup.
Tanta la soddisfazione a Majano dove si comincia già a ragionare su come organizzare la prossima stagione, anche in virtù degli impegni infrasettimanali. «Il presidente Edi Snaidero ci ha dato il via libera – ha spiegato il gm Giancarlo Sarti – e noi ci siamo buttati con trasporto in questa nuova avventura. Partecipare a una competizione europea dà sempre lustro a una società. Siamo animati da grande entusiasmo e cercheremo, com’è ovvio, di ottenere il maggior risultato possibile. Certo, ci sarà la fatica del doppio impegno settimanale, ma ne varrà la pena, col conforto dei tifosi che spero apprezzino gli sforzi della società».
Nel campionato italiano giocheranno cinque extracomunitari per squadra: in Uleb cup, invece, qual è il contingente di stranieri permesso? «Innanzitutto – frena il general manager della squadra arancione – la situazione italiana è in continuo movimento e, dopo che al Senato avranno approvato la legge Fini-Bossi sui visti d’ingresso, potrebbe esserci qualche ribaltone anche sul numero di stranieri. In Europa si può far giocare due extraeuropei oltre a un numero illimitato di giocatori appartenenti all’area Fiba (senza distinzioni tra Bosman A e Bosman B, per intenderci, tanto che gli sloveni Alibegovic e Vujacic e il croato Cuic sarebbero comunitari per l’Uleb, ndr). In questo senso, ci abbiamo ragionato sopra e abbiamo capito che abbiamo già una buona base di partenza, grazie ai giocatori già sotto contratto. A questi, poi, aggiungeremo i giocatori che arriveranno dal mercato: c’è una miriade di ottimi nomi in attesa di una chiamata. Ogni trattativa, comunque, è al momento congelata in attesa di certezze sulle regole da seguire».
In casa Snaidero, comunque, c’è da ieri almeno una certezza in più: si chiama Europa.
Francesco Tonizzo
Tanta la soddisfazione a Majano dove si comincia già a ragionare su come organizzare la prossima stagione, anche in virtù degli impegni infrasettimanali. «Il presidente Edi Snaidero ci ha dato il via libera – ha spiegato il gm Giancarlo Sarti – e noi ci siamo buttati con trasporto in questa nuova avventura. Partecipare a una competizione europea dà sempre lustro a una società. Siamo animati da grande entusiasmo e cercheremo, com’è ovvio, di ottenere il maggior risultato possibile. Certo, ci sarà la fatica del doppio impegno settimanale, ma ne varrà la pena, col conforto dei tifosi che spero apprezzino gli sforzi della società».
Nel campionato italiano giocheranno cinque extracomunitari per squadra: in Uleb cup, invece, qual è il contingente di stranieri permesso? «Innanzitutto – frena il general manager della squadra arancione – la situazione italiana è in continuo movimento e, dopo che al Senato avranno approvato la legge Fini-Bossi sui visti d’ingresso, potrebbe esserci qualche ribaltone anche sul numero di stranieri. In Europa si può far giocare due extraeuropei oltre a un numero illimitato di giocatori appartenenti all’area Fiba (senza distinzioni tra Bosman A e Bosman B, per intenderci, tanto che gli sloveni Alibegovic e Vujacic e il croato Cuic sarebbero comunitari per l’Uleb, ndr). In questo senso, ci abbiamo ragionato sopra e abbiamo capito che abbiamo già una buona base di partenza, grazie ai giocatori già sotto contratto. A questi, poi, aggiungeremo i giocatori che arriveranno dal mercato: c’è una miriade di ottimi nomi in attesa di una chiamata. Ogni trattativa, comunque, è al momento congelata in attesa di certezze sulle regole da seguire».
In casa Snaidero, comunque, c’è da ieri almeno una certezza in più: si chiama Europa.
Francesco Tonizzo
