Una decina di metri di recinzione formata da pannelli d'alluminio ed un paio di mucchi di pietre e sabbia sistemati a ridosso del circolo di tennis. E' questo il segnale quasi impercettibile dell'inizio dei lavori di realizzazione della struttura mobile in viale Giochi del Mediterraneo. Un timido passo in avanti nella vicenda che in circa cinque mesi dovrà consegnare alla squadra di pallacanestro della Di Nola una sede di gioco diversa da quella rappresentata dal Palablù di Monteruscello per affrontare dopo undici anni il campionato di serie A.
Era stata indicata fra il 15 ed il 18 luglio, la data ufficiale per dare il via alla nuova opera. Una scadenza forse ancora rispettabile, se la lunga mano della burocrazia non rallenterà un cammino che finora non è stato mai spedito. Ora, infatti, nella zona interessata c'è da approvare una variante al traffico per la quale occorre un'autorizzazione che potrebbe farsi attendere più di quanto Mario Maione, il presidente della S.S.Basket Napoli, possa augurarsi. Ed è proprio questo passaggio a rendere ancoro più prudenti le dichiarazioni dei vertici della Veronesi Impianti, la ditta modenese che all'epoca s'è aggiudicata la gara d'appalto per il nuovo Palasport.
«Per noi - spiega il direttore generale Gian Paolo Melotti - tutto procede secondo programma. Nei giorni scorsi un nostro geometra è stato a Napoli per accertarsi che la parte interessata venisse recintata ed io stesso, la prossima settimana, sarò sul posto per compiere un'altra verifica ed incontrare i tecnici».
Segue da vicino l'evolversi delle cose, l'avvocato Maione. Tanto da vicino che un suo ingegnere è quotidianamente presente nell'ufficio dell'architetto Di Palo per registrare ogni variazione positiva e negativa legata alla vicenda. Uno stato di massima all'erta, quello legato agli impianti sportivi cittadini, testimoniato anche dalla polemica sollevata l’altro ieri dai consiglieri Giuliana Corrado, Antonio Culiers (CDL) e Carlo Di Dato (An) a proposito del glorioso «Mario Argento» che da anni attende di poter essere finalmente ristrutturato.
«Ci sono voluti ben otto anni per presentare un progetto di ristrutturazione ed ampliamento di questo impianto - hanno sottolineato i tre consiglieri nell'ambito della seduta congiunta fra la Commissione Territorio-Ambiente e la Commissione Cultura - e ne condividiamo le linee del progetto che porterebbe tale struttura al passo degli attuali standard internazionali. Al tempo stesso, però, siamo fortemente convinti della sua irrealizzabilità in tempi brevi vista la mancanza dei fondi richiesti. Infatti, il Comune di Napoli dispone attualmente di soli tredici miliardi di vecchie lire a fronte dei circa trenta necessari per completare tale opera».
Considerazioni, quelle mosse dai consiglieri Corrado, Culiers e Di Dato anche a proposito del Palavesuvio di Ponticelli e dello stesso stadio San Paolo di Napoli, che hanno determinato l'apertura di un tavolo di lavoro al quale parteciperanno i membri delle due commissioni e lo stesso assessore Giulia Parente.
Carlo Carione
Era stata indicata fra il 15 ed il 18 luglio, la data ufficiale per dare il via alla nuova opera. Una scadenza forse ancora rispettabile, se la lunga mano della burocrazia non rallenterà un cammino che finora non è stato mai spedito. Ora, infatti, nella zona interessata c'è da approvare una variante al traffico per la quale occorre un'autorizzazione che potrebbe farsi attendere più di quanto Mario Maione, il presidente della S.S.Basket Napoli, possa augurarsi. Ed è proprio questo passaggio a rendere ancoro più prudenti le dichiarazioni dei vertici della Veronesi Impianti, la ditta modenese che all'epoca s'è aggiudicata la gara d'appalto per il nuovo Palasport.
«Per noi - spiega il direttore generale Gian Paolo Melotti - tutto procede secondo programma. Nei giorni scorsi un nostro geometra è stato a Napoli per accertarsi che la parte interessata venisse recintata ed io stesso, la prossima settimana, sarò sul posto per compiere un'altra verifica ed incontrare i tecnici».
Segue da vicino l'evolversi delle cose, l'avvocato Maione. Tanto da vicino che un suo ingegnere è quotidianamente presente nell'ufficio dell'architetto Di Palo per registrare ogni variazione positiva e negativa legata alla vicenda. Uno stato di massima all'erta, quello legato agli impianti sportivi cittadini, testimoniato anche dalla polemica sollevata l’altro ieri dai consiglieri Giuliana Corrado, Antonio Culiers (CDL) e Carlo Di Dato (An) a proposito del glorioso «Mario Argento» che da anni attende di poter essere finalmente ristrutturato.
«Ci sono voluti ben otto anni per presentare un progetto di ristrutturazione ed ampliamento di questo impianto - hanno sottolineato i tre consiglieri nell'ambito della seduta congiunta fra la Commissione Territorio-Ambiente e la Commissione Cultura - e ne condividiamo le linee del progetto che porterebbe tale struttura al passo degli attuali standard internazionali. Al tempo stesso, però, siamo fortemente convinti della sua irrealizzabilità in tempi brevi vista la mancanza dei fondi richiesti. Infatti, il Comune di Napoli dispone attualmente di soli tredici miliardi di vecchie lire a fronte dei circa trenta necessari per completare tale opera».
Considerazioni, quelle mosse dai consiglieri Corrado, Culiers e Di Dato anche a proposito del Palavesuvio di Ponticelli e dello stesso stadio San Paolo di Napoli, che hanno determinato l'apertura di un tavolo di lavoro al quale parteciperanno i membri delle due commissioni e lo stesso assessore Giulia Parente.
Carlo Carione