PESARO — La Vuelle perde un simbolo, la tifoseria un pezzo di cuore. E anche noi non stiamo benissimo... Melvin Booker lascia Pesaro dopo tre anni splendidi: ha firmato per l'Ulker Istanbul dove giocherà per lo scudetto, disputerà l'Eurolega e guadagnerà una cifra adeguata alle sue qualità, condizioni che la Scavolini di quest'anno non poteva più garantirgli nè sotto il profilo degli obiettivi nè economicamente. Una perdita che brucia anche per questo, perché costringe a fare i conti con la nuova dimensione decisa dalla proprietà. Ma pesa soprattutto la perdita tecnica ed umana di un giocatore che quasi da solo ha riportato Pesaro ad alto livello, una persona fantastica, capace di far innamorare tutti per la sua dedizione, la sua generosità, la sua serietà, il suo attaccamento. Non ricordiamo un addio più sofferto per un americano dai tempi di Darren Daye, e abbiamo detto tutto.
In società dicono di aver tenuto i contatti quotidianamente con Melvin: «Lo chiamavo tutti i giorni, era a conoscenza di tutte le nostre mosse, dal ridimensionamento economico al cambio di allenatore — spiega Ario Costa —. Ma non sarebbe stato giusto trattenerlo in una realtà che sta cambiando profondamente progetto, per ricominciare daccapo. Booker ha 30 anni, se vuole vincere qualcosa nella sua carriera, ed è un'aspirazione legittima, non può aspettare noi. Sono dispiaciuto oltre che come dirigente, come amico: Melvin è una persona straordinaria che non dimenticheremo».
Arrivato a Pesaro in un'annata disgraziata, si frattura dopo tre partite: si fa operare e resta al fianco della squadra con le stampelle, segue tutte le partite dietro la panchina, accetta di tornare in campo nell'ultima gara contro Verona pur di evitare la retrocessione, contro il parere dei medici. Un cuore enorme, un'anima nobile. E dopo la stagione di Milano, appena sa che Pesaro farà di nuovo l'A1 torna per riportarla in alto: per la prima volta la Scavolini disputa una finale dopo sette anni (quella di Coppa Italia, nel 2001) e poi ancora la finale di Supercoppa a Genova in questa stagione. Colleziona sempre cifre da numero uno, capace di esaltare le capacità dei compagni senza mai dimenticare di essere protagonista. Sarà difficile ereditare la casacca numero 5 adesso: il testimone tecnico lo lascia nelle mani di Andrea Pecile, suo allievo ma anche suo grande amico. Booker voleva diventare come Cook, ricevere un'accoglienza da brividi al suo ritorno al Bpa Palas: siamo sicuri che quando questo avverrà sarà lo stesso, anche se non ha vinto lo scudetto. Ciao Melvin, buona fortuna.
Elisabetta Ferri
In società dicono di aver tenuto i contatti quotidianamente con Melvin: «Lo chiamavo tutti i giorni, era a conoscenza di tutte le nostre mosse, dal ridimensionamento economico al cambio di allenatore — spiega Ario Costa —. Ma non sarebbe stato giusto trattenerlo in una realtà che sta cambiando profondamente progetto, per ricominciare daccapo. Booker ha 30 anni, se vuole vincere qualcosa nella sua carriera, ed è un'aspirazione legittima, non può aspettare noi. Sono dispiaciuto oltre che come dirigente, come amico: Melvin è una persona straordinaria che non dimenticheremo».
Arrivato a Pesaro in un'annata disgraziata, si frattura dopo tre partite: si fa operare e resta al fianco della squadra con le stampelle, segue tutte le partite dietro la panchina, accetta di tornare in campo nell'ultima gara contro Verona pur di evitare la retrocessione, contro il parere dei medici. Un cuore enorme, un'anima nobile. E dopo la stagione di Milano, appena sa che Pesaro farà di nuovo l'A1 torna per riportarla in alto: per la prima volta la Scavolini disputa una finale dopo sette anni (quella di Coppa Italia, nel 2001) e poi ancora la finale di Supercoppa a Genova in questa stagione. Colleziona sempre cifre da numero uno, capace di esaltare le capacità dei compagni senza mai dimenticare di essere protagonista. Sarà difficile ereditare la casacca numero 5 adesso: il testimone tecnico lo lascia nelle mani di Andrea Pecile, suo allievo ma anche suo grande amico. Booker voleva diventare come Cook, ricevere un'accoglienza da brividi al suo ritorno al Bpa Palas: siamo sicuri che quando questo avverrà sarà lo stesso, anche se non ha vinto lo scudetto. Ciao Melvin, buona fortuna.
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino