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Biella, l'addio di Malaventura

Il giocatore torna a Pesaro, fortemente voluto da Crespi

Matteo torna a casa, a Pesaro, con l'obiettivo di divenire finalmente profeta in patria. La separazione tra Malaventura e la Pallacanestro Biella è divenuta ufficiale, con l'approdo di Marco Crespi sulla panchina della Vuelle.
Se l'era portato a Biella ed ora farà parte del nuovo progetto Scavolini, così come Ken Lacey pupillo crespiano pronto ad una piazza importante dopo due anni di crescita a Biella. Proprio come Matteo, esterno poliedrico, in grado di difendere forte, impostare il gioco, ma anche di segnare l'ultimo tiro con percentuali che rasentano la perfezione.
E nessuno dimentica, a Biella, che quando la sorte gli ha tolto l'affetto del padre, lui è sceso in campo per dare il meglio di sè, lacrime agli occhi, ma a denti stretti, giocando col cuore. Ora c'è una nuova sfida, a cui davvero non si poteva rinunciare, come spiega lui stesso: "Pesaro è la mia città - racconta in partenza per le vacanze a Capoverde - e poterci tornare, sapendo di potermi ritagliare uno spazio importante è una sfida che mi stimola molto".
- Alla Scavolini con Crespi e probabilmente Lacey: una colonia biellese nelle Marche?
"Bello ritrovare il coach che mi ha lanciato e anche un giocatore come Ken, non per niente a Biella lo chiamano 'guerriero'. Trovare l'armonia non sarà necessario, c'è già e per Pesaro sarà un vantaggio".
- Cosa si aspetta dalla prossima stagione?
"Di confermare il mio momento di crescita e di essere utile alla squadra della mia città".
- Lascia Biella dopo un biennio ricco di soddisfazioni. Un po' le dispiace?
"Direi molto, perché ho passato duie anni stupendi. Arrivavo da una stagione in B d'Eccellenza in cui non avevo reso al meglio delle mie possibilità. Biella è stata l'occasione per rilanciarmi. Non posso che ringraziare la società, i compagni e il pubblico stupendo che mi hanno sempre incoraggiato".
- Cestisticamente in che cosa è migliorato durante il tempo trascorso a Biella?
"Credo che l'aspetto che più è migliorato è quello della solidità mentale, quello della convinzione nei miei mezzi. Sono senz' altro un giocatore più sicuro".
- Il ricordo più bello in chiave rossoblu?
"La promozione in serie A, un'emozione forte ed indescrivibile che non scorderò. E poi vorrei metterci anche la vittoria contro la Kinder Bologna, in quel momento squadra campione d'Italia e d'Europa in carica".
- C'è un compagno con cui ha legato maggiormente sul campo e fuori?
"Matteo Soragna c'è una bella amicizia sia con lui sia con sua moglie Lisa. Mi dispiace separarmi dal capitano, ma continueremo a sentirci".
- A quando l'ultimo saluto a Biella?
"Torno dalle vacanze e poi verrò a salutare tutti di persona, non voglio dimenticare nessuno". E nessuno dei suoi tifosi dimeticherà lui.
ga.p.
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