PESARO - Come era facile immaginare anche l'ala-pivot Joey Beard, uomo di Crespi a Siviglia, entra nel pentolone delle voci di mercato che interessano la Scavolini, e allora il buon Michele Maggioli, dopo aver fatto la sua bella valigia, può mestamente chiuderla e salutare tutti quanti. E proprio nel giorno del suo compleanno (oggi ne compie 25). «Non mi lasciano scelta - dice con tanto rammarico - L'offerta della dirigenza biancorossa è uno scherzo (meglio prenderla così altrimenti dovrei offendermi); sembra fatta apposta per farmi partire!». Ma non vogliono ricominciare dai giovani? «Appunto, non capisco. E poi adesso che è arrivato Crespi... Lui è un grande, sono sicuro che è l'uomo giusto per Pesaro! E penso che lui mi vorrebbe, ma per la società evidentemente non c'è più posto per me. Con la loro proposta economica è come se mi avessero detto: và dove ti pare!». E tu torni ad Avellino? «Come potrei rifiutare? Il contratto è pluriennale. L'offerta economica è ottima, neanche lontanamente paragonabile a quella della Scavolini. I dirigenti (compreso il presidente) mi chiamano tutti i giorni. I tifosi anche. Mi vogliono bene. Là sono una specie di eroe: è gratificante. Mi inorgoglisce».
Stando così le cose partiremmo anche noi... Ma perché il ragazzo di Montecchio non riesce ad essere profeta in patria? «Non lo so, guarda. Io credo di aver giocato bene quando potevo giocare centro titolare: l'anno scorso, poi quest'anno quando si è fatto male Joseph. Ma non so, forse loro (i dirigenti, ndr) hanno perso fiducia. Ci si è messo anche il problema al ginocchio, che però forse potevano gestire diversamente, invece di farmi operare alla fine della stagione, in scadenza di contratto. Non lo so...». Che ne pensi della "rifondazione" biancorossa? «Che si chiude un ciclo e se ne apre un altro, ma se le cose vengono fatte con intelligenza, ne può uscire una bella squadra anche con un budget ridotto. Poi c'è Crespi: lo conosco, mi ha allenato nell'Under 20, è bravissimo! Lui di sicuro la prende come una sfida, e farà di tutto per vincerla. Questo è pane per i suoi denti, lui è molto competitivo, uno che trasmette motivazioni ed entusiasmo». Che peccato non esserci... «Già, dispiace anche a me. Comunque, anche se il mio rapporto con la Scavolini si chiude qui, io da pesarese continuo a tifare per questa squadra e le auguro ogni fortuna!». Michele, che dire? Auguri anche a te, per il compleanno e per la carriera. Allora... addio! «Grazie, grazie. Un abbraccio. Vorrei mandare un saluto a tutti i tifosi di Pesaro. E poi chissà, in futuro...». Arrivederci allora. Tanto Maggio resterà sempre "uno di noi".
G.Iac.
Stando così le cose partiremmo anche noi... Ma perché il ragazzo di Montecchio non riesce ad essere profeta in patria? «Non lo so, guarda. Io credo di aver giocato bene quando potevo giocare centro titolare: l'anno scorso, poi quest'anno quando si è fatto male Joseph. Ma non so, forse loro (i dirigenti, ndr) hanno perso fiducia. Ci si è messo anche il problema al ginocchio, che però forse potevano gestire diversamente, invece di farmi operare alla fine della stagione, in scadenza di contratto. Non lo so...». Che ne pensi della "rifondazione" biancorossa? «Che si chiude un ciclo e se ne apre un altro, ma se le cose vengono fatte con intelligenza, ne può uscire una bella squadra anche con un budget ridotto. Poi c'è Crespi: lo conosco, mi ha allenato nell'Under 20, è bravissimo! Lui di sicuro la prende come una sfida, e farà di tutto per vincerla. Questo è pane per i suoi denti, lui è molto competitivo, uno che trasmette motivazioni ed entusiasmo». Che peccato non esserci... «Già, dispiace anche a me. Comunque, anche se il mio rapporto con la Scavolini si chiude qui, io da pesarese continuo a tifare per questa squadra e le auguro ogni fortuna!». Michele, che dire? Auguri anche a te, per il compleanno e per la carriera. Allora... addio! «Grazie, grazie. Un abbraccio. Vorrei mandare un saluto a tutti i tifosi di Pesaro. E poi chissà, in futuro...». Arrivederci allora. Tanto Maggio resterà sempre "uno di noi".
G.Iac.