Boscia Tanjevic è pronto a colmare il vuoto lasciato da Ettore Messina. Alla sua maniera, naturalmente: "Il compito che mi attende non è facile ma è per allenatori tosti e io mi considero tale. Ho sempre allenato squadre il cui obiettivo era quello sfidare lo status quo". Ora il traguardo, se vogliamo, è ancora più improbo: continuare a vincere.
Tanjevic ha in mente un programma a lunga scadenza: "Intendo restare qui diversi anni (tre sono quelli che prevede il contratto, Ndr). Cercherò di rispettare la tradizione. Voglio garantire alla Virtus la stessa competitività che ha avuto finora". Come? "Inserendo sei o sette elementi per avere una rosa di dodici-tredici giocatori. Voglio far crescere diversi giovani", da miscelare con alcune certezze. Ad esempio: "Rigaudeau - assicura il neoallenatore bianconero - resta qui. E' il nostro capitano. E' il nostro leader in campo. La sua permanenza è più che sicura. Becirovic è un talento che va riattivato, mentre con Frosini devo ancora parlare".
Forse il traguardo più ambizioso è però quello di entrare nel cuore dei tifosi: "Non mi aspetto il tappeto rosso. Non sono mai stato amatissimo dai tifosi, salvo poi esserlo dopo aver lasciato. Sono pronto a mettermi in discussione per guadagnarmi la fiducia di un pubblico appassionato e coerente. Sono convinto di riuscire, con il tempo, a farmi accettare".
Vincenzo Di Schiavi
Tanjevic ha in mente un programma a lunga scadenza: "Intendo restare qui diversi anni (tre sono quelli che prevede il contratto, Ndr). Cercherò di rispettare la tradizione. Voglio garantire alla Virtus la stessa competitività che ha avuto finora". Come? "Inserendo sei o sette elementi per avere una rosa di dodici-tredici giocatori. Voglio far crescere diversi giovani", da miscelare con alcune certezze. Ad esempio: "Rigaudeau - assicura il neoallenatore bianconero - resta qui. E' il nostro capitano. E' il nostro leader in campo. La sua permanenza è più che sicura. Becirovic è un talento che va riattivato, mentre con Frosini devo ancora parlare".
Forse il traguardo più ambizioso è però quello di entrare nel cuore dei tifosi: "Non mi aspetto il tappeto rosso. Non sono mai stato amatissimo dai tifosi, salvo poi esserlo dopo aver lasciato. Sono pronto a mettermi in discussione per guadagnarmi la fiducia di un pubblico appassionato e coerente. Sono convinto di riuscire, con il tempo, a farmi accettare".
Vincenzo Di Schiavi