MILANO — Ci vorrebbero le sovraimpressioni: freccia verde per Paolo Alberti, freccia rossa per Flavio Portaluppi. Entra «Pollo», centro tutto milanese forgiato sui parquet del Lido, esce il «Lupo», bandiera a mezz'asta dell'Olimpia nell'ultima stagione. La notizia dell'ingaggio di Paolo Alberti, reduce da una buona stagione a Verona, è arrivata ancora una volta inattesa. Corbelli e Natali proseguno nelle costruzione delle squadra seguendo un progetto preciso disegnato dalla matita di un abile architetto: il nuovo coach. Alberti torna a Milano dopo sei stagioni: «Sono più che contento del mio ritorno - spiega Alberti - nella società per cui ho sempre fatto il tifo e in cui sono cresciuto. Non arrivo in un periodo facile ma lo faccio con gli stimoli giusti per dare il mio contributo e cercare di riportare i nostri tifosi al palazzetto». Arriva Alberti e se ne va Portaluppi, una sorta di staffetta: «Mi dispiace per il Lupo, sono certo che sarebbe rimasto ma evidentemente non era possibile. Gli auguro davvero di poter tornare a giocare e a vincere». Già, Portaluppi. Ora è ufficiale: apposta la firma sulla rescissione del contratto e messo nero su bianco l'accordo con Castelletto. Il tutto a zero lire per l'Olimpia: «Me ne vado gratis da Milano - commenta Portaluppi in vacanza sulle spiagge venete - quindi ora l'Olimpia è libera di vincere. Per tutta la stagione ho letto articoli sulla Gazzetta, forse pilotati ad arte, dove si sosteneva che l'Adecco non vinceva per colpa del mio ingaggio. L'anno scorso ho fatto di tutto per restare, anche ridurmi l'ingaggio, ma non ho avuto risposte. Se davvero ero io il problema, ecco fatto». Dall'A1 alla B1 non è un salto troppo alto: «Ho bisogno di giocare serenamente in un posto dove posso anche permettermi di sbagliare qualche tiro senza avere tutti addosso. Devo solo tornare ad essere un giocatore dopo questa stagione da dimenticare». In bocca al Lupo.
Maurizio Trezzi
Maurizio Trezzi