FABRIANO — La sua città è pronta a riabbracciarlo sperando che in dote dagli Stati Uniti — più di qualche autografo dell'amico Jabbar — porti il frutto delle sue profonde conoscenze cestistiche, sottoforma dei nuovi Monroe e Thompson, scoperti in qualche angolo nascosto dell'America dei canestri. Fabriano è fiera di «riprendersi» Roberto Carmenati (detto per inciso, la firma non c'è ancora, ma l'accordo è praticamente raggiunto) e consegnargli le chiavi di un nuovo ciclo cestistico.
«L'uomo giusto». L'ultima volta sulla panca fabrianese — di cui è stato depositario per una stagione e mezza — risale a sette anni or sono, ma il Carmenati che si riprende il timone del basket locale di grinta e motivazioni ne avrà da vendere. «E' giovane e competente, senza dubbio una scelta positiva», rileva l'assessore comunale allo sport, Paolo Paladini. «E poi è anche fabrianese, il che non guasta mai». Proprio sulla «fabrianesità» insiste Enzo Carnevali ex presidente della società all'esordio in massima serie, che coglie l'occasione anche per smentire seccamente la possibilità di un ritorno della «vecchia gestione» in seno alla dirigenza. «Roberto non è mai stato considerato quanto merita, almeno qui da noi», rileva Carnevali. «Dare in mano la squadra a un esperto di pallacanestro americana, in un periodo in cui molto ruota proprio attorno alle conoscenze sui talenti statunitensi, è una soluzione più che mai condivisibile. Sì, stavolta mi sembra proprio che l'idea sia azzeccata».
«Non solo lui». Soddisfatti anche i tifosi che dopo due mesi di affanni e immobilismo finalmente intravedono la nascita di un nuovo progetto. «In Carmenati abbiamo grande fiducia», precisa il presidente del club «Alta tensione», Davide Bergamo. «Forse c'è stata qualche piccola incomprensione dopo alcune sue dichiarazioni in garadue con Napoli nel 2001, ma, di sicuro, ci chiariremo con una personale affabile e disponibile come lui. Gli abbonamenti? Giusta l'idea degli sconti, però il 5 per cento è pochino. Forse era più logico un lieve ribasso per i nuovi abbonati e uno più sensibile per quei duemila dello 'zoccolo duro' della scorsa stagione».
«Tiferò per voi». Proprio contro Carmenati, il tecnico uscente Maurizio Lasi ha maturato la sua più grande gioia da allenatore, battendolo tre a zero nella finale per la promozione in massima serie di due anni or sono, ma non ha certo perso la stima per il «nemico» di allora. «Roberto è una persona che ammiro», è il commiato di Lasi, attualmente senza panchina. «Auguro buon lavoro a lui e in bocca al lupo a Fabriano, verso cui rimarrò un tifoso. Per me nulla è cambiato, il rapporto con la città e i sostenitori è stato stupendo, sarà impossibile dimenticare questi due anni magnifici in campo e fuori». E il divorzio? Nessun rammarico per le strade che si dividono? «Purtroppo nell'ultimo mese di campionato sono venuti fuori quei problemi extra-tecnici che si stanno trascinando anche in questo difficile periodo post stagione».
Alessandro Di Marco
«L'uomo giusto». L'ultima volta sulla panca fabrianese — di cui è stato depositario per una stagione e mezza — risale a sette anni or sono, ma il Carmenati che si riprende il timone del basket locale di grinta e motivazioni ne avrà da vendere. «E' giovane e competente, senza dubbio una scelta positiva», rileva l'assessore comunale allo sport, Paolo Paladini. «E poi è anche fabrianese, il che non guasta mai». Proprio sulla «fabrianesità» insiste Enzo Carnevali ex presidente della società all'esordio in massima serie, che coglie l'occasione anche per smentire seccamente la possibilità di un ritorno della «vecchia gestione» in seno alla dirigenza. «Roberto non è mai stato considerato quanto merita, almeno qui da noi», rileva Carnevali. «Dare in mano la squadra a un esperto di pallacanestro americana, in un periodo in cui molto ruota proprio attorno alle conoscenze sui talenti statunitensi, è una soluzione più che mai condivisibile. Sì, stavolta mi sembra proprio che l'idea sia azzeccata».
«Non solo lui». Soddisfatti anche i tifosi che dopo due mesi di affanni e immobilismo finalmente intravedono la nascita di un nuovo progetto. «In Carmenati abbiamo grande fiducia», precisa il presidente del club «Alta tensione», Davide Bergamo. «Forse c'è stata qualche piccola incomprensione dopo alcune sue dichiarazioni in garadue con Napoli nel 2001, ma, di sicuro, ci chiariremo con una personale affabile e disponibile come lui. Gli abbonamenti? Giusta l'idea degli sconti, però il 5 per cento è pochino. Forse era più logico un lieve ribasso per i nuovi abbonati e uno più sensibile per quei duemila dello 'zoccolo duro' della scorsa stagione».
«Tiferò per voi». Proprio contro Carmenati, il tecnico uscente Maurizio Lasi ha maturato la sua più grande gioia da allenatore, battendolo tre a zero nella finale per la promozione in massima serie di due anni or sono, ma non ha certo perso la stima per il «nemico» di allora. «Roberto è una persona che ammiro», è il commiato di Lasi, attualmente senza panchina. «Auguro buon lavoro a lui e in bocca al lupo a Fabriano, verso cui rimarrò un tifoso. Per me nulla è cambiato, il rapporto con la città e i sostenitori è stato stupendo, sarà impossibile dimenticare questi due anni magnifici in campo e fuori». E il divorzio? Nessun rammarico per le strade che si dividono? «Purtroppo nell'ultimo mese di campionato sono venuti fuori quei problemi extra-tecnici che si stanno trascinando anche in questo difficile periodo post stagione».
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino