Maurizio Gherardini, demiurgo e talent - scout. Gli appellativi per il procuratore generale fortemente voluto dal patron Gilberto Benetton e dal presidente Giorgio Buzzavo alla guida della Benetton basket, si sprecano.
Appena rientrato da una visita lampo a Stoccarda (europei juniores) per visionare assieme al collaboratore Massimo Biasin alcuni giovani, trova il tempo per scambiare quattro chiacchere mentre, al contempo, lavora per completare il "puzzle Benetton" da affidare, fra circa un mese, al nuovo allenatore Ettore Messina.
Gherardini, come sarà la nuova compagine?
«La squadra è definita per otto decimi. In questi giorni, con Messina, stiamo effettuando delle riflessioni sugli spot di guardia e ala piccola alla luce anche di quanto successo recentemente, ovvero la conferma di Denis Marconato».
Treviso potrà disporre di un reparto lunghi di tutto rispetto.
«Un buon quartetto, di peso e qualità. Oltre a Denis, Garbajosa e Nicola, come è noto sarà infatti Loncar a completare il settore».
A questo punto dovrete piazzare Beard.
«Sì, lo cederemo per un anno ma in prestito. Stiamo infatti trattando con tre - quattro società italiane di serie A1».
Come sarà il reparto degli esterni?
«Lo spot di play è copertissimo con Edney - Bulleri, una coppia ben assortita e ormai collaudata, poi a parte il jolly tuttofare Pittis, c'è il magiaro Nemeth che a mio avviso potrebbe risultare la vera sorpresa (tipo Nachbar n.d.r.) nel ruolo di guardia».
Nell'elenco non compaiono alcuni nomi, tra cui quello di Chikalkin.
«Sergei fa parte delle riflessioni cui accennavo sopra, come in parte anche Stojic. Le rispettive posizioni sono tutte da valutare».
E Charlie Bell?
«È impegnato nella Summer League dove sta giocandosi un'altra chanche Nba, bisognerà quindi attendere la conclusione».
Cosa c'è ancora nel cilindro di Gherardini?
«Un'idea che spero possa concretizzarsi: il lancio di Mario Stojic come ala piccola. Viceversa potremmo decidere di cederlo in prestito. Mi attendo molto anche da Loncar, un diciannovenne che ha maturato un'esperienza di due anni in Europa (Germania n.d.r), e pure da Nemeth, la ventitreenne guardia ungherese che ha ampi margini di miglioramento».
A questo punto, tirando le somme, mancherebbe una guardia tiratrice...
«In pratica è il ruolo ancora scoperto, soluzione Bell a parte».
Fin qui la squadra ma nella rosa quali altri giovani potreste proporre?
«Uno potrebbe essere Peter Fehse, già seconda scelta di Seattle quindici giorni orsono, un'ala forte di 2.12 che ha giocato ad Halle (Germania). Peter Lorant, altro magiaro di 2.06 già ingaggiato, effettuerà invece la preparazione con la Benetton ma poi tornerà a Koermend dove giocherà quest'anno».
Sembra dunque una Benetton competitiva su tutti fronti.
«La speranza è questa. Dobbiamo archiviare le recenti soddisfazioni e prepararci a lottare nuovamente su tutti i fronti. Abbiamo cercato di dotare la formazione di un giusto mix d'esperienza e combattività, per cui da Messina all'ultimo giocatore ci aspettiamo soprattutto la conferma dello spirito che anima il club, ovvero: bel gioco, divertimento e ...risultati».
Non sarà facile, nella prossima stagione, per la squadra campione d'Italia rimanere al coperto.
«Certo, è vero però che c'è modo e modo per stare davanti, ovvero sotto i riflettori. Necessario sarà mantenere sempre una certa qual serenità di fronte a qualsiasi evento. Poi si può vincere ma anche perdere, l'importante comunque sarà dare sempre il massimo e vivere comunque bene sia la sconfitta che la vittoria».
Piergiorgio Zavarise
Appena rientrato da una visita lampo a Stoccarda (europei juniores) per visionare assieme al collaboratore Massimo Biasin alcuni giovani, trova il tempo per scambiare quattro chiacchere mentre, al contempo, lavora per completare il "puzzle Benetton" da affidare, fra circa un mese, al nuovo allenatore Ettore Messina.
Gherardini, come sarà la nuova compagine?
«La squadra è definita per otto decimi. In questi giorni, con Messina, stiamo effettuando delle riflessioni sugli spot di guardia e ala piccola alla luce anche di quanto successo recentemente, ovvero la conferma di Denis Marconato».
Treviso potrà disporre di un reparto lunghi di tutto rispetto.
«Un buon quartetto, di peso e qualità. Oltre a Denis, Garbajosa e Nicola, come è noto sarà infatti Loncar a completare il settore».
A questo punto dovrete piazzare Beard.
«Sì, lo cederemo per un anno ma in prestito. Stiamo infatti trattando con tre - quattro società italiane di serie A1».
Come sarà il reparto degli esterni?
«Lo spot di play è copertissimo con Edney - Bulleri, una coppia ben assortita e ormai collaudata, poi a parte il jolly tuttofare Pittis, c'è il magiaro Nemeth che a mio avviso potrebbe risultare la vera sorpresa (tipo Nachbar n.d.r.) nel ruolo di guardia».
Nell'elenco non compaiono alcuni nomi, tra cui quello di Chikalkin.
«Sergei fa parte delle riflessioni cui accennavo sopra, come in parte anche Stojic. Le rispettive posizioni sono tutte da valutare».
E Charlie Bell?
«È impegnato nella Summer League dove sta giocandosi un'altra chanche Nba, bisognerà quindi attendere la conclusione».
Cosa c'è ancora nel cilindro di Gherardini?
«Un'idea che spero possa concretizzarsi: il lancio di Mario Stojic come ala piccola. Viceversa potremmo decidere di cederlo in prestito. Mi attendo molto anche da Loncar, un diciannovenne che ha maturato un'esperienza di due anni in Europa (Germania n.d.r), e pure da Nemeth, la ventitreenne guardia ungherese che ha ampi margini di miglioramento».
A questo punto, tirando le somme, mancherebbe una guardia tiratrice...
«In pratica è il ruolo ancora scoperto, soluzione Bell a parte».
Fin qui la squadra ma nella rosa quali altri giovani potreste proporre?
«Uno potrebbe essere Peter Fehse, già seconda scelta di Seattle quindici giorni orsono, un'ala forte di 2.12 che ha giocato ad Halle (Germania). Peter Lorant, altro magiaro di 2.06 già ingaggiato, effettuerà invece la preparazione con la Benetton ma poi tornerà a Koermend dove giocherà quest'anno».
Sembra dunque una Benetton competitiva su tutti fronti.
«La speranza è questa. Dobbiamo archiviare le recenti soddisfazioni e prepararci a lottare nuovamente su tutti i fronti. Abbiamo cercato di dotare la formazione di un giusto mix d'esperienza e combattività, per cui da Messina all'ultimo giocatore ci aspettiamo soprattutto la conferma dello spirito che anima il club, ovvero: bel gioco, divertimento e ...risultati».
Non sarà facile, nella prossima stagione, per la squadra campione d'Italia rimanere al coperto.
«Certo, è vero però che c'è modo e modo per stare davanti, ovvero sotto i riflettori. Necessario sarà mantenere sempre una certa qual serenità di fronte a qualsiasi evento. Poi si può vincere ma anche perdere, l'importante comunque sarà dare sempre il massimo e vivere comunque bene sia la sconfitta che la vittoria».
Piergiorgio Zavarise
Fonte: Il Gazzettino
