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La Scavolini che sta nascendo

Pesaro deve soprattutto sostituire Booker

PESARO – Sarà il caso di fare il punto della situazione in casa Scavolini, anche perché ormai il numero delle variabili conosciute sta sopravanzando quello delle “incognite" e dunque si può provare a risolvere l’equazione, benché il rischio di sbagliare il risultato finale resti ancora alto. Dei dieci petali della rosa biancorossa, cinque saranno “stranieri" e l’altra metà italiani o comunitari. Ruolo per ruolo, vediamo la situazione.
PLAYMAKER. L’unico motivo “oggettivo" di insoddisfazione per i tifosi pesaresi è finora l’addio a Melvin Booker. Ma per onestà bisogna aggiungere che la principesca offerta economica dell’Ulker sarebbe stata ben difficilmente pareggiabile anche da una Scavolini non “dimezzata" nel budget. Dunque qui il problema (grosso come una casa ma non irrisolvibile) sta nel trovare un playmaker americano altrettanto forte, che abbia molti punti nelle mani poiché dovrà cavarsela bene anche come guardia tiratrice, quando a menare le danze sarà Andrea Pecile (al quale Crespi ha promesso “più spazio e responsabilità" ma che non ha ancora... promosso regista titolare).
GUARDIA. Crespi ha detto di non vedere differenze tra i ruoli “due" e “tre" (ala piccola) che dovranno essere intercambiabili. Misha Beric può coprirli entrambi, ma se al “tre" resta anche Brad Traina, oltre a Silvio Gigena, è chiaro che il serbo giocherà soprattutto guardia. E il suo cambio naturale sarà Matteo Malaventura. Non ci sarebbe più posto per il buon Middleton (e d’altra parte se si vuole ringiovanire la squadra da qualche parte bisognerà pur cominciare).
ALA PICCOLA. Come accennato sopra, è l’unico ruolo interamente coperto dal punto di vista contrattuale, con Gigena e Traina. Mentre sul “gaucho" non ci sono dubbi di sorta (ed anzi Crespi dovrebbe rilanciarlo, anche spostandolo più lontano dal canestro), il ricco contratto del “marine" scotta un po’ troppo nelle mani dei dirigenti, che da due anni non trovano un adeguato riscontro in termini di rendimento sul parquet. Se il nuovo coach riuscisse a rilanciare anche lui, la Scavolini risolverebbe un equivoco che, in questo ruolo, si trascina da tempo, con Gigena troppo “ala grande" e Traina troppo poco continuo e affidabile.
ALA GRANDE. Al posto di DeMarco Johnson arriverà un altro “quattro" americano, e dovrà essere un buon realizzatore (e rimbalzista), uno che sappia il fatto suo in attacco e in difesa. Dalla panchina partirà come sempre Marko Tusek, pronto a dare la “scossa" giusta nel momento giusto e a ritagliarsi molto spazio sia come ala forte che come pivot.
CENTRO. Rovesciando il concetto precedente, il nuovo “centrone" americano che rimpiazzerà Blair (e Maggioli) dovrà essere un buon rimbalzista (e realizzatore), in grado di lanciare ed anche seguire il contropiede. Come cambio, la scelta di Ken Lacey, che sembrava già fatta, potrebbe adesso essere insidiata dalla candidatura di Joey Beard, che Treviso rimette di nuovo sul mercato (in prestito annuale). Sono due giocatori dalle caratteristiche tecniche molto diverse, che però Crespi conosce bene avendoli allenati entrambi. Chi dunque meglio di lui può scegliere l’uomo più adatto a completare il reparto lunghi della Scavolini?
G.Iac.
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