PESARO — Nella Scavolini dei giovani pareva esserci un posticino anche per lui, ma alla fine Simone Flamini, di comune accordo con la Vuelle, ha deciso di restare ancora in prestito a Jesi per un anno.
«E' la soluzione migliore per me — ammette Flamini, classe '82 — ne ho parlato con Ario Costa, decideremo ufficialmente nel fine settimana ma credo che convenga a tutti che io resti in Legadue a farmi le ossa in una realtà dove per me stavolta ci sarà molto spazio».
L'anno scorso, infatti, Flamini attraversò un'annata sfortunata, con un lungo infortunio che lo tagliò fuori per diversi mesi: «Sì, è vero, la stagione è stata travagliata, mi sono ripreso solo alla fine quando avevo proprio ingranato. Dopo che mi sono fatto male, infatti, hanno preso degli americani nel mio ruolo, poi c'è stato il cambio di allenatore e finalmente ho cominciato a vedere il campo. Adesso ci sono tutte le condizioni perché io faccia esperienza sul serio. Dovrei dividere due posti, i ruoli di guardia e ala piccola, con Mario Gigena e un americano. Dunque confido di poter fare bene. E poi a Jesi mi sono trovato a mio agio, è una realtà che mi piace».
E' forse spaventato dall'idea di tornare a Pesaro?
«No, non è questo. Anzi, non vedo l'ora di vestire la maglia della Scavolini visto che sono cresciuto con quell'obiettivo... prima o poi arriverà il momento».
Intanto, Flamini è in ritiro con la Nazionale Under 20 di Gebbia che il 24 luglio spicca il volo per la Lituania dove si giocheranno i campionati Europei: «Due anni fa siamo arrivati quarti, perdendo la semifinale con la Francia che poi si è laureata campione. Ma ormai Tony Parker è nella Nba e la nostra squadra non è affatto male: stavolta spero di tornare a casa con una medaglia al collo».
Intanto, si registrano movimenti in uscita dal settore giovanile per chi ha terminato la trafila negli Juniores: Luca Costa, il figlio 19enne del grande Ario, diventato anche lui un gigante, andrà a giocare a Senigallia, in B2.
Elisabetta Ferri
«E' la soluzione migliore per me — ammette Flamini, classe '82 — ne ho parlato con Ario Costa, decideremo ufficialmente nel fine settimana ma credo che convenga a tutti che io resti in Legadue a farmi le ossa in una realtà dove per me stavolta ci sarà molto spazio».
L'anno scorso, infatti, Flamini attraversò un'annata sfortunata, con un lungo infortunio che lo tagliò fuori per diversi mesi: «Sì, è vero, la stagione è stata travagliata, mi sono ripreso solo alla fine quando avevo proprio ingranato. Dopo che mi sono fatto male, infatti, hanno preso degli americani nel mio ruolo, poi c'è stato il cambio di allenatore e finalmente ho cominciato a vedere il campo. Adesso ci sono tutte le condizioni perché io faccia esperienza sul serio. Dovrei dividere due posti, i ruoli di guardia e ala piccola, con Mario Gigena e un americano. Dunque confido di poter fare bene. E poi a Jesi mi sono trovato a mio agio, è una realtà che mi piace».
E' forse spaventato dall'idea di tornare a Pesaro?
«No, non è questo. Anzi, non vedo l'ora di vestire la maglia della Scavolini visto che sono cresciuto con quell'obiettivo... prima o poi arriverà il momento».
Intanto, Flamini è in ritiro con la Nazionale Under 20 di Gebbia che il 24 luglio spicca il volo per la Lituania dove si giocheranno i campionati Europei: «Due anni fa siamo arrivati quarti, perdendo la semifinale con la Francia che poi si è laureata campione. Ma ormai Tony Parker è nella Nba e la nostra squadra non è affatto male: stavolta spero di tornare a casa con una medaglia al collo».
Intanto, si registrano movimenti in uscita dal settore giovanile per chi ha terminato la trafila negli Juniores: Luca Costa, il figlio 19enne del grande Ario, diventato anche lui un gigante, andrà a giocare a Senigallia, in B2.
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino