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Fabriano scommette sulla linea verde

Budget risicato, si punta sui giovani talenti. E si riparte dalla conferma di capitan Gattoni

FABRIANO - Sarà un Fabriano Basket da battaglia. Pimpante e famelico. Dalla carta d'identità più verde delle scorse stagioni. Sono questi i presupposti da cui si parte per allestire la squadra che affronterà il prossimo campionato di A1. Anche perché il risicato budget disponibile non consente di favoleggiare prime donne. Il fatto che si voglia ripartire da capitan Gattoni (l'accordo è vicino, sarà il suo 5° anno in biancazzurro), uno con grinta e faccia tosta da vendere, è significativo. Nomi nuovi per adesso non sono venuti fuori. Sarà compito di Roberto Carmenati (ormai vicino al nero su bianco per la panchina cartaia) scovare negli Usa, dove ora è impegnato, gli americani giusti. In base alla disposizione Fip diramata ieri se ne potranno tesserare al massimo cinque nell'arco della stagione. «Sì, confermiamo l'intenzione di puntate su coach Carmenati, la trattativa è in corso - riferisce il vicepresidente D'Ovidio - stasera noi dirigenti ci riuniremo e ne parleremo accuratamente, dopodiché avremo senza dubbio le idee più chiare». Insomma, si profila il ritorno del tecnico fabrianese alla guida della squadra della sua città, già tenuta in mano nel 1994/95 in A2. E, guarda caso, la situazione è simile ad otto anni fa. Allora non c'erano difficoltà economiche, è vero, ma il compianto presidente Ceresani decise di puntare lo stesso su una squadra giovane e sfacciata, che gli facesse dimenticare il modesto epilogo dell'anno precedente con tanti senatori. Fu così che Carmenati, appena trentenne, venne promosso head-coach. Con lui arrivarono i poco più che ventenni Zecca, Conti e Coltellacci, tornarono i mastini Gnecchi, Pedrotti e Mingotti, affiancati da bomber Guerrini e dai lunghi Sonego e Metta. Tante incognite, sfatate poi da una bella stagione. Ora, è vero, il palcoscenico è quello più difficile dell'A1. Quella volta, soprattutto, era consentito un solo americano per squadra e Fabriano fece bene ad affidarsi al mitico Murphy, una chioccia. Ecco perché anche quest'anno, sulla base di quell'esperienza, sarebbe opportuno fare un sacrificio per confermare almeno Thompson, esperto ed affidabile. «Piacerebbe anche a noi - dice D'Ovidio - ma il suo ingaggio è alto. Tutto dipende dal portafoglio: arrivasse un po' di linfa economica ci si potrebbe pensare».
Ferruccio Cocco
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