PESARO — Novanta bambini da tutt'Italia che vogliono stare con lui, abbeverarsi alla sua esperienza. Walter Magnifico si sta rigenerando così, sul campetto a spezzare il pane del basket a tanti ragazzini innamorati della palla a spicchi. Magari si rivede quand'era bambino, e lui stesso cercava di carpire qualche segreto ai campioni, qualche trucco, ma forse è meglio dire qualche consiglio buono per crescere. Il primo anno senza basket, dietro la scrivania, è passato in fretta e per la seconda estate Walter ha scelto di condividere due settimane coi più piccoli.
«Alcuni organizzano i camp col nome di un giocatore che poi non si fa vedere mai, Walter invece sta con loro tutto il giorno e li ha stregati» racconta Ricky Badioli, l'allenatore che collabora con lui al «Sun & Fun», messo a dura prova dalla pioggia, alla faccia del nome. Il primo turno del camp, cominciato il 14 luglio, è quasi alla fine: diversi ragazzi sono arrivati da San Severo, dove Magnifico è ancora un mito e tale resterà perché mai prima di lui un giocatore era arrivato così in alto partendo da quel paesone vicino a Foggia: «Quando si tratta di ritornare sul campo lo faccio sempre con grande entusiasmo e credo che si veda — dice Magnifico —. Per attirare la loro attenzione quando spiego i movimenti, basta collegarli a situazioni di partite che ho giocato, ad avversari che ho affrontato. Certo, devo stare attento a non andare troppo indietro nel tempo sennò non sanno di che parlo...».
Il rapporto che si è creato con questi ragazzi è unico: «Sono in simbiosi, Walter sa comunicare i valori per i quali vale la pena di stare su un campo da gioco — dice ancora Badioli —. Cerca di far sì che questa per loro sia un'esperienza da ricordare».
Magnifico è colpito da un aspetto che in un momento di crisi come questo fa ben sperare: «La pallacanestro è ancora viva e vegeta, altro che. Questo è un gioco bellissimo, è uno sport invitante, dinamico, mai monotono. Anche se la situazione ora non è delle migliori, il basket non ha perso un grammo del suo fascino».
Elisabetta Ferri
«Alcuni organizzano i camp col nome di un giocatore che poi non si fa vedere mai, Walter invece sta con loro tutto il giorno e li ha stregati» racconta Ricky Badioli, l'allenatore che collabora con lui al «Sun & Fun», messo a dura prova dalla pioggia, alla faccia del nome. Il primo turno del camp, cominciato il 14 luglio, è quasi alla fine: diversi ragazzi sono arrivati da San Severo, dove Magnifico è ancora un mito e tale resterà perché mai prima di lui un giocatore era arrivato così in alto partendo da quel paesone vicino a Foggia: «Quando si tratta di ritornare sul campo lo faccio sempre con grande entusiasmo e credo che si veda — dice Magnifico —. Per attirare la loro attenzione quando spiego i movimenti, basta collegarli a situazioni di partite che ho giocato, ad avversari che ho affrontato. Certo, devo stare attento a non andare troppo indietro nel tempo sennò non sanno di che parlo...».
Il rapporto che si è creato con questi ragazzi è unico: «Sono in simbiosi, Walter sa comunicare i valori per i quali vale la pena di stare su un campo da gioco — dice ancora Badioli —. Cerca di far sì che questa per loro sia un'esperienza da ricordare».
Magnifico è colpito da un aspetto che in un momento di crisi come questo fa ben sperare: «La pallacanestro è ancora viva e vegeta, altro che. Questo è un gioco bellissimo, è uno sport invitante, dinamico, mai monotono. Anche se la situazione ora non è delle migliori, il basket non ha perso un grammo del suo fascino».
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino