PESARO – La tifoseria biancorossa sta lentamente metabolizzando la dolorosa rinuncia a Melvin Booker, l’uomo che meglio di ogni altro ha rappresentato la rinascita della Scavolini nell’ultimo triennio. Ma obiettivamente, tra i problemi che la società di Via Paterni è chiamata ad affrontare, quello della sostituzione del regista americano è tra i più ardui e spinosi. Anche perché, oltre a un abile regista che giustifichi il rinvio della promozione di Pecile a play titolare – e lo aiuti a crescere nel ruolo – Marco Crespi avrà anche bisogno di un grande realizzatore: due qualità, tiro e regia, che dovranno coesistere nello stesso uomo, il che raddoppia le difficoltà della ricerca. Il nuovo “esterno" americano (come preferisce definirlo il coach senza un’eccessiva... specializzazione) dovrà essere in pratica la “somma" di Booker e Middleton. Detta così la cosa, a qualcuno sembrerà impossibile da realizzare, eppure gli Stati Uniti pullulano di “piccoli" di colore allenati fin dai playground a svolgere sia il ruolo di “point" che quello di “shooting" guard. Il problema è azzeccare la scelta, avere cioè la fortuna di trovare il giusto mix tra le due esigenze: dirigere la squadra e saperne anche finalizzare il gioco.
Un esempio riuscito (e già sperimentato in Italia) di questa “fusione" è dato da quel Horace Jenkins che presentiamo qui a lato. E un altro esempio potrebbe essere, ma qui il condizionale è d’obbligo, un giocatore che si dice interessi la Scavolini e che le guide americane presentano come guardia tiratrice: Derrick Dial. Si tratta di un “colored" molto interessante, 26enne ed alto 1,95 (1,92 secondo altre guide), che ha giocato in tre squadre NBA senza riuscire ad esprimere il suo potenziale offensivo (3 punti a partita con i New Jersey Nets, 4 nei Toronto Raptors e le stesse briciole ai San Antonio Spurs) ma che quando ha avuto l’opportunità di giocare in dimensioni più... umane ha letteralmente tolto il freno a mano: 19 punti a partita nella stagione trascorsa in Grecia (Peristeri) sia pure con percentuali non eccelse (45 da due e 35 da tre), e 27 di media l’anno scorso nei due mesi passati nell’ABA, una delle leghe minori (“minori" si fa per dire...) degli States, in cui è risultato in assoluto il miglior realizzatore. Di lui si ricorda ancora il record di “bombe" (214) e punti (1891) messi a segno durante la carriera universitaria, quando si prospettava per Dial un futuro radioso tra i professionisti.
Quanto a nuovi lunghi, si parla di un interessamento della Scavolini per Andrea Camata, che però è vicino alla firma con Siena; ancora silenzio invece sui nomi a stelle e strisce, in attesa del rientro di Crespi dalle Summer League. A Salt Lake City il coach potrà... ammirare, pensate un po’, perfino Andrea Meneghin, in prova con i Phoenix Suns (invece Jaric, beato lui, ha già firmato un faraonico triennale con i Clippers). Intanto a Pesaro la lunga astinenza dal basket giocato, unita al caldo estivo, sta producendo le prime (fantozziane) “allucinazioni a sfondo mistico". L’ultima leggenda metropolitana vuole che Pecile sia stato visto al mare in compagnia di uno spilungone nero il quale, dopo lunga e fastidiosa insistenza da parte di un paio di assillanti fanciulle, pare abbia confessato di essere il nuovo pivot della Scavolini. Se qualcuno incontra il Pec in giro, glielo chieda pure. Noi non ne abbiamo avuto il coraggio.
Giancarlo Iacchini
Un esempio riuscito (e già sperimentato in Italia) di questa “fusione" è dato da quel Horace Jenkins che presentiamo qui a lato. E un altro esempio potrebbe essere, ma qui il condizionale è d’obbligo, un giocatore che si dice interessi la Scavolini e che le guide americane presentano come guardia tiratrice: Derrick Dial. Si tratta di un “colored" molto interessante, 26enne ed alto 1,95 (1,92 secondo altre guide), che ha giocato in tre squadre NBA senza riuscire ad esprimere il suo potenziale offensivo (3 punti a partita con i New Jersey Nets, 4 nei Toronto Raptors e le stesse briciole ai San Antonio Spurs) ma che quando ha avuto l’opportunità di giocare in dimensioni più... umane ha letteralmente tolto il freno a mano: 19 punti a partita nella stagione trascorsa in Grecia (Peristeri) sia pure con percentuali non eccelse (45 da due e 35 da tre), e 27 di media l’anno scorso nei due mesi passati nell’ABA, una delle leghe minori (“minori" si fa per dire...) degli States, in cui è risultato in assoluto il miglior realizzatore. Di lui si ricorda ancora il record di “bombe" (214) e punti (1891) messi a segno durante la carriera universitaria, quando si prospettava per Dial un futuro radioso tra i professionisti.
Quanto a nuovi lunghi, si parla di un interessamento della Scavolini per Andrea Camata, che però è vicino alla firma con Siena; ancora silenzio invece sui nomi a stelle e strisce, in attesa del rientro di Crespi dalle Summer League. A Salt Lake City il coach potrà... ammirare, pensate un po’, perfino Andrea Meneghin, in prova con i Phoenix Suns (invece Jaric, beato lui, ha già firmato un faraonico triennale con i Clippers). Intanto a Pesaro la lunga astinenza dal basket giocato, unita al caldo estivo, sta producendo le prime (fantozziane) “allucinazioni a sfondo mistico". L’ultima leggenda metropolitana vuole che Pecile sia stato visto al mare in compagnia di uno spilungone nero il quale, dopo lunga e fastidiosa insistenza da parte di un paio di assillanti fanciulle, pare abbia confessato di essere il nuovo pivot della Scavolini. Se qualcuno incontra il Pec in giro, glielo chieda pure. Noi non ne abbiamo avuto il coraggio.
Giancarlo Iacchini