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Intervista a Michelori

L'ala milanese della Lauretana prenderà il posto di Batiste in quintetto

L'avventura di Andrea Michelori (ala, 2.04, 24 anni) alla Lauretana, è iniziata con una corsa forsennata fra le capanne di Corfù. All'inseguimento di un fax, che neppure al Club Med dell'isola greca è poi così facile da trovare.
La caccia al tesoro è durata quattro ore poi, giovedì verso sera, il lungo nato e cresciuto a Milano (15.9 minuti, 3.1 rimbalzi, 1.4 stoppate e 5.1 punti nell'ultima stagione) è riuscito a rispedire in Italia il contratto biennale firmato. A quel punto, Biella era ufficialmente diventata la sua nuova casa. Ufficiosamente, però, lo era già da qualche giorno: prima di partire per gli Stati Uniti, Marco Atripaldi era infatti riuscito a strappargli un accordo sulla parola. Il suo posto, nel quintetto titolare, sarà quello lasciato libero da Michael Batiste. E' un combattente d'area il cui peso forma supera i cento chili: non per altro per molti è "Il Guerriero", proprio come Ken Lacey.
- Cosa chiede a questa avventura biellese?
"Il salto di qualità, che mi è mancato durante tutti gli anni trascorsi a Milano. Sono motivato, perché la società mi ha fatto capire di credere parecchio in me".
- Al contrario di Milano, a quanto pare: è così?
"Beh, inutile nascondere che vado via dalla mia città in malo modo. Dopo tutti questi anni mi sarebbe piaciuto restare, o essere trattato un po' meglio. Giorgio Corbelli, nuovo proprietario dell'Olimpia, ha anche detto che per restare avevo chiesto il triplo rispetto a quanto guadagnavo l'anno scorso. Che non è vero, lo dimostra il fatto che a Biella prenderò meno soldi rispetto alla cifra di cui si era parlato con Milano".
- E' vero che negli ultimi tempi il suo telefonino è stato particolarmente bollente?
"In effetti, ho sentito spesso Alessandro Ramagli, Marco Atripaldi e Alberto Savio. Tutti mi hanno fatto capire di avere una gran voglia di fare. Attraverso loro, mi è piaciuto sentire lo spirito della squadra. E poi, mi sono sempre portato dietro un ricordo particolarmente vivo".
- Quale?
"Quello del pubblico di Biella, e di un palasport sempre pieno. Già giocarci da avversario era un piacere, figuriamoci adesso...".
- Si sente pronto per affrontare responsabilità più grandi rispetto a quelle di Milano?
"Mi piace mettermi alla prova, mi dà più carica".
- E' vero che è a Biella anche grazie a Marco Crespi?
"Diciamo che a lui ho chiesto un consiglio, lui me l'ha dato, ha parlato benissimo di Biella, e io in base alle sue indicazioni ho scelto".
Alessandro Alciato
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