TERAMO. «Ai giocatori, ai tecnici, ai dirigenti, agli arbitri e ai giornalisti che si sono adoperati per far conoscere la pallacanestro dobbiamo molta riconoscenza. A loro, in un'epoca in cui gli eventi, le notizie, si consumano nello spazio di pochi attimi, non possiamo promettere che non saranno dimenticati; a questi pionieri possiamo però richiamarci, di tanto in tanto, per trovare stimoli e ragioni per continuare...». Sono parole tratte dalla prefazione di una delle più mirabili opere di ricostruzione del basket regionale, il libro del professor Renato "Tino" Pellegrini "Un canestro di storia". C'erano davvero tutti alla festa del Panathlon Club di Teramo nello splendido scenario del ristorante "La corte dei tini" di Val Vomano. Mancavano proprio il prof. Pellegrini e Sorgi (per impegni improrogabili) e il grande Giovanni Giunco.
Il presidente Roberto Pelillo, nella veste di padrone di casa e moderatore, in occasione dell'apertura ufficiale della tre giorni che vedrà Teramo ospitare la final four di Coppa Italia di Lega, ha voluto radunare il gotha della pallacanestro di ieri, oggi e domani. Così alla conviviale c'erano Dino Meneghin, Carlo Recalcati e Claudio Silvestri in rappresentanza del settore squadre Nazionali, il presidente della Fip Abruzzo, Francesco Di Girolamo, ex giocatori del calibro di Corrado "Giusto" Pellanera, Ivan Bisson ed Emidio Testoni, l'ex arbitro Zeppilli, e la Sanic Teramo al completo con il coach Gramenzi e il presidente Antonetti già in tensione per la semifinale di oggi con Sassari; il coach dell'Euro Roseto, Bruno Impaloni; il sindaco Angelo Sperandio, ex praticante della palla a spicchi, e il presidente della Provincia, Claudio Ruffini.
Quando i piaceri della tavola hanno lasciato il campo alle parole, d'incanto è come se la grande sala si trasformasse in un ideale campo di basket tra passato e presente ma proteso verso il futuro. Stupendo l'abbraccio tra Dino Meneghin e Giusto Pellanera, con SuperDino che ha detto all'amico: «Giochi ancora?». Sempre alla classe del più grande pivot che l'Italia abbia mai prodotto si deve un altro passo di grande emozione della serata: «Sono particolarmente felice di essere qui in mezzo a tanti amici - ha detto prendendo la parola - soprattutto perché mi avete dato l'opportunità di incontrare un grande amico come Ivan Bisson. Senza quell'uomo lì - ha continuato levando l'indice verso quel galantuomo di Bisson - noi di Varese non avremmo vinto tutto quello che abbiamo vinto».
Si è parlato del futuro del basket, anticipando i temi che saranno trattati oggi nella sala San Carlo del Museo archeologico di Teramo: «Guardando la realtà non posso che essere pessimista - ha commentato il coach della Nazionale, Charlie Recalcati - attenzione, però, perché essere pessimisti non significa essere rassegnati. Il passato lo abbiamo qui in sala, per il presente abbiamo Marco Mordente (play maker dell'Adecco Milano, nativo di Teramo, ndc.), per il futuro siamo forse l'unica squadra nazionale che non ha ancora iniziato il ricambio generazionale. Per lavorare in tal senso abbiamo stilato un programma nel quale daremo più importanza alle azioni di monitoraggio e reclutamento, e stiamo già lavorando sulle annate 1986 a salire. Il problema è stabilire adesso dove andranno a giocare i giocatori che formeremo. In tal senso spero che si possa trovare tutti insieme una soluzione ottimale».
Sollecitato da un intervento del suo fraterno amico Pellanera, Recalcati ha aggiunto: «Molti dei giovani atleti qui presenti non conoscono il signore che ha appena parlato, e questo è un problema. Non dobbiamo perdere la memoria storica». Sarebbe imperdonabile, così come non ripetere iniziative come quella promossa dal Panathlon.
Giorgio Pomponi
Il presidente Roberto Pelillo, nella veste di padrone di casa e moderatore, in occasione dell'apertura ufficiale della tre giorni che vedrà Teramo ospitare la final four di Coppa Italia di Lega, ha voluto radunare il gotha della pallacanestro di ieri, oggi e domani. Così alla conviviale c'erano Dino Meneghin, Carlo Recalcati e Claudio Silvestri in rappresentanza del settore squadre Nazionali, il presidente della Fip Abruzzo, Francesco Di Girolamo, ex giocatori del calibro di Corrado "Giusto" Pellanera, Ivan Bisson ed Emidio Testoni, l'ex arbitro Zeppilli, e la Sanic Teramo al completo con il coach Gramenzi e il presidente Antonetti già in tensione per la semifinale di oggi con Sassari; il coach dell'Euro Roseto, Bruno Impaloni; il sindaco Angelo Sperandio, ex praticante della palla a spicchi, e il presidente della Provincia, Claudio Ruffini.
Quando i piaceri della tavola hanno lasciato il campo alle parole, d'incanto è come se la grande sala si trasformasse in un ideale campo di basket tra passato e presente ma proteso verso il futuro. Stupendo l'abbraccio tra Dino Meneghin e Giusto Pellanera, con SuperDino che ha detto all'amico: «Giochi ancora?». Sempre alla classe del più grande pivot che l'Italia abbia mai prodotto si deve un altro passo di grande emozione della serata: «Sono particolarmente felice di essere qui in mezzo a tanti amici - ha detto prendendo la parola - soprattutto perché mi avete dato l'opportunità di incontrare un grande amico come Ivan Bisson. Senza quell'uomo lì - ha continuato levando l'indice verso quel galantuomo di Bisson - noi di Varese non avremmo vinto tutto quello che abbiamo vinto».
Si è parlato del futuro del basket, anticipando i temi che saranno trattati oggi nella sala San Carlo del Museo archeologico di Teramo: «Guardando la realtà non posso che essere pessimista - ha commentato il coach della Nazionale, Charlie Recalcati - attenzione, però, perché essere pessimisti non significa essere rassegnati. Il passato lo abbiamo qui in sala, per il presente abbiamo Marco Mordente (play maker dell'Adecco Milano, nativo di Teramo, ndc.), per il futuro siamo forse l'unica squadra nazionale che non ha ancora iniziato il ricambio generazionale. Per lavorare in tal senso abbiamo stilato un programma nel quale daremo più importanza alle azioni di monitoraggio e reclutamento, e stiamo già lavorando sulle annate 1986 a salire. Il problema è stabilire adesso dove andranno a giocare i giocatori che formeremo. In tal senso spero che si possa trovare tutti insieme una soluzione ottimale».
Sollecitato da un intervento del suo fraterno amico Pellanera, Recalcati ha aggiunto: «Molti dei giovani atleti qui presenti non conoscono il signore che ha appena parlato, e questo è un problema. Non dobbiamo perdere la memoria storica». Sarebbe imperdonabile, così come non ripetere iniziative come quella promossa dal Panathlon.
Giorgio Pomponi
