DI sicuro c´è solo che il Coni ha assegnato al basket, per l´anno che verrà, 150 extracomunitari. Di insicuro c´è tutto il resto, a partire dal modo di contarli, i 150. Ieri la Lega ha alzato la voce, mentre a Roma il presidente della Fip Maifredi era stato l´unico a non votare la delibera del Consiglio Nazionale del Coni sul tetto degli stranieri. Lo sport italiano è allo stremo, sta battendo cassa sotto le finestre del governo e moltiplica i bei gesti di facile presa. Fuori gli stranieri, funziona sempre. Come poi ci fossero abbastanza italiani per farci i campionati.
Partiamo dal mattino. Il C.N. del Coni annuncia le quote: 1.825 extracomunitari per lo sport italiano, 150 per il basket. Se li dividano come credono serie A, LegaDue e A femminile: sono 46 squadre, viene una media di tre e rotti, ma si profila già la classica guerra tra poveri per strapparseli a vicenda. La Lega Basket non ci sta. Nel pomeriggio, conferenza stampa e comunicato del presidente Prandi.
«Le società di A – scrive - chiedono di disputare un campionato che le metta nella medesima condizione di utilizzo dello stesso numero di giocatori extracomunitari. Alcuni club hanno già manifestato l´indisponibilità a partecipare ad un campionato che non assicuri tale requisito. La Lega inoltre ritiene che modificare a fine luglio le delibere della Fip prese il 28 giugno costituisca una decisione che non rispetta i criteri organizzativi dei club professionistici e conduca a situazioni di disparità competitiva. Non si comprende inoltre il criterio di assegnazione dei visti e quindi dei tesseramenti, che ha portato al numero di 38 per il calcio e 150 per il basket. La Lega chiede che sia chiarito se, come per la Figc, oltre a questi numeri vanno calcolati anche i tesseramenti già in essere di cittadini di paesi non aderenti alla Ue, oltre a quelli le cui procedure di tesseramento sono già state avviate». In due parole: se il calcio fa chi è dentro è dentro, vuole farlo anche il basket. E i 150 sono in più di chi c´è già.
L´altra partita decisiva è qualificare chi è comunitario e chi no: ossia se, oltre i cittadini dei 15 paesi della Ue, si possano includere quelli dei 13 paesi 'associati´. Si tratta di quell´Est europeo che resta il serbatoio principale, ma che oggi andrebbe iscritto all´elenco 'extracomunitari´. Facendo casi reali, ci si capisce meglio.
La Virtus ha ora a contratto due sloveni (Becirovic, Smodis) e un ucraino (Hizhniak). Se sono extracomunitari, e se il tetto di questi sarà tre, che ci fossero già o che arrivino freschi, ha già chiuso con quel mercato. Se sono comunitari, può invece sparare altri colpi. Il calcio ha tenuto le frontiere larghe: è comunitario, per esempio, anche l´ucraino Shevchenko. I grandi club del basket chiedono la stessa normativa. Ma i piccoli club, che riempirono le squadre di americani, faranno la stessa battaglia?
Nulla è chiaro, oggi, e si attendono lumi dal consiglio federale di sabato. In caso contrario, continuerà l´attuale paralisi, su un mercato già di suo intirizzito dalle ridotte risorse. Chi firmerà contratti a giocatori che non si sa se potranno essere impiegati? E un McDonald (foto), opzionato dalla Virtus, quanto ci starà a bagnomaria? In attesa, ci si butterà sul mercato dei comunitari o sui fabbricanti di passaporti, già tristemente visti all´opera.
Aspettando di sapere a che gioco giocare, Lakovic è quasi alla firma col Panathinaikos, dunque perso per la Fortitudo, Fucka s´allontana da Indiana e viene riofferto in Spagna, Meneghin ha giocato 4´ nell´ultima di Summer League ed è un numero che dice tutto.
Walter Fuochi
Partiamo dal mattino. Il C.N. del Coni annuncia le quote: 1.825 extracomunitari per lo sport italiano, 150 per il basket. Se li dividano come credono serie A, LegaDue e A femminile: sono 46 squadre, viene una media di tre e rotti, ma si profila già la classica guerra tra poveri per strapparseli a vicenda. La Lega Basket non ci sta. Nel pomeriggio, conferenza stampa e comunicato del presidente Prandi.
«Le società di A – scrive - chiedono di disputare un campionato che le metta nella medesima condizione di utilizzo dello stesso numero di giocatori extracomunitari. Alcuni club hanno già manifestato l´indisponibilità a partecipare ad un campionato che non assicuri tale requisito. La Lega inoltre ritiene che modificare a fine luglio le delibere della Fip prese il 28 giugno costituisca una decisione che non rispetta i criteri organizzativi dei club professionistici e conduca a situazioni di disparità competitiva. Non si comprende inoltre il criterio di assegnazione dei visti e quindi dei tesseramenti, che ha portato al numero di 38 per il calcio e 150 per il basket. La Lega chiede che sia chiarito se, come per la Figc, oltre a questi numeri vanno calcolati anche i tesseramenti già in essere di cittadini di paesi non aderenti alla Ue, oltre a quelli le cui procedure di tesseramento sono già state avviate». In due parole: se il calcio fa chi è dentro è dentro, vuole farlo anche il basket. E i 150 sono in più di chi c´è già.
L´altra partita decisiva è qualificare chi è comunitario e chi no: ossia se, oltre i cittadini dei 15 paesi della Ue, si possano includere quelli dei 13 paesi 'associati´. Si tratta di quell´Est europeo che resta il serbatoio principale, ma che oggi andrebbe iscritto all´elenco 'extracomunitari´. Facendo casi reali, ci si capisce meglio.
La Virtus ha ora a contratto due sloveni (Becirovic, Smodis) e un ucraino (Hizhniak). Se sono extracomunitari, e se il tetto di questi sarà tre, che ci fossero già o che arrivino freschi, ha già chiuso con quel mercato. Se sono comunitari, può invece sparare altri colpi. Il calcio ha tenuto le frontiere larghe: è comunitario, per esempio, anche l´ucraino Shevchenko. I grandi club del basket chiedono la stessa normativa. Ma i piccoli club, che riempirono le squadre di americani, faranno la stessa battaglia?
Nulla è chiaro, oggi, e si attendono lumi dal consiglio federale di sabato. In caso contrario, continuerà l´attuale paralisi, su un mercato già di suo intirizzito dalle ridotte risorse. Chi firmerà contratti a giocatori che non si sa se potranno essere impiegati? E un McDonald (foto), opzionato dalla Virtus, quanto ci starà a bagnomaria? In attesa, ci si butterà sul mercato dei comunitari o sui fabbricanti di passaporti, già tristemente visti all´opera.
Aspettando di sapere a che gioco giocare, Lakovic è quasi alla firma col Panathinaikos, dunque perso per la Fortitudo, Fucka s´allontana da Indiana e viene riofferto in Spagna, Meneghin ha giocato 4´ nell´ultima di Summer League ed è un numero che dice tutto.
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica