PESARO — Prende forma la nuova Scavolini. Fino a ieri era completamente sguarnita nel reparto lunghi, adesso ha riempito due caselle: Aaron Mc Ghee e Ken Lacey sono biancorossi. «Prenderemo altri due lunghi: il centro e un cambio» assicura Ario Costa, sollevato dopo aver chiuso due trattative, quella con Mc Ghee sicuramente più impegnativa perché il ragazzo aveva in testa sogni da Nba ma è venuto a svezzarsi da noi. «Ricordatevi DeMarco: fece subito bene a Milano, anche se era un rookie» gongola Crespi.
McGhee. Da casa sua, Aaron risponde curioso alle prime chiamate che arrivano dall'Italia: «Sono molto felice di aver firmato un contratto con la Scavolini — dice —. La Nba può aspettare, sento che questa è la scelta migliore per me: giocare in un campionato professionistico dove posso essere un protagonista e migliorarmi. Non so molto dell'Italia, credete che ci sia qualcuno che potrà parlare un po' in inglese con me a Pesaro? Troverò i vostri articoli su Internet?» domanda poi con candore. E aggiunge: «Esco dal college con molto orgoglio: nessuno credeva che Oklahoma potesse raggiungere le Final Four, ma noi sì. Certo, la sconfitta è stata dura da digerire, ma adesso sono pronto per nuove esperienze. Sono un n.4, ma so muovermi bene sia dentro che fuori dall'area».
Al college ha sempre giocato col n.13 e, dice, «vorrei avere questo numero anche alla Scavolini». Era la maglia di Tusek, adesso è libera. Nato ad Aurora, Illinois, classe '79, 2,03, nominato nel primo quintetto della Big 12, avrà sempre addosso il marchio dei «Sooners» di Oklahoma, college di gran nome per il suo reclutamento. Laureato in filosofia, Mc Ghee è uno nella vita ha dovuto conquistarsi tutto: prima di approdare ai Sooners ha frequentato il college di Vincennes, riservato a chi non riesce a pagarsi l'università ed ha fatto onde: 26,5 punti e 9 rimbalzi. Le statistiche dell'ultimo anno dicono invece 16 punti e 8 rimbalzi (48% da due, 38% da tre, 87% dalla lunetta). Ha firmato un contratto annuale.
Lacey. Chi lo ha visto con la maglia di Biella sa che si tratta di un lottatore. «Cuore irlandese» lo ha definito Crespi. Nativo di Stroutsberg (Usa), classe '78, 2.06, è un prodotto della Rider University. Il suo passaporto comunitario lo convince all'esperienza europea: un anno a Dafni (Grecia), due a Biella, con promozione in A1. Solido difensore, buon rimbalzista, ha una discreta mano dalla media distanza: la sua ultima stagione parla di 6,7 punti (55%) e 5,6 rimbalzi in 25' di utilizzo. Anche per lui contratto annuale.
Elisabetta Ferri
McGhee. Da casa sua, Aaron risponde curioso alle prime chiamate che arrivano dall'Italia: «Sono molto felice di aver firmato un contratto con la Scavolini — dice —. La Nba può aspettare, sento che questa è la scelta migliore per me: giocare in un campionato professionistico dove posso essere un protagonista e migliorarmi. Non so molto dell'Italia, credete che ci sia qualcuno che potrà parlare un po' in inglese con me a Pesaro? Troverò i vostri articoli su Internet?» domanda poi con candore. E aggiunge: «Esco dal college con molto orgoglio: nessuno credeva che Oklahoma potesse raggiungere le Final Four, ma noi sì. Certo, la sconfitta è stata dura da digerire, ma adesso sono pronto per nuove esperienze. Sono un n.4, ma so muovermi bene sia dentro che fuori dall'area».
Al college ha sempre giocato col n.13 e, dice, «vorrei avere questo numero anche alla Scavolini». Era la maglia di Tusek, adesso è libera. Nato ad Aurora, Illinois, classe '79, 2,03, nominato nel primo quintetto della Big 12, avrà sempre addosso il marchio dei «Sooners» di Oklahoma, college di gran nome per il suo reclutamento. Laureato in filosofia, Mc Ghee è uno nella vita ha dovuto conquistarsi tutto: prima di approdare ai Sooners ha frequentato il college di Vincennes, riservato a chi non riesce a pagarsi l'università ed ha fatto onde: 26,5 punti e 9 rimbalzi. Le statistiche dell'ultimo anno dicono invece 16 punti e 8 rimbalzi (48% da due, 38% da tre, 87% dalla lunetta). Ha firmato un contratto annuale.
Lacey. Chi lo ha visto con la maglia di Biella sa che si tratta di un lottatore. «Cuore irlandese» lo ha definito Crespi. Nativo di Stroutsberg (Usa), classe '78, 2.06, è un prodotto della Rider University. Il suo passaporto comunitario lo convince all'esperienza europea: un anno a Dafni (Grecia), due a Biella, con promozione in A1. Solido difensore, buon rimbalzista, ha una discreta mano dalla media distanza: la sua ultima stagione parla di 6,7 punti (55%) e 5,6 rimbalzi in 25' di utilizzo. Anche per lui contratto annuale.
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino