NEW YORK, 26 luglio 2002 - Nella Summer League le vittorie contano poco, ma a Mike D'Antoni avrebbe fatto comunque piacere battere la sua ex squadra a Salt Lake City. Invece giovedì l'ex allenatore di Treviso ha dovuto incassare contro Denver la prima sconfitta nel torneo della città olimpica. I Nuggets hanno battuto i Phoenix Suns 73-64 mettendo in mostra un ottimo Skita Tskitishvili, capace di impressionare tutti gli addetti ai lavori presenti a Salt Lake City per la precisione dalla lunga distanza (3/3 nel match contro il suo ex allenatore al Benetton) e per le sue mani morbidissime, caratteristica poco comune, soprattutto negli States, per un giocatore della sua stazza. Se Skita sta bruciando le tappe, l'altro "sensational teenager" del roster dei Nuggets, il brasiliano Nene Hilario, è invece molto indietro rispetto al compagno. Fisicamente è già pronto per la Nba, ma il suo talento è ancora grezzo. Tatticamente un po' acerbo, ha però grandi margini di miglioramento, considerando lo straordinario atletismo. Phoenix, invece, non potrebbe essere più soddisfatta dei progressi di Amare Stoudemire, molto brillante (15 punti, con alcune giocate di pregevole fattura) anche nella gara di giovedì.
Mike D'Antoni ancora una volta non ha concesso molto spazio ad Andrea Meneghin che ha giocato solo 7 minuti mettendo a referto due rimbalzi con 0/1 al tiro. Per il giocatore bolognese l'avventura americana sta per concludersi: arrivato in una squadra con una precisa identità, ha faticato a ritagliarsi uno spazio importante. Ma l'azzurro non ha nessun rimpianto.“Sono contentissimo di essere venuto a giocare la Summer League - spiega Andrea - questa è un esperienza che volevo provare. Anche se non ho giocato moltissimo mi sono trovato a meraviglia con tutti". Anche contro Denver, però, Andrea è stato un po' troppo ignorato dai compagni in attacco. “Nelle partite precedenti però ho avuto più responsabilità - continua il cestista italiano - però quanto successo è normale, molti dei miei compagni sono alla ricerca di un contratto con i Suns mentre io faccio già parte di un'altra squadra, la Fortitudo”. Meneghin tornerà a Bologna con una bella esperienza alle spalle e la consapevolezza di aver tenuto testa a giocatori destinati, magari tra qualche anno, a fare la differenza nella Nba. L'oscar del cestista più interessante Andrea lo assegna però a un compagno, il 19enne Stoudemire . "Amare è un giocatore spaziale - dice il cestista della Fortitudo - è avanti anni luce rispetto ai ragazzi della sua età. Sono convinto che nel giro di pochi anni diventerà una stella nella Nba”. Difficile dargli torto.
Simone Sandri
Mike D'Antoni ancora una volta non ha concesso molto spazio ad Andrea Meneghin che ha giocato solo 7 minuti mettendo a referto due rimbalzi con 0/1 al tiro. Per il giocatore bolognese l'avventura americana sta per concludersi: arrivato in una squadra con una precisa identità, ha faticato a ritagliarsi uno spazio importante. Ma l'azzurro non ha nessun rimpianto.“Sono contentissimo di essere venuto a giocare la Summer League - spiega Andrea - questa è un esperienza che volevo provare. Anche se non ho giocato moltissimo mi sono trovato a meraviglia con tutti". Anche contro Denver, però, Andrea è stato un po' troppo ignorato dai compagni in attacco. “Nelle partite precedenti però ho avuto più responsabilità - continua il cestista italiano - però quanto successo è normale, molti dei miei compagni sono alla ricerca di un contratto con i Suns mentre io faccio già parte di un'altra squadra, la Fortitudo”. Meneghin tornerà a Bologna con una bella esperienza alle spalle e la consapevolezza di aver tenuto testa a giocatori destinati, magari tra qualche anno, a fare la differenza nella Nba. L'oscar del cestista più interessante Andrea lo assegna però a un compagno, il 19enne Stoudemire . "Amare è un giocatore spaziale - dice il cestista della Fortitudo - è avanti anni luce rispetto ai ragazzi della sua età. Sono convinto che nel giro di pochi anni diventerà una stella nella Nba”. Difficile dargli torto.
Simone Sandri