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Fortitudo, vertice senza Seragnoli

Sei uomini in riunione per sei ore, Boniciolli per mezza

UN CONCLAVE lunghissimo, dalle tre del pomeriggio fin verso le dieci di sera. A quell´ora, dai comignoli del PalaDozza, non era uscito nessun fil di fumo. Al vertice per ridisegnare la nuova Fortitudo non c´era Seragnoli: dovrebbe essere una notizia, ma poiché il capo non brilla per presenzialismo, non lo è. C´erano Lefebre e Gambini, Minelli e Veronesi, Palumbi e Savic: che dunque partecipa ai vertici e questa è una buona notizia, se d´una nomina da dirigente, ufficialmente, non s´era mai saputo.
Boniciolli ha fatto molta anticamera, è stato dentro una mezz´oretta ed è ripartito verso sera per Grado. Zitto e muto, «parlerà la società». Che, a tutta sera, non l´ha fatto, anche se poi la riunione s´è sfrangiata. Palumbi è uscito per primo, Savic, Minelli e Veronesi se ne sono andati sulla stessa auto, Lefebre e Gambini sono rimasti fino a tardi.
All´ordine del giorno, se si può sintetizzare, c´era un piano da sottoporre a Seragnoli: così almeno ha spiegato il dirigente uscito cortesemente per dire in breve ai cronisti che la giornata era interlocutoria e non ci sarebbe stato nulla di ufficiale. La posizione più forte da esaminare era quella di Enzo Lefebre, cui l´ingresso di Savic ritagliava inevitabilmente una responsabilità meno larga della precedente. Lefebre era ancora in sede, a sera inoltrata, a sua volta deciso a non dare dichiarazioni.
I pronostici su una sua permanenza erano, all´ingresso, molto stretti, ma la durata dell´incontro fa presumere che il dibattito non sia stato leggero e che non si sia prolungato tanto per sancire una rottura, quanto una ridefinizione di ruoli all´interno della compagine dirigenziale. Poi, ieri, c´era anche da parlar di mercato. Che farà Meneghin, sceso a zero punti nell´ultima partita di Summer League a Salt Lake City? Che farà Fucka, che ha offerte di Tau e Barcellona e porte non ancora chiuse del tutto con Indaina? E chi, soprattutto, potrà arrivare?
In attesa di questa miriade di risposte, l´obiettivo si sposta intanto sul panorama generale. Stamane si tiene a Roma il Consiglio federale che dovrà decidere sul tetto degli extracomunitari. L´ipotesi prevalente è di ammetterne, in serie A, 4 per squadra: tutte alla pari, chi ce li ha già e chi li deve prendere. La Lega Basket cavalca il principio dell´eguaglianza competitiva, ma ad alcuni club andrebbe meglio la direttiva del Coni, che non conteggia i contratti in essere, bensì solo i nuovi. Oggi si saprà la scelta della Fip, martedì la Lega riunirà le società.
Frattanto, da casa Virtus, una voce insistente parla di dimissioni rassegnate da Paolo Macchiavelli, il dirigente che era entrato in società, lasciando la Fortitudo, con l´avvento di Madrigali. L´altra voce è che, se interessava Dan Langhi, l´ala alta in uscita da Houston, il passaporto italiano oggi non ce l´ha, anche se viene offerto con la garanzia di poter farlo in fretta.
Fonte: La Repubblica
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