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Mens Sana, una crescita costante

Minucci: «Il nostro lavoro paga»

SIENA — E' stata una settimana esplosiva. Ed i fuochi d'artificio potrebbero non essere finiti. Oggi, infatti, sarà il giorno dell'ufficializzazione del tetto di extracomunitari che le squadre di serie A potranno schierare nella prossima stagione e, in base al criterio di distribuzione dei 150 visti d'ingresso nel bel Paese che il consiglio federale deciderà di adottare, il mercato biancoverde potrebbe regalare ulteriori soddisfazioni ai tifosi senesi. Se infatti gli extracomunitari per squadra saranno cinque, allora la Mens Sana avrà la possibilità di cercare il suo 3 anche nell'Europa dell'Est. Altrimenti, se il tetto dovesse essere confermato a quattro, il compagno di Zukauskas sarà un giocatore comunitario (non Risascher, che rimane in Grecia, forse Esteller, anche se il suo prezzo è comunque molto alto).
«Crescita costante»
Ma a prescindere dall'ultimo colpo di mercato (a proposito, la firma di Ford dovrebbe arrivare lunedì) l'estate del 2002 sarà ricordata come quella che ha segnato la svolta.
«Direi piuttosto — corregge il gm Ferdinando Minucci — che la crescita della Mens Sana è stata costante. Nel nostro passato non ci sono colpi teatrali bensì una ricerca metodica di un equilibrio verso l'alto. Il valore di questo mercato deriva dalla possibilità di essere stata una delle poche società ad aver potuto programmare con un budget certo. E se Siena in questi anni si è fatta un nome è stato grazie al lavoro delle varie componenti quali la struttura della società, la città, lo sponsor e le istituzioni, rigorosamente in ordine sparso».
Il mercato è dunque figlio di questa evoluzione qualitativa che ha portato Siena al tavolo delle grandi contrattazioni.
«Prendiamo Turkcan: il primo approccio — confessa Minucci — lo abbiamo avuto l'anno passato a Parigi. Là ci siamo presentati al giocatore con le nostre idee ed i nostri programmi. Poi è stato importante non avere fretta ed essere sempre presenti nel mercato».
Insomma, passo dopo passo la Mens Sana si sta conquistando la fiducia degli addetti ai lavori. E poi se gli stipendi vengono garantiti da uno sponsor come il Monte dei Paschi, allora le garanzie sono assolute.
«Regole certe»
Peccato, però, che questa crescita sia ostacolata proprio da coloro che, al contrario, dovrebbero lavorare per promuovere il nostro basket.
«Se avessimo regole certe per un numero definito di anni — assicura il Gm — avremmo anche la possibilità di programmare meglio, invece adesso dobbiamo considerare variabili difficilmente intuibili. Per questo mercato avevamo preparato delle soluzioni alternative e quin queste variabili non ci hanno messo troppo in difficoltà. Certo è che navigare a vista risulta davvero difficile».
E quali sono le prossime variabili?
«Un ulteriore diminuzione del numero di extracomunitari. Oppure l'aumento di giocatori italiani nel roster. Credo che in futuro si arriverà a un compromesso: ogni squadra dovrà schierare 5 italiani e cinque stranieri, a prescindere dal passaporto comunitario o meno».
Federico Cappelli
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