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Scavolini, spunta il nome di Songaila

La Vuelle deve coprire i ruoli di guardia e centro

PESARO — Restano una dozzina di giorni per completare la squadra. Ma esiste anche la possibilità che si parta per il ritiro di Folgaria con qualche pezzo mancante, pur di avere il massimo possibile da questo mercato in cui la Scavolini segue una direttiva precisa: giocatori giovani e motivati. Le pedine già sotto contratto sono sette: Pecile, Beric, Mc Ghee, Malaventura, Gigena, Lacey e Traina. Ma quest'ultimo sembra ormai destinato a cambiare aria: e allora i tasselli mancanti diventerebbero quattro e non più tre, due lunghi e due esterni.
La caccia è aperta su più fronti e il nome di Tamar Slay, di cui accennavamo ieri, trova in queste ore alcune conferme: guardia di 2.04, nero, esce da Marshall University, scelto al secondo giro da New Jersey. Un giocatore interessante, sul quale ci sarebbero diversi club italiani: oltre alla Scavolini, il giocatore piace alla Benetton, in difficoltà nel trattenere Charlie Bell. Per convincerlo a disertare il camp che comincia il 1° agosto bisognerebbe mettere sul piatto cifre interessanti, a meno che i Nets non abbiano già fatto capire al suo agente che è meglio per il ragazzo formarsi per un annetto oltreoceano. In questo caso la Scavolini ha delle chances perché gli offre tutto lo spazio che vuole e un ruolo da titolare.
Se parte Traina, dicevamo, la società andrà a prendere un altro esterno, ma non un 2-3, piuttosto un play-guardia di esperienza che possa dare una mano a Pecile.
C'è poi da chiudere il pacchetto lunghi e il pezzo più importante è naturalmente il pivot titolare. «Non esistono più centri puri, l'anno scorso in A1 c'erano solo Griffith e Blair» ci ha detto ieri coach Crespi, lasciando intuire che la Scavolini potrebbe orientarsi su un giocatore un po' particolare, magari non altissimo. Se la strada è quella degli ex universitari, allora può portare verso Darius Songaila, 2.06, lituano, scelto da Boston agli ultimi draft. Più esperto di quelli che escono dai college perchè è un '78: prima di andare all'università in America ha già giocato con tutte le nazionali giovanili del suo paese, di sicuro è un nome che in Europa non è sfuggito agli schedari degli scout e fino all'anno scorso avrebbe potuto giocare come comunitario, ora invece i lituani sono considerati di nuovo come extra-comunitari. Non è certo l'unico nome interessante, ma è quello più considerato tra quelli prendibili (i pivot scelti al primo giro di solito vanno dritti nella Nba). Infine il cosiddetto quarto lungo, quello che l'anno passato fu il tormentone dell'estate e anche dell'autunno. Stavolta in via Paterni hanno deciso di prenderlo subito e anzi avrebbero già in mano il giovanotto, un comunitario: si aspetta la definizione delle regole da parte del Consiglio federale di oggi e poi si procederà.
Elisabetta Ferri
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