FABRIANO — E' fatta, dunque. Ieri il consiglio federale ha ratificato l'iscrizione del Fabriano basket (e delle altre cinque società sotto inchiesta) al prossimo campionato di massima serie e martedì stilerà i calendari. Un ultimo sospiro di sollievo, nel giorno in cui la Fip ha disposto che saranno al massimo quattro gli extracomunitari per squadra e come minimo tre gli italiani.
«Ciao Chandler». Vetra sulla via del ritiro, Monroe a Roseto, Thompson (ora è ufficiale) a Udine: in poche settimane Fabriano ha perso i simboli del suo splendido ciclo vincente degli ultimi due anni. Come reagirà, allora, la platea alla vigilia della campagna abbonamenti che potrebbe partire già domani? «Come i sostenitori, anch'io non posso che essere amareggiato», spiega il presidente Claudio Biondi. «Questi sono giocatori entrati nel cuore di tutti, ma purtroppo bisogna sempre fare il passo a seconda della propria gamba. In due Monroe e Thompson ci sarebbero costati 600mila euro o dollari che siano e noi con quei soldi ci allestiremo praticamente tutta la squadra. Questo, purtroppo, possiamo permetterci e fino a quando non arriveranno nuovi sostenitori finanziari non ce la sentiamo certo di 'sovraesporci' economicamente».
Il caso palas. Ma siccome le «grane» in questa tormentata estate biancazzurra non hanno mai fine, ecco che scoppia — seppure silenziosamente — quella legata al palasport. La scritta della sponsorizzazione PalaIndesit è stata rimossa, per cui d'ora in poi la struttura verrà ricosciuta solo come PalaGuerrieri, nel rispetto dell'intitolazione a cui si è proceduto pochi mesi addietro. Avrebbero dovuto essere tutti felici e contenti per il nuovo riconoscimento verso Giuliano, papà del basket locale, e la coscenziosa uscita di scena dell'azienda di Vittorio Merloni, invece qualche problema dev'esserci. Non è certo un caso che il loquace presidente Biondi ed Enzo Carnevali, presidente dell'associazione Giuliano Guerrieri, abbiano entrambi risposto «no comment» al momento analizzare la notizia. Nessuno lo dice, ma di mezzo potrebbe esserci il sostegno economico della famiglia dell'ex presidente della Confindustria verso il Fabriano basket. Non è, insomma, che i 400mila euro abbondanti della scorsa stagione non saranno confermati proprio per gli «strascichi» di questa vicenda? Niente di certo, ma un paio di indizi fanno quasi una prova…
Alessandro Di Marco
«Ciao Chandler». Vetra sulla via del ritiro, Monroe a Roseto, Thompson (ora è ufficiale) a Udine: in poche settimane Fabriano ha perso i simboli del suo splendido ciclo vincente degli ultimi due anni. Come reagirà, allora, la platea alla vigilia della campagna abbonamenti che potrebbe partire già domani? «Come i sostenitori, anch'io non posso che essere amareggiato», spiega il presidente Claudio Biondi. «Questi sono giocatori entrati nel cuore di tutti, ma purtroppo bisogna sempre fare il passo a seconda della propria gamba. In due Monroe e Thompson ci sarebbero costati 600mila euro o dollari che siano e noi con quei soldi ci allestiremo praticamente tutta la squadra. Questo, purtroppo, possiamo permetterci e fino a quando non arriveranno nuovi sostenitori finanziari non ce la sentiamo certo di 'sovraesporci' economicamente».
Il caso palas. Ma siccome le «grane» in questa tormentata estate biancazzurra non hanno mai fine, ecco che scoppia — seppure silenziosamente — quella legata al palasport. La scritta della sponsorizzazione PalaIndesit è stata rimossa, per cui d'ora in poi la struttura verrà ricosciuta solo come PalaGuerrieri, nel rispetto dell'intitolazione a cui si è proceduto pochi mesi addietro. Avrebbero dovuto essere tutti felici e contenti per il nuovo riconoscimento verso Giuliano, papà del basket locale, e la coscenziosa uscita di scena dell'azienda di Vittorio Merloni, invece qualche problema dev'esserci. Non è certo un caso che il loquace presidente Biondi ed Enzo Carnevali, presidente dell'associazione Giuliano Guerrieri, abbiano entrambi risposto «no comment» al momento analizzare la notizia. Nessuno lo dice, ma di mezzo potrebbe esserci il sostegno economico della famiglia dell'ex presidente della Confindustria verso il Fabriano basket. Non è, insomma, che i 400mila euro abbondanti della scorsa stagione non saranno confermati proprio per gli «strascichi» di questa vicenda? Niente di certo, ma un paio di indizi fanno quasi una prova…
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino