PESARO - Ieri sera è partito per Pesaro, «ma la presenza fisica non è fondamentale per il nostro lavoro. Ci si tiene in contatto anche da Milano o dagli Usa» - precisa Marco Crespi, che da brava formichina non conosce la sosta domenicale. Però - a squadra praticamente completata - si concederà qualche giorno di vacanza. Le nuove regole - non ancora definitive - stanno diventando la barzelletta dell’estate. In attesa che la Lega metta, forse, tutte le squadre concretamente sullo stesso piano di azione nell’Assemblea straordinaria di domani, il coach della Scavolini giudica così le ultime disposizioni: «E’ difficile commentare la terza regola in un mese. I tempi sono sbagliati, in completo ritardo e per di più nessuno accenna al futuro. A livello di programmazione questo è un grosso handicap». Non manca chi contesta il numero minimo di italiani (la Kinder, ad esempio, ora come ora non ne ha tre in organico), ma Marco Crespi lo vede di buon occhio... «Noi ne abbiamo quattro e siamo a posto... Siamo in Italia e trovo giusto garantire una certa idea di nazionalità». Il comico è che ogni anno, ad aprile, il Coni indicherà il numero di extracomunitari da schierare nella stagione successiva... «Parto da un altro punto di vista: mi fa ridere che si prenda come modello la legge Bossi-Fini. Non è corretto appellarsi a questa disposizione, che chiede che uno straniero - per avere il permesso di soggiorno in Italia - debba avere un regolare contratto di lavoro. Tutti i giocatori qui hanno un regolare contratto». Ok, non parliamone più. Per ora. In questi giorni si è detto tanto di Pecile. Sarà o non sarà il play titolare della Scavolini? «Mi ripeto: avrà più responabilità, ma è difficile dire oggi se partirà tra i primi cinque. La mia idea è di schierare una squadra che giochi con ritmo e intensità. Di avere 9-10 giocatori che mi diano qualità, in modo da avere una rotazione altissima. Specialmente nel settore lunghi, non ci saranno titolari e riserve». Una novità, rispetto alla gestione-Pillastrini... «Non c’è una Scavolini di Crespi o di Pillastrini, in questo caso ci sono giocatori universali. Per me i titolari non sono i cinque che cominciano le partite, ma quelli che le finiscono. Lo starting-five varierà a seconda dello stato di forma, dell’avversario, delle motivazioni...». Quale, a suo parere, la regina del mercato fino a questo momento? «Ogni squadra ha occupato appena il 50% dei posti a disposizione. I colpi più eclatanti sono quelli di Siena, ma non è vero che chi ha un budget minore non possa fare dei botti. L’anno scorso l’ingaggio di Jenkins da parte di Borgomanero è stato un affare epocale».
Camilla Cataldo
Camilla Cataldo