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La Kinder riabbraccia Sani

Becirovic torna ad allenarsi nel gruppo

Sorpresa. Se Ginobili (contusione dopo l'impatto con Goldwire) e Frosini (ginocchio) restano a guardare, in campo, al PalaMalaguti, c'è un gradito ritorno. E' quello di Sani Becirovic che fino all'altro ieri, dopo l'intervento di pulizia al ginocchio, aveva lavorato solo con il preparatore atletico, Luigi Sepulcri. Da ieri, seppur in punta di piedi, Sani ha ripreso a lavorare con la squadra (senza forzare) e se tutto andasse per il verso giusto potrebbe ritrovare il campo (da protagonista) tra un paio di settimane.
«Il peggio — dice Sani sfoggiando il sorriso dei giorni migliori — è alle spalle. Ho passato momenti molto brutti, perché la voglia di giocare è forte. Ma ho provato a resistere anche perché il dolore al ginocchio, prima dell'intervento del dottor Lelli, era insopportabile. Ora va molto meglio».
Ottimista anche Alessandro Lelli, intervenuto in prima persona sul ginocchio destro dello sloveno lo scorso 30 gennaio: «Sta andando — le parole del chirurgo — ogni più rosea aspettativa».
In attesa di riavere Becirovic — ieri al PalaMalaguti, in veste di coach-studente c'era Demis Cavina —Messina sa di poter contare su Bonora che commenta così il momento della Kinder.
«Abbiamo messo insieme due vittorie che ci danno morale e una maggiore consapevolezza nei nostri mezzi — racconta Davide — ma sappiamo anche che la Fabriano di turno può spuntare da un momento all'altro. Anche se c'è la certezza che, giocando in un certo modo, possiamo battere chiunque. Il problema, semmai, resta l'eventuale deconcentrazione».
Problema che non dovrebbe sussistere né domani sera (Efes Pilsen) né tantomeno sabato (Benetton). «L'Efes — continua Bonora — ci ha fatto un bel regalo andando a vincere in Russia. Ma sappiamo anche che la stessa Istanbul è una squadra imprevedibile perché ha già battuto anche il Maccabi a Tel Aviv. Ci sono Kambala, Brown, Stombergas: è una formazione da prendere con le molle».
Torna per un attimo al derby, Pandoro, anche perché la classifica non è cambiata molto. «Solo perdendo — dice — avremmo dovuto dire addio al primo o al secondo posto. Abbiamo vinto, ma loro hanno mille attenuanti per gli infortuni. Credo che in futuro la storia tra noi e loro dovrebbe essere diversa».
Alessandro Gallo
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