Alla ricerca del comunitario. E’ una missione per Giancarlo Sarti dopo che i club di serie A, riuniti ieri a Bologna in assemblea, hanno deciso di non accettare la delibera della Fip che fissa un numero minimo di tre italiani a referto per la prossima stagione criticando il Coni per il contigentamento dei giocatori extracomunitari (massimo quattro a referto). Il general manager arancione è sulle tracce degli ultimi rinforzi per il team di Fabrizio Frates. «I quattro extracomunitari li abbiamo già – conferma il dirigente di Pontremoli –: chiunque arrivi ora dovrà essere comunitario».
Data la presenza della coppia di americani Chandler Thompson e Brent Scott e del duo sloveno Sale Vujacic (già sotto contratto pluriennale) e Teoman Alibegovic (per la scontata conferma manca ormai solo l’ufficialità) che esauriscono il contingente concesso alla società friulana, i prossimi nuovi giocatori dovranno giocoforza appartenere all’area Ue. Si badi bene, non solo europei, ma italiani o comunitari in senso stretto. Esclusi i cosiddetti Bosman B, come gli stessi Alibegovic e Vujacic, equiparati ai comunitari solo per le coppe e le competizioni continentali e non per il campionato italiano. L’unica possibilità per schierare un ulteriore extracomunitario prenderebbe forma solo in caso di rinuncia a uno dei quattro sopraccitati. E l’unico indiziato di lasciare la Snaidero è Brent Scott, anche se la cessione del suo contratto non è semplice, sia per l’oneroso stipendio che riceve, sia per la svalutazione tecnica che si porta dietro dopo lo sfortunato scorso torneo di serie A. «A dire il vero – puntualizza Sarti –, la nostra squadra sarebbe anche già pronta per cominciare la stagione: in regia abbiamo Busca, che ha già dimostrato di stare bene in campo in serie A, e Vujacic, che si sta confermando come uno dei migliori giovani d’Europa, mentre l’arrivo di Thompson ha completato il pacchetto degli esterni. Forse manca qualcosa sotto canestro. È chiaro, però, che chi ha dato meno del preventivato l’anno scorso, è chiamato a fornire un contributo maggiore quest’anno e ciò può colmare la lacuna. Qualsiasi trattativa, comunque, è ancora in fase di stallo: tutti temporeggiano».
Impossibile, però, lavorare e programmare qualcosa con il caos che regna. «Abbiamo deciso di non accettare l’imposizione del numero minimo di tre italiani per squadra: è una regola illegale. Passi per la limitazione degli extracomunitari, ma il numero minimo di italiani va contro le leggi del lavoro». Dopo la riunione di ieri, la Legabasket ha partorito tre richieste: alla Fip si chiede la definizione del numero di extracomunitari valido per due anni e la modifica della legge ’91, innalzando l’età giovanile sino ai 21 anni. Infine, con l’Assogiocatori si vuole cercare un accordo per rinegoziare i contratti pluriennali e studiare una formula contrattuale variabile nella misura del 25-30%, in base ai risultati. Come dire che, se la squadra retrocede, il giocatore può subire una decurtazione fino al 30% dello stipendio.
Francesco Tonizzo
Data la presenza della coppia di americani Chandler Thompson e Brent Scott e del duo sloveno Sale Vujacic (già sotto contratto pluriennale) e Teoman Alibegovic (per la scontata conferma manca ormai solo l’ufficialità) che esauriscono il contingente concesso alla società friulana, i prossimi nuovi giocatori dovranno giocoforza appartenere all’area Ue. Si badi bene, non solo europei, ma italiani o comunitari in senso stretto. Esclusi i cosiddetti Bosman B, come gli stessi Alibegovic e Vujacic, equiparati ai comunitari solo per le coppe e le competizioni continentali e non per il campionato italiano. L’unica possibilità per schierare un ulteriore extracomunitario prenderebbe forma solo in caso di rinuncia a uno dei quattro sopraccitati. E l’unico indiziato di lasciare la Snaidero è Brent Scott, anche se la cessione del suo contratto non è semplice, sia per l’oneroso stipendio che riceve, sia per la svalutazione tecnica che si porta dietro dopo lo sfortunato scorso torneo di serie A. «A dire il vero – puntualizza Sarti –, la nostra squadra sarebbe anche già pronta per cominciare la stagione: in regia abbiamo Busca, che ha già dimostrato di stare bene in campo in serie A, e Vujacic, che si sta confermando come uno dei migliori giovani d’Europa, mentre l’arrivo di Thompson ha completato il pacchetto degli esterni. Forse manca qualcosa sotto canestro. È chiaro, però, che chi ha dato meno del preventivato l’anno scorso, è chiamato a fornire un contributo maggiore quest’anno e ciò può colmare la lacuna. Qualsiasi trattativa, comunque, è ancora in fase di stallo: tutti temporeggiano».
Impossibile, però, lavorare e programmare qualcosa con il caos che regna. «Abbiamo deciso di non accettare l’imposizione del numero minimo di tre italiani per squadra: è una regola illegale. Passi per la limitazione degli extracomunitari, ma il numero minimo di italiani va contro le leggi del lavoro». Dopo la riunione di ieri, la Legabasket ha partorito tre richieste: alla Fip si chiede la definizione del numero di extracomunitari valido per due anni e la modifica della legge ’91, innalzando l’età giovanile sino ai 21 anni. Infine, con l’Assogiocatori si vuole cercare un accordo per rinegoziare i contratti pluriennali e studiare una formula contrattuale variabile nella misura del 25-30%, in base ai risultati. Come dire che, se la squadra retrocede, il giocatore può subire una decurtazione fino al 30% dello stipendio.
Francesco Tonizzo