SIENA — «Secondo me il calendario non conta niente anche perchè, prima o poi, le squadre forti le devi incontrare tutte. L'unico fattore che posso prendere in considerazione, semmai, è la qualificazione alla Coppa Italia che viene stilata con la classifica finale del girone di andata».
Ergin Ataman non è cambiato di una virgola. E con lui la sua filosofia: «La forza o il nome dell'avversaio non contano perchè devi essere tu a batterlo».
E così la Montepaschi si presenta ai nastri di partenza del campionato 2002/2003 con un coach ancora più motivato rispetto a quello della scorsa stagione anche se, almeno fino a questo momento, meno sbottonato nelle dichiarazioni.
Insomma coach: se l'anno scorso gli obiettivi erano la Coppa Saporta e la finale scudetto, con una squadra ancora più forte cosa ci dobbiamo aspettare?
«Beh — risponde il coach in modo sorprendente — ve lo dirò soltanto il 12 agosto, quando avrò finito il primo allenamento con la squadra».
Il pubblico si aspetta grandi cose. E Ataman cosa si aspetta dal pubblico?
«Nella passata stagione i tifosi sono stati favolosi e ci hanno trascinato fino a Lione. Io lo dico sempre: ai risultati importanti si arriva tutti insieme. E non sono parole gettate al vento. Prendete un po' l'esempio di Turkcan. Lui mi ha detto uno dei motivi principali che lo ha portato a Siena è stato proprio il fattore ambientale. Durante la scorsa stagione ha sempre seguito le nostre partite dal satellite, specialmente quella casalinga contro lo Strasburgo...».
Per i tifosi si prospetta un'altra stagione di grandi soddisfazioni, condita, ovviamente, da quel pizzico di inferno che piace tanto al coach turco.
Più dirigenziale, per definizione, il commento del general manager Ferdinando Minucci sul calendario.
«Inizio di stagione buono tra le mura amiche — spiega il gm biancoverde — ma già difficilissimo in trasferta. Dovremo subito trovare la giusta amalgama. Credo che l'esperienza proprio non ci manchi e con un po' di affiatamento potremo partire bene».
Insomma: la crescita della Montepaschi si intuisce anche dalle parole dello staff dirigenziale e di quello tecnico. Le squadre che fanno paura sono sempre meno. Quelle che hanno paura (della Mens Sana) sempre di più.
F.C.
Ergin Ataman non è cambiato di una virgola. E con lui la sua filosofia: «La forza o il nome dell'avversaio non contano perchè devi essere tu a batterlo».
E così la Montepaschi si presenta ai nastri di partenza del campionato 2002/2003 con un coach ancora più motivato rispetto a quello della scorsa stagione anche se, almeno fino a questo momento, meno sbottonato nelle dichiarazioni.
Insomma coach: se l'anno scorso gli obiettivi erano la Coppa Saporta e la finale scudetto, con una squadra ancora più forte cosa ci dobbiamo aspettare?
«Beh — risponde il coach in modo sorprendente — ve lo dirò soltanto il 12 agosto, quando avrò finito il primo allenamento con la squadra».
Il pubblico si aspetta grandi cose. E Ataman cosa si aspetta dal pubblico?
«Nella passata stagione i tifosi sono stati favolosi e ci hanno trascinato fino a Lione. Io lo dico sempre: ai risultati importanti si arriva tutti insieme. E non sono parole gettate al vento. Prendete un po' l'esempio di Turkcan. Lui mi ha detto uno dei motivi principali che lo ha portato a Siena è stato proprio il fattore ambientale. Durante la scorsa stagione ha sempre seguito le nostre partite dal satellite, specialmente quella casalinga contro lo Strasburgo...».
Per i tifosi si prospetta un'altra stagione di grandi soddisfazioni, condita, ovviamente, da quel pizzico di inferno che piace tanto al coach turco.
Più dirigenziale, per definizione, il commento del general manager Ferdinando Minucci sul calendario.
«Inizio di stagione buono tra le mura amiche — spiega il gm biancoverde — ma già difficilissimo in trasferta. Dovremo subito trovare la giusta amalgama. Credo che l'esperienza proprio non ci manchi e con un po' di affiatamento potremo partire bene».
Insomma: la crescita della Montepaschi si intuisce anche dalle parole dello staff dirigenziale e di quello tecnico. Le squadre che fanno paura sono sempre meno. Quelle che hanno paura (della Mens Sana) sempre di più.
F.C.