Estate soprattutto lavorativa per Jorge Garbajosa, che da tre giorni si trova a Malaga con la nazionale spagnola, nel ritiro di preparazione ai Mondiali di Indianapolis. «Beh, sì - dice il popolare"Garba" - comunque sono pur sempre riuscito, dopo aver vinto lo scudetto, a farmi un mese al mare, qui in Spagna. Adesso abbiamo cominciato ad allenarci per i Mondiali».
Naturalmente stai seguendo anche le sorti della Benetton: le novità si chiamano Messina, Loncar e Nemeth, in attesa dell'americano erede di Charlie Bell. Che ne pensi? «Penso che i campioni d'Italia siamo noi: adesso ricominceremo con una nuova squadra, ma con l'obiettivo di sempre, vincere un altro scudetto. Oggi non si può dire se l'impresa sarà più facile o difficile di prima: l'anno scorso le cose sono andate quasi tutte bene, nessuno ha avuto infortuni gravi e grossi problemi non ce ne sono stati».
La tua opinione sull'arrivo di Ettore Messina? «Un allenatore bravissimo, che due stagioni fa vinse tutto quello che c'era da vincere. E comunque il 70 per cento della squadra è rimasta inalterata, mentre i nuovi giocatori certamente daranno il loro contributo per tentare di vincere ancora». Con Bell sarebbe stata una Benetton perfetta: ti dispiace che quasi certamente Charlie non resterà? «Mi dispiace perché lui è un'ottima persona ed un bravo giocatore, ma ogni anno c'è sempre qualcuno che parte». Come Nachbar e Tskitishvili. «Auguro loro tanta fortuna nella Nba, sono ragazzi fortissimi e sono sicuro che avranno una bella carriera anche tra i professionisti. Ad ogni modo restano Edney, Pittis, Nicola, Marconato, la maggior parte del gruppo è ancora qui». Cosa pensi della norma che limita a quattro il numero degli stranieri in campionato? «Io credo che ogni Federazione debba agevolare la crescita dei suoi giocatori: la Spagna gli spagnoli, l'Italia gli italiani ecc. E gli stranieri dovrebbero essere veramente forti, cioè non americani che non facciano la differenza ma che, invece, possano dare qualcosa di nuovo e di migliore. Penso che bisognerà attendere un anno prima di giudicare il nuovo regolamento, quello che vorrei è che la regola fosse uguale per tutti». Stojic tra non molto dovrebbe avere il passaporto tedesco. «Se Mario diventa comunitario è un'ottimo colpo, per la squadra, ma soprattutto per lui. E' come se avessimo uno straniero in più». Se il nuovo americano arriva in tempo, tu sarai l'unico a non essere presente il giorno del raduno, il 16 agosto. «Sì, tornerò a Treviso il 10 settembre, in tempo per partecipare alla Supercoppa a Genova. A questi campionati mondiali io spero di giocare parecchio, noi della Spagna teniamo moltissimo, anche se siamo in un girone molto difficile, con Jugoslavia e Canada. Per non parlare degli Stati Uniti, naturalmente, ma pure Russia, Argentina, Germania. Puntiamo ad andar lì con una buona condizione e magari di avere anche un po' di fortuna».
Silvano Focarelli
Naturalmente stai seguendo anche le sorti della Benetton: le novità si chiamano Messina, Loncar e Nemeth, in attesa dell'americano erede di Charlie Bell. Che ne pensi? «Penso che i campioni d'Italia siamo noi: adesso ricominceremo con una nuova squadra, ma con l'obiettivo di sempre, vincere un altro scudetto. Oggi non si può dire se l'impresa sarà più facile o difficile di prima: l'anno scorso le cose sono andate quasi tutte bene, nessuno ha avuto infortuni gravi e grossi problemi non ce ne sono stati».
La tua opinione sull'arrivo di Ettore Messina? «Un allenatore bravissimo, che due stagioni fa vinse tutto quello che c'era da vincere. E comunque il 70 per cento della squadra è rimasta inalterata, mentre i nuovi giocatori certamente daranno il loro contributo per tentare di vincere ancora». Con Bell sarebbe stata una Benetton perfetta: ti dispiace che quasi certamente Charlie non resterà? «Mi dispiace perché lui è un'ottima persona ed un bravo giocatore, ma ogni anno c'è sempre qualcuno che parte». Come Nachbar e Tskitishvili. «Auguro loro tanta fortuna nella Nba, sono ragazzi fortissimi e sono sicuro che avranno una bella carriera anche tra i professionisti. Ad ogni modo restano Edney, Pittis, Nicola, Marconato, la maggior parte del gruppo è ancora qui». Cosa pensi della norma che limita a quattro il numero degli stranieri in campionato? «Io credo che ogni Federazione debba agevolare la crescita dei suoi giocatori: la Spagna gli spagnoli, l'Italia gli italiani ecc. E gli stranieri dovrebbero essere veramente forti, cioè non americani che non facciano la differenza ma che, invece, possano dare qualcosa di nuovo e di migliore. Penso che bisognerà attendere un anno prima di giudicare il nuovo regolamento, quello che vorrei è che la regola fosse uguale per tutti». Stojic tra non molto dovrebbe avere il passaporto tedesco. «Se Mario diventa comunitario è un'ottimo colpo, per la squadra, ma soprattutto per lui. E' come se avessimo uno straniero in più». Se il nuovo americano arriva in tempo, tu sarai l'unico a non essere presente il giorno del raduno, il 16 agosto. «Sì, tornerò a Treviso il 10 settembre, in tempo per partecipare alla Supercoppa a Genova. A questi campionati mondiali io spero di giocare parecchio, noi della Spagna teniamo moltissimo, anche se siamo in un girone molto difficile, con Jugoslavia e Canada. Per non parlare degli Stati Uniti, naturalmente, ma pure Russia, Argentina, Germania. Puntiamo ad andar lì con una buona condizione e magari di avere anche un po' di fortuna».
Silvano Focarelli