ROSETO — Aldous Huzley ammoniva: "Il fatto che gli uomini non imparino molto dalla storia è la lezione più importante che la storia ci insegna". Sting confermava con una sua canzone, affermando: "La storia non ci insegnerà nulla". Dobbiamo dunque piantare queste due croci a andare avanti, continuando a dimenticarci di ricordare? No. Non dobbiamo, non possiamo, non vogliamo. Parliamo della 57^ edizione del Trofeo "Lido delle Rose" e dell'assordante silenzio che l'organizzazione ha riservato alla memoria di Giovanni Giunco, scomparso all'inizio della Primavera del 2002. Nella serata di presentazione, purtroppo, nessuna citazione, nessun ricordo, nessuna parola da parte di coloro i quali stanno lavorando alacremente (non facciamo fatica a riconoscerlo, ma dobbiamo rimarcare questa grave mancanza) per dare la giusta importanza al torneo estivo più antico d'Europa e forse del mondo. Perché questo silenzio? Perché questa dimenticanza? Eppure parliamo di Giovanni Giunco, medaglia d'oro CONI e CIO, uomo che ha più volte ricostruito dalle macerie la casa del basket rosetano e che ha tenuto in vita il Trofeo a costo di sacrifici personali. Se il Roseto Basket e il Trofeo Lido delle Rose ci sono ancora, in definitiva, è anche merito della sua grande tenacia. Aver dovuto registrare una totale mancanza di riferimenti all'uomo che è stato un esempio di rettitudine morale e amore verso il basket "puro", quello composto dalla base e dai giovani, ci ha imbarazzato. Giovanni Giunco è scomparso all'inizio della primavera del 2002 e il Trofeo delle Rose edizione 2002 si appresta a valicare i confini rosetani per farsi conoscere ed apprezzare anche nei quattro capoluoghi di provincia abruzzesi. Ebbene, noi auspichiamo che gli organizzatori sappiamo cogliere l'occasione per ricordare la figura e l'opera di Giovanni Giunco, ultimo mecenate della pallacanestro rosetana.
Luca Maggitti
Luca Maggitti
