MILANO — Tre corpi indipendenti ma capaci di vita comune. Questo il progetto di Divier Togni e del suo Palazzetto che, se mai venisse realizzato, potrebbe finalmente tornare ad accogliere in modo degno pallavolo, basket, hockey, tennis e altre manifestazione di carattere sportivo e non.
La struttura centrale avrebbe all'esterno forma identica all'attuale PalaVobis ma, costruita con materiali «non provvisori», verrebbe totalmente rivoluzionata all'interno. Capienza leggermente inferiore rispetto all'attuale (da 9mila a 7mila posti per garantire un maggiore comfort agli spettatori) con tribune retrattili in grado di dar spazio all'hockey o al tennis o di restringersi per consentire una migliore visione a pallavolo e basket.
Su uno dei lati verrebbe creata la «casa» per Olimpia e Asystel con una palazzina su due piani in grado di contenere palestre regolamentari per gli allenamenti delle due squadre o delle formazioni giovanili e, al piano superiore, la sede delle due società con eventuali spazi commerciali. Insomma, quel tempio dello sport professionistico meneghino sempre solo immaginato ma, chissà perché, mai realizzato: luogo che porrebbe finalmente fine ai ben noti problemi logistici, e di convivenza con l'amministrazione comunale, che da tempo coinvolgono Asystel e Olimpia, costrette a peregrinare tra un impianto e l'altro della città.
Infine, sul lato opposto, una grande area commerciale o di ristorazione in grado di ospitare spettacoli, mostre, fiere, convention e, soprattutto, di garantire quelle entrate economiche capaci di far fronte ai costi di gestione della costosa struttura. Il denaro per la costruzione arriverebbe dal credito sportivo e, probabilmente, dal Ministero dei Beni Culturali ancora in possesso di fondi di Italia '90 da distribuire in Lombardia.
P.B.
La struttura centrale avrebbe all'esterno forma identica all'attuale PalaVobis ma, costruita con materiali «non provvisori», verrebbe totalmente rivoluzionata all'interno. Capienza leggermente inferiore rispetto all'attuale (da 9mila a 7mila posti per garantire un maggiore comfort agli spettatori) con tribune retrattili in grado di dar spazio all'hockey o al tennis o di restringersi per consentire una migliore visione a pallavolo e basket.
Su uno dei lati verrebbe creata la «casa» per Olimpia e Asystel con una palazzina su due piani in grado di contenere palestre regolamentari per gli allenamenti delle due squadre o delle formazioni giovanili e, al piano superiore, la sede delle due società con eventuali spazi commerciali. Insomma, quel tempio dello sport professionistico meneghino sempre solo immaginato ma, chissà perché, mai realizzato: luogo che porrebbe finalmente fine ai ben noti problemi logistici, e di convivenza con l'amministrazione comunale, che da tempo coinvolgono Asystel e Olimpia, costrette a peregrinare tra un impianto e l'altro della città.
Infine, sul lato opposto, una grande area commerciale o di ristorazione in grado di ospitare spettacoli, mostre, fiere, convention e, soprattutto, di garantire quelle entrate economiche capaci di far fronte ai costi di gestione della costosa struttura. Il denaro per la costruzione arriverebbe dal credito sportivo e, probabilmente, dal Ministero dei Beni Culturali ancora in possesso di fondi di Italia '90 da distribuire in Lombardia.
P.B.