Bye bye basket city. Bologna si avvia a non essere più la capitale della nostra pallacanestro, dopo un decennio di dominio assoluto. Il basket-mercato del 2002 sta sancendo il declino della città felsinea: le due formazioni bolognesi, la Virtus e la Fortutido, stanno recitando un ruolo da modeste comprimarie nella campagna acquisti trasferimenti e soprattutto stanno smobilitando.
Fino a due anni fa le società bolognesi si potevano permettere un monte ingaggi da 22-25 miliardi, una cifra inarrivabile per le concorrenti. Così a Bologna sfilavano Danilovic, Savic, Rigadeau, Nesterovic, Rivers, Wilkins, McRae, Murdock: campioni strapagati che, sotto le "Due Torri", portavano a casa ingaggi superiori anche ai 2 milioni di dollari.
E le vacche erano grasse anche per gli italiani: il blocco azzurro della Fortitudo (Myers, Fucka, Meneghin, Galanda, Basile, De Pol e Chiacig) ha sempre viaggiato su cifre simili a quelle dei loro colleghi del calcio se non persino di più e c'era spazio anche per stipendi faraonici di giocatori che in rosa erano solo dei 12-13esimi uomini che a volte non trovavano nemmeno spazio per andare in panchina.
Ma la festa ora è finita. La Virtus ha iniziato a ridimensionare già nel 2000, quando è passata da Cazzola a Marco Madrigali, il titolare della CTO Net, che ha scelto di rinunciare a tutti i grandi campioni per ripartire da una nidiata di giovani di grandissimo talento: la scelta ha pagato, la squadra ha vinto tutto ed i giocatori, una volta esplosi, sono andati nella NBA a guadagnare di più. E ora le V Nere sono pronte a ripartire da capo e sempre da giovani meno costosi o giocatori comunque di secondo piano rispetto a quelli che hanno vestito la canotta bianconera nell'ultimo decennio.
Il taglio dei costi in casa Fortitudo è iniziato solo quest'estate, dopo la quinta finale scudetto persa in sei anni: così ora Fucka e Meneghin, che insieme guadagnano più o meno sui 3 miliardi netti di lire a stagione, sono sul mercato dove però hanno pochi pretendenti seri a causa dei loro ingaggi, mentre in arrivo c'è solo un Pozzecco che costa decisamente meno dei due azzurri.
E così, in controtendenza con le stagioni precedenti, Milano e Cantù hanno le squadre già fatte, Varese si prepara a chiudere la rosa con un colpaccio (forse proprio Meneghin), Pesaro, Roma e Treviso sono già a posto, mentre le bolognesi al momento non saranno ancora quali saranno gli assi da calare in tavola, ma è probabile che il loro budget questa volta non superi i 6-7 milioni di euro, non molto di più rispetto a quello delle altre formazioni di vertice...
Fabrizio Carcano
www.affaritaliani.it
Fino a due anni fa le società bolognesi si potevano permettere un monte ingaggi da 22-25 miliardi, una cifra inarrivabile per le concorrenti. Così a Bologna sfilavano Danilovic, Savic, Rigadeau, Nesterovic, Rivers, Wilkins, McRae, Murdock: campioni strapagati che, sotto le "Due Torri", portavano a casa ingaggi superiori anche ai 2 milioni di dollari.
E le vacche erano grasse anche per gli italiani: il blocco azzurro della Fortitudo (Myers, Fucka, Meneghin, Galanda, Basile, De Pol e Chiacig) ha sempre viaggiato su cifre simili a quelle dei loro colleghi del calcio se non persino di più e c'era spazio anche per stipendi faraonici di giocatori che in rosa erano solo dei 12-13esimi uomini che a volte non trovavano nemmeno spazio per andare in panchina.
Ma la festa ora è finita. La Virtus ha iniziato a ridimensionare già nel 2000, quando è passata da Cazzola a Marco Madrigali, il titolare della CTO Net, che ha scelto di rinunciare a tutti i grandi campioni per ripartire da una nidiata di giovani di grandissimo talento: la scelta ha pagato, la squadra ha vinto tutto ed i giocatori, una volta esplosi, sono andati nella NBA a guadagnare di più. E ora le V Nere sono pronte a ripartire da capo e sempre da giovani meno costosi o giocatori comunque di secondo piano rispetto a quelli che hanno vestito la canotta bianconera nell'ultimo decennio.
Il taglio dei costi in casa Fortitudo è iniziato solo quest'estate, dopo la quinta finale scudetto persa in sei anni: così ora Fucka e Meneghin, che insieme guadagnano più o meno sui 3 miliardi netti di lire a stagione, sono sul mercato dove però hanno pochi pretendenti seri a causa dei loro ingaggi, mentre in arrivo c'è solo un Pozzecco che costa decisamente meno dei due azzurri.
E così, in controtendenza con le stagioni precedenti, Milano e Cantù hanno le squadre già fatte, Varese si prepara a chiudere la rosa con un colpaccio (forse proprio Meneghin), Pesaro, Roma e Treviso sono già a posto, mentre le bolognesi al momento non saranno ancora quali saranno gli assi da calare in tavola, ma è probabile che il loro budget questa volta non superi i 6-7 milioni di euro, non molto di più rispetto a quello delle altre formazioni di vertice...
Fabrizio Carcano
www.affaritaliani.it